Never mind

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Regola numero tredici se sei un sopravvissuto non affezionarti all'idea di vita. Regola numero quattordici se sì un sopravvissuto non affezionarti in generale. Regola numero quindici se sei un sopravvissuto ricorda sempre che hai perso tutto e che ormai non hai niente da perdere...

Il treno delle sette passa provocando il suo rumore infernale per un un po' nel Covo non si sentono rumori e poi il pannello di camera mia si apre bruscamente e Elli entra dentro perfettamente pettinata è vestita, io siedo sul letto e lei inizia ad urlarmi addosso:« pensi che tutto quello che fai abbia delle conseguenze solo per te? Sei un irresponsabile, se ti catturassero? Se morissi? Pensi Thanatos sarebbe più contento?» io la fissò per un po' la mia mente è ancora addormentata per ascoltarla ma al nome di mio cugino mi si accende una lampadina, ricordo tutto, ricordo che è stato male. Mi alzo d'improvviso e faccio per uscire dalla camera ma Elli mi afferra l'avambraccio e mi dice:«Nyx mi hai ascoltato almeno?» io mi strattono per liberarmi e le dico con un tono duro:« le conseguenze delle mie azioni ricadrebbero solo di me se imparaste a non infrangere le regole» lei mi guarda con uno sguardo furioso ma perplesso e domanda:«regole? Di che stai parlando» io mi giro e faccio per uscire dicendo«i sopravvissuti non si affezionano» ed esco senza aspettare una sua risposta.
Hera è seduta sul divano è vicino Thalia che fa per dirmi qualcosa ma io la zittisco con un gesto della mano posso fare a meno delle sue prediche per il momento, ora devo andare a vedere come sta mio cugino e poi ascolterò chiunque avrà da ridire sul mio comportamento irresponsabile.
Salgo le scale per raggiungere la camera di Than, apro la porta e lo ritrovo perfettamente in piedi intento a pettinarsi i capelli nello specchio, lascio un respiro di sollievo. Appena mi vede nel riflesso dello specchio dice:«cugina, ho saputo che hai fatto qualcosa di molto stupido» io lo guardo malissimo e gli dico:« il mio nome è Nyx! E ti ho salvato la vita» lui mette giù la spazzola e si gira a guardarmi poi mi dice:«non pensare neanche per un secondo di avermi salvato la vita, hai fatto solo un qualcosa di molto stupido. I sopravvissuti guariscono da solo» io lo guardò fisso negli occhi e stringo i pugni e i denti e poi gli sibilo a dosso:«che razza di pallone gonfiato, narcisista» e lui a quel punto mi guarda e mi parla con un tono duro dicendomi:« qua la narcisista sei tu, non ti rendi conto di essere un irresponsabile e di pensare solo sempre a quello che fa stare bene a te? Ci hai mai pensato che quando tu sei tutta rilassata a pensare al più e al meno seduta sul bordo di un grattacielo all'una di notte noi siamo qua a chiederci se sei ancora viva o se ti hanno catturato e se dobbiamo andare a recuperare il tuo cadavere da qualche laboratorio in un ipotetico centro degli "innocenti" ci hai mai effettivamente pensato a noi?» io stringo ancora di più i pugni e gli dico con un tono di voce più duro del suo:« non è colpa mia se voi non seguite le regole di essere distaccati e dissentire stati da tutti» a quel punto lui ribatte quasi urlando:« perché siamo ancora umani ok? Non possiamo provare niente per nessuno e comunque non mi puoi dire niente perché anche tu mi pare che ci tieni dato che ieri appena sono stato male come una cretina sei andata fuori per procurarti le medicine» io allora esplodo e urlo:« e qui che ti sbagli non siamo più umani, e ti sbagli ancora di più su una cosa io non ci tengo a te, non ci tengo per niente e vorrei tanto che tu fossi morto come tutti i nostri partenti».
Mi giro ed esco dalla stanza sbattendo il panello dietro di me e vado dritta in camera dove Elli è seduta sul letto quando entrò si alza e mi dice:« senti scusa forse prima ho esagerato» ma io non la guardo nemmeno vado in bagno mi vesto velocemente faccio una treccia ed esco chiudendo la porta del bagno, mi infilo gli stivali alti e ci infilo i coltelli dentro poi esco senza nemmeno rivolgere uno sguardo a Elli.
Esco dal covo con i cori di protesta ma mi metto le cuffie e corro nei vicoli, raggiunta la strada smetto di correre ma proseguo con un passo deciso. Le strade mi sembrano tutte uguali oggi è il cielo grigio non mi aiuta a tirarmi su di morale.
Alla fine riesco a raggiungere la strada che mi porta al grattacelo del ristorante cinese, mentre cammino per la strada mi accorgo del fatto che è stranamente silenziosa e deserta per essere pieno giorno, ma ci sono venuta così poche volte durante il giorno che pensò che magari sia sia solo una strada poco frequentata.
Arrivo davanti alla vetrina del ristorante e con lo sguardo ancora rivolto verso terra noto i cristalli infranti sotto i miei stivali, alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti la vetrina rotta e il ristorante all'interno completamente distrutto.
Tiro fuori dallo scarpone uno dei miei coltelli ed entro, sento dei rumori provenire dalla cucina che è l'unico punto nel quale il locale è illuminato. Sgattaiolo vicino alle pareti e mi tirò il cappuccio su per mimetizzarmi nella penombra del locale, raggiungo l'oblò della porta della cucina e ci guardò dentro.
Vedo due uomini molto alti, li riconosco subito sono due"innocenti" ma non capisco cosa ci facciano qua in pieno giorno, di solito gli "innocenti" escono solo durante la notte perché pensano che per gli effetti delle radiazioni possiamo essere diventati come dei vampiri, che stupidi.
Uno degli innocenti sta tenendo per il collo Kataky e l'altro urla:« dov'è la ragazza» kataky si dimena bisbigliando:«non lo so, ve lo giuro» a quel punto "l'innocente" con la striscia rossa sulla manica sinistra fa un segno e l'altro gli spezza il collo. Poi si girano e io mi abbasso per non farmi vedere ma nella fretta prendo dentro un pezzo di quadro è produco un tonfo. Mi paralizzo, ma sento uno dei due uomini dire:«a quindi sei stata qui per tutto il tempo, ora però ti conviene scappare»

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