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Dopo pochi minuti dalla prima chiamata del ragazzo anonimo che mi aveva letteralmente stesa dalla paura ne ricevo subito un'altra.

"Da quanto tempo che non ci sentiamo" dice ridendo "sai mi mancavi già." Posso immaginare un sorriso malvagio sulle sue labbra, e gli occhi illuminati di chi architetta qualcosa di cui ne va fiero. 

Ho deciso di optare per il silenzio, rispondere vorrebbe dire andare dietro a questo gioco malefico e fargli sentire la mia voce che penso sia parte del motivo per il quale lo fa.

"Oh, piccola, anche se non rispondi alle mie parole so che stai ascoltando tutto ciò che dico.
Posso sentire il tuo debole respiro affannato e posso vedere come il tuo bellissimo corpo trema a causa delle mie parole"

"Ti sbagli, io non ho paura.
Non ho mai paura di nessuno."
Alla fine cedo e rispondo, alla fine sono in grado di reggere questo gioco. Vuole giocare? Giochiamo. Rispondendogli mi faccio vedere forte.
La debolezza è un difetto che può essere usato contro noi stessi.

"Ma chi vuoi prendere in giro ragazzina? Tutti quanti abbiamo paura di qualcosa, anche della più insignificante.
Tu essendo una delle più popolari di tutta la tua scuola vuoi farti vedere superiore agli altri. Pensi che sia questo il motivo per il quale sei popolare ma dentro muori dalla paura perché sai benissimo che in realtà sei come tutti gli altri" ma di cosa sta parlando? Non ha idea di chi io sia e pensa di conoscermi meglio di come mi conosce la mia migliore amica.

"Te di cosa hai paura?" Gli domando.

"Sono passati solo pochi minuti da quando ti ho elencato le regole di questo fantastico gioco e già te le sei dimenticate? Vedi di ricordartele e di tenertele ben a mente.
Puoi avere paura di un gatto o puoi aver paura anche di un topo.
Più grandi vogliamo apparire e più abbiamo paura di ogni minima cosa.
Non hai paura che il tuo gruppetto di amici popolari dopo quello che hai fatto smettano di parlarti?
Non ti senti in colpa per quello che hai fatto alla tua migliore amica?" Continua a blaterare senza sapere assolutamente nulla di me.

"Ma di cosa stai parlando?" Chiedo bloccandolo.

"Lo scoprirai, devi solo essere paziente.
Vedrai che tutte le certezze che hai ora un domani non le avrai più.
Non hai paura di tornare come eri un tempo?
Non hai paura di rivedere chi ti aveva ridotta in quel modo tempo fa?
Non hai paura semplicemente di vivere ogni giorno senza rispettare le aspettative che gli altri si sono fatti nell'ultimo periodo nei tuoi confronti?
Ormai sei un esempio per tutta la scuola, non hai paura di quando da buon esempio che stai dando passerai a dare un brutto esempio?
Non hai paura di scegliere la maschera da indossare sbagliata domani?
Non hai paura che un giorno qualcuno possa scoprire la maschera che porti?
Non hai paura di finire in tutti i giornali della scuola per aver fatto qualcosa di grave invece di finirci solo perché hai cambiato il taglio di capelli?"

"Smettila di blaterare, non ho paura di niente, non ho paura di niente!" Dico urlando provando a far smettere queste domande che piano piano si stanno insinuando nella mia mente.

Lui comincia a ridacchiare dall'altra parte della cornetta.

"Nessuno ti ha mai abituata a gestire la paura perché fino adesso non hai avuto nessun motivo per aver paura di qualcosa.
Sai in cosa sfocia la paura? In agitazione, in urla, in paranoie, nella solitudine.
Il tuo battito sta aumentando sempre di più, riesco a sentirlo, è davvero una gioia della vita, è un vero peccato che ora il tuo cuore comincerà a sgretolarsi e ad avere mille cicatrici, proprio come un tempo.
Non ti dimenticare i cerotti".

"Chi era?" Chiede mia sorella entrando nella stanza dopo aver sentito delle mie urla.

Vorrei raccontarle tutto, vorrei dirle che mi sento in pericolo, vorrei dirle che c'è un ragazzo che mi sta minacciando, che sta giocando con me e con i miei sentimenti e che non mi lascerà in pace per molto tempo e che non so neanche come comportarmi.

Ma non posso.

Ho ancora fisse in mente tutte le regole e le cose che mi sono state dette.

Dirle qualcosa significherebbe infrangere la quinta regola:
"dovrai tacere con chiunque, non vuoi che succeda qualcosa di brutto a te o alle persone a cui tieni per colpa tua vero? Non riusciresti mai a sopportarlo un peso del genere."

"La Tim, sai quante volte ti chiama per presentarti sempre le stesse identiche offerte."Lei si mette a ridere.

"Si, penso che mi metterei a bestemmiare anche io in quei casi, ti verrebbe voglia di attaccargli in faccia"

"Ma non sai le volte che lo faccio, che poi mi servirebbe seriamente un nuovo abbonamento con più giga." Lei mi sorride.

"Che ore sono?" Mi domanda.

"Beh, vedendo l'inclinazione del sole e la sua posizione, calcolando la lunghezza dei raggi e misurando la sua temperatura direi che sono le cinque"

"Sei diventata una scienziata?" Domanda incredula.

"No, l'avevo controllato un secondo fa ovviamente. Lo sai che non riesco neanche a fare un equazione!"

"Parlando di mate, domani hai l'interrogazione giusto?" Mi domanda e in quel momento sbarro gli occhi.

"Cosa farei senza te che mi ricordi tutto?" Anche se forse alcune cose è meglio non ricordarle come un brutto voto o la chiamata di quel ragazzo.

"Senti ma domani puoi darmi un passaggio in macchina a scuola?" Lei annuisce e mi lascia studiare per il giorno successivo.

-22/12/2017

Unknown boyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora