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Oggi c'è la partita di calcio della scuola, solitamente andavo con Keke a vederla.

Non potevamo perderci una partita dato che sia Brenton che Josh giocano ma in due squadre diverse.

Decido comunque di andarci da sola.

Il campo si poteva raggiungere tranquillamente a piedi, ci avrei messo circa una quindicina di minuti per arrivare da "Rule".

Almeno è così che i giocatori chiamano il campetto da calcio, probabilmente perché in campo la prima cosa da fare è rispettare le regole di squadra ma è qualcosa che resta ancora un mistero.

Il campetto è anche abbastanza grande, tra gli spalti riconosco gran parte della gente, provo a cercare Keke da qualche parte ma non la trovo.

Decido quindi di trovarmi un posticino lontano da tutti, senza distrazioni.

Penso che sia la prima volta che sono qui solo per guardare la partita e non stare con i miei amici.

Oppure anche questa volta, in fondo, non lo faccio solo per la partita ma per cercare di trovare disperatamente un modo di chiarire la situazione.

Brenton gioca in porta mentre Josh è attaccante, non che ci capisca molto del calcio o che io sappia tirare due tiri senza che la palla non rompi il vetro di una casa del vicinato ma mi interessa vederli giocare.

"Dovresti impegnarti un po di più con i tiri, o devi aumentare la forza, o la precisione o sono io che sono imbattibile come portiere" dice poi Brenton scherzando quando Josh sbaglia a tirare un calcio di rigore.

Vedo Josh scaldarsi ma sento che non è solo questa la motivazione ma una molto più profonda e io credo di sapere quale sia.

L'arbitro fischia anche la fine del secondo tempo e quando è arrivato il momento di stringersi la mano, alla fine della partita, Josh non la stringe a Brenton.

La cosa desta anche un po di sorpresa sia nell'allenatore che nell'arbitro che in noi che stiamo guardando dato che solitamente sono grandi amici.

"Ma non sono i tuoi amici quelli?" Mi chiede una voce femminile ma mi limito a non rispondere senza neanche girarmi verso di lei.

Sono troppo intenta ad osservare Josh per provare a capire ciò che sta pensando e ciò che ha intenzione di fare.

"Comunque piacere sono Charlotte" in quel momento mi si illuminano gli occhi e sto per girarmi verso di lei.

Se fosse davvero lei la ragazza di cui il ragazzo sconosciuto mi parlava?

Mentre sto per farlo però vedo Josh che sputa addosso a Brenton e Brenton che non può far altro che rispondergli sferrandogli un pugno sul viso.

"O mio dio"

"Ma cosa sta succedendo?"

"Qualcuno chiami l'ambulanza"

Ci sono voci femminili da ogni parte che guardano la scena urlando non sapendo cosa fare.

So qual'è il motivo che li ha spinti a litigare così pesantemente e l'unica cosa che mi sento in potere di fare è quella di entrare in campo.

Me ne frego dell'arbitro che mi dice di rimanerne fuori.

"Josh, Brenton, vi prego smettetela!"
Dico prendendo Josh dalla maglietta.

In quel momento l'allenatore di Brenton si mette davanti a lui e cerca di calmarlo come io sto facendo con Josh.

Sento il suo respiro affannoso agitarmi, le gocce di sudore scendere dalla sua fronte e il sangue scendere dal labbro inferiore.

"Cosa vuoi da me? Ti ho aspettata tutto questo tempo..." mi dice lui provando a respingermi e sciogliersi dalla mia presa.

"Lo sai come si fa a riconoscere se qualcuno ti ama? Ti ama veramente, dico?" Mi chiede così dal nulla.

"Che? Cosa c'entra adesso? Comunque no, non ci ho mai pensato"

"Per fortuna ci sono io a dirtelo, secondo me, nel tuo caso è una cosa che ha a che vedere con l'aspettare. Se è in grado di aspettarti, ti ama."

Mi torna in mente la conversazione con il ragazzo sconosciuto, è come se avesse previsto ogni minimo particolare fin dall'inizio.

"E invece tu hai preferito..."

"Josh, ti prego, ora calmati, non so a cosa tu ti stia riferendo ma ho bisogno di sapere che ora stai bene, adesso è questa la priorità. Giurami anche che non toccherai più Brenton, ricordati dei momenti felici passati insieme".

Faccio finta di non sapere nulla quando invece so più di quanto lui pensa di dire.

I suoi occhi azzurri sono coperti da lacrime che vado ad asciugare con la mano per poi continuare ad accarezzargli il volto e i capelli.

"Va meglio?" Gli domando e lui mi fa solo un cenno con la testa per poi liberarsi dalla mia presa.

Se ne sta andando via da me e fuori dal campo ma prima si rigira un' ultima volta e mi guarda con gli occhi spenti.

"Lo so Josh, so di averti deluso" penso tra me e me.

Successivamente mi accorgo dello sguardo di Brenton su di me.

"Dobbiamo parlare" gli dico muovendo solo le labbra e lui sembra aver capito al volo.

-04/06/2018

Unknown boyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora