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"Non volevo davvero colpirlo," si lamentò Niall.

Alzando gli occhi al cielo dopo aver sentito quella frase per l'ennesima volta, Harry rimise la pistola che non aveva avuto bisogno di usare in tasca, e afferrò l'uomo che era appena svenuto a terra; lo tirò su, afferrandolo sotto le ascelle, e sperando che non soffrisse il solletico per non svegliarlo. Ci mise qualche secondo a posizionarlo, per poi iniziare a trascinarlo vicino ad un albero nella penombra, dove era sicuro che nessuno lo avrebbe notato, dato l'abbigliamento scuro. Era un po' cliché fare una spedizione nel mezzo della notte, ma Harry stava iniziando a capire perché la gente lo facesse; l'oscurità era perfetta per nascondere ciò che andava nascosto.

"Se devo essere onesto, il fatto che tu l'abbia colpito ha facilitato le cose, per cui non sentirti in colpa," disse secco, sbuffando mentre trascinava l'uomo pesante.

"Ma io non sono una persona violenta!" continuò Niall, alzando le braccia e afferrandosi i capelli. "Non voglio che la gente pensi che sono così! Sono sempre stato quello tenero, di cui tutti si fidano – non voglio che la gente pensi che sono un diabolico ladro che deruba le vecchiette!"

Harry non riuscì a trattenere una risata decisamente troppo rumorosa; premette la bocca contro il braccio, cercando di camuffarla. "Niall, nessuno sano di mente penserebbe che sei così. Ho conosciuto orsetti di peluche più spaventosi di te. E poi perché dovrebbero pensare che derubi le vecchiette? Questo tipo non è una vecchietta, no?"

Niall incrociò le braccia. "Potrei avere la reputazione di uno che ha qualcosa contro le vecchiette. Ne ho derubata una, ricordi?"

Un sorriso inappropriato si fece strada sul volto di Harry. "Giusto. Ascolta, nessuno penserà male di te perché hai steso accidentalmente una persona; se va tutto bene, nessuno saprà mai che siamo stati qui, per cui ora potresti darmi una mano? Altrimenti dirò a tutti che hai un debole per le donne sopra ai cinquant'anni e che sei stato messo sulla lista dei molestatori di quartiere."

Facendo una smorfia, Niall si avvicinò e afferrò i piedi dell'uomo; iniziarono a trascinarlo per il cortile, entrambi affaticati.

Niall inciampò poi in un cumulo di terra dietro di lui; Harry non fece nemmeno in tempo ad avvertirlo, che il biondo cadde rovinosamente sulla schiena, trascinando con sé il corpo dell'uomo. Harry mollò la presa d'istinto e cadde a sua volta in avanti, e la guardia batté la testa contro una pietra – beh sicuramente ora non si sarebbe svegliato per un po'. Il riccio era quasi tentato a scoppiare a ridere, specialmente considerando l'espressione d'orrore sul volto di Niall, appena si era accorto di cosa aveva fatto.

"Dai, andiamo," disse Harry, strofinandosi la schiena; trattenne una risata e diede una pacca sulla spalla a Niall. "Dal momento che la porta principale è senza dubbio non sorvegliata, facci entrare, che dici? Poi vediamo se colpirai accidentalmente qualcun altro." Sorrise.

"Oi!" Niall lo colpì alla spalla. "Non colpisco nessuno, io!"

"Mi hai appena tirato un pugno."

Niall spalancò la bocca. "Visto!" disse drammatico, puntando un dito verso Harry. "Mi hai corrotto con i tuoi modi di fare violenti e diabolici, Styles! Ti denuncerò per avermi trasformato in uno psicopatico!"

"Niall. Stai indossando delle calze con delle mucche sopra. Non è esattamente il marchio di uno psicopatico. Credimi, ne ho conosciuti tanti, me compreso. Mi guardo allo specchio più o meno tutti i giorni, e ti assicuro che non mi sono mai visto con addosso un paio di calze con delle mucche. Mai. Non sei uno psicopatico."

"Potrei esserlo," disse Niall, mentre si avvicinava per esaminare la serratura. "Che ne sai, magari sono uno psicopatico ben camuffato."

"Gli psicopatici non sono mai camuffati. Sono troppo instabili. Louis e io facevamo un gioco in prigione; si chiamava 'trova lo psicopatico'. Io ne vedevo ovunque, mentre Louis invece li osservava. So che è stato addestrato a farlo, ma riusciva a capire chi fosse sano e chi non lo fosse solo con uno sguardo. Era incredibile." Il tono di ammirazione nella voce di Harry era quasi imbarazzante. "E' una delle cose che mi ha insegnato; gli psicopatici sono instabili. Una buona dose di panico inatteso e io corro a nascondermi sotto al nostro letto; uno sbalzo d'umore è sufficiente a farmi desiderare di farmi a pezzi le braccia con un pezzo di metallo. Gli psicopatici sono instabili." Concludendo la conversazione, Harry tirò fuori la torcia ed illuminò la serratura.

Captive Of Lies - Larry Stylinson (BOOK 2) // ITALIAN TRANSLATIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora