"Harry?"
Harry non aveva ancora smesso di urlare, e con un sussulto scioccato Louis ricordò le parole che un amico gli aveva detto tempo prima. Liam lo aveva avvertito: Harry tendeva a piangere nel sonno, quando era spaventato. Non avendo mai avuto il piacere di passare una nottata al Stoneheaven, Louis non aveva mai sperimentato quella situazione prima – ed era più che spaventato alla vista del suo ragazzo solitamente sicuro di sé rannicchiato a terra, gli occhi chiusi a forza, che urlava come un animale in pena.
Louis trascinò il suo corpo mezzo addormentato giù dal letto, arricciando il naso al cigolio che fece il materasso, e invece che scivolare a terra, si lanciò giù, cadendo con un tonfo sul legno lucido. Si trascinò verso il punto dove Harry era a terra in preda alle convulsioni e, disorientato dal buio, iniziò a cercare di liberarlo dal piumone che lo aveva intrappolato, il che non stava probabilmente aiutando lo stato di panico inconscio di Harry. Le sue mani erano frettolose e maldestre a causa della stanchezza, e quello ostacolò solamente gli sforzi di Harry di liberare se stesso. Mentre Louis guardava impotente, fissò la forma della bocca spalancata di Harry. Il terribile suono che stava emettendo lo mandò nel panico: voleva calmare le urla, ma era terrorizzato dall'idea di soffocarlo.
"Harry, ti prego, svegliati!"
Harry scattò e spalancò gli occhi, ed i suoi ululati si interruppero. Fissò Louis senza batter ciglio, con la bocca ancora spalancata: il pianto era stato sostituito da un silenzio tombale, quasi più terrificante delle urla. Dopo aver studiato la sua espressione vuota, Louis capí che Harry era ancora addormentato – e la vista di lui con gli occhi aperti e la bocca tesa in un urlo silenzioso, nonostante fosse privo di sensi, era orribile. Era come il sonnambulismo, ma dieci volte più inquietante.
"Non volevo farlo. Non ho mai voluto."
Parlò così chiaramente che Louis per un momento pensò si fosse svegliato – ma il suo volto era inespressivo, il tono morto e le parole limpide. Louis allungò la mano per toccarlo e rabbrividì all'innaturale immobilità del suo corpo, costretto in una posizione seduta.
"Cosa, amore?" chiese dolcemente Louis, anche se era sicuro che Harry non potesse sentirlo.
"Io non volevo farlo!" gridò Harry.
"Okay. Va tutto bene. Lo so che non volevi."
"Non volevo!" protestò Harry. "E' stato un incidente!"
"Io-" Louis d'un tratto realizzò che Harry non stava parlando con lui; stava avendo una conversazione che Louis non poteva sentire, una discussione che andava avanti nella mente di Harry. Avvicinandosi, appoggiò le mani sulle spalle di Harry.
"Dai, Harry. Svegliati. Non è reale, okay? Non c'è nessuno. Andiamo, svegliati e parlami."
"Non volevo fare del male a nessuno!" insistette Harry. "Era lì, e ... c'era un coltello ... e io ho solo – volevo spaventarlo, come lui aveva fatto con Michael! Non ho mai voluto-" iniziò a tremare violentemente.
Louis si sentì male. Harry parlava raramente dell'Incidente, ma Louis sapeva che era qualcosa che lo avrebbe perseguitato per il resto della sua vita – e Louis non voleva sapere i dettagli di quello che Harry aveva fatto. Se Harry avesse voluto discuterne, allora avrebbe ascoltato, ma a meno che non doveva proprio ascoltare, avrebbe preferito non sapere i dettagli.
"Giusto," disse serio Louis. "Lo capisco. Solo ... dimenticatene, okay? Quello che è successo è successo. Ora sei qui. Sei con me. Sei al sicuro."
L'unica risposta fu un brivido che scosse Harry, e Louis lo afferrò più fermamente, chiedendosi se la presa forte delle sue mani sarebbe potuta essere sufficiente a svegliare il ragazzo dal suo stato di trance.
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Captive Of Lies - Larry Stylinson (BOOK 2) // ITALIAN TRANSLATION
FanfictionContinuazione della fan fiction 'Imprisoned In My Heart', la cui traduzione è disponibile nel mio profilo. Dopo mesi di separazione, di incontri furtivi e di infrazioni alla legge - qualcosa che, in un carcere, è quasi troppo ironico per essere vero...