Capitolo 34

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*Rye's p.o.v.*
"Carola!" urlo con il poco fiato che mi rimane quando noto che non ha intenzione di fermarsi
"Vai via!" urla prima di chiudere il portoncino dietro di lei
La seguo e la trovo in mezzo alla strada, tutta bagnata dato che ha iniziato a piovere, si gira e mi urla contro
"QUINDI IO SAREI SOLO UNO STRAMALEDETTISSIMO COMPITO?!"
Non dico nulla, mi avvicino e plasmo le mie labbra con le sue nel tentativo di farla calmare, ma ottengo il risultato opposto. Si stacca con velocità degna di un maratoneta
"Non t'azzardare. Abbiamo chiuso noi due." e con occhi piedi d'ira mi lascia lì, da solo, in mezzo alla strada, con la pioggia battente e la consapevolezza di averla persa per sempre.
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Rientro in casa bagnato fradicio
"Allora?" chiede Brook speranzoso
"Se n'è andata" rispondo semplicemente
"Come 'se n'è andata'?" sgrana gli occhi Andy
"Se n'è andata" ripeto
"Se n'è andata e molto probabilmente non mi vorrà più vedere, non la biasimo. Sono così sbagliato?" lancio un'occhiata generale ai ragazzi e filo in camera mia chiudendomi a chiave
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Carola? Sono passati 5 giorni e di lei nessuna notizia. Non risponde al telefono, non legge i messaggi, nessuno di noi l'ha vista in giro e dio solo sa quante ore ho aspettato dentro Starbucks nella speranza di vederla arrivare e, con il suo solito sorriso e la sua vitalità, servire i clienti come ha sempre fatto. Ma nulla. Non si hanno notizie e sto iniziando a pensare al peggio. Non ha più messo piede in casa e questo implica che è da sola lì fuori da qualche parte senza un cambio. Da sola.
Io? Una merda. Sono ridotto ad uno stracio. Ho iniziato a fumare, ogni sera vado in un pub, sempre lo stesso, e mi riduco alle 4 come minimo. Non mangio più, non esco di casa se non per cercare lei. Non mi interessa più nulla, solo trovarla, assicurarmi che stia bene e prendermi a calci in culo per come mi sono comportato. Non dormo la notte e le mie occhiaie lo possono confermare. Quelle poche ore che distanziano il mio rientro a casa dal pub e l'apparizione di un nuovo giorno le passo in camera sua, annusando il profumo dei suoi vestiti, guardando le nostre foto che aveva appeso su una parete, leggendo il suo diario. Si, aveva un diario, ha scritto ogni singolo evento della sua vita, ne potrebbe fare un racconto autobiografico di 700 pagine, sarebbe l'unico che leggerei migliaia di volte senza stancarmi mai. Ha raccontato del suo primo giorno di scuola, della sua prima nota, della sua prima gita, della sua prima volta in Canada, della sua casa in Italia, della morte di suo nonno, delle lacrime versate, del suo arrivo qui, di me, di noi. Già, noi. Del nostro primo bacio, delle nostre liti, di tutto. Ha parlato di tutto.
Il suo compleanno? Ho speso un mese per organizzarle una festa degna di essere definita tale. Le volevamo fare una sorpresa. Io le volevo fare una sorpresa. Ma a quanto pare è stata lei a farla a me. Quel 'compito' che avevo consisteva nel tenerla con me per evitare che si accorgesse di movimenti sospetti, ergo gli altri che complottavano per la sua festa. Io non ne sono mai stato convinto, sapevo che potevo tenerla con me e farla distrarre per quanto volevo, lei si sarebbe accorta comunque che c'era qualcosa sotto. Era troppo sveglia ed intelligente. È troppo sveglia ed intelligente.
Ah dimenticavo, oggi è domenica. Me ne sono ricordato solo grazie alla telefonata di mia mamma
"_pronto?_"
"_dimmi mamma_"
"_oh Rye...mi dispiace così tanto. Brooklyn mi ha chiamato e mi ha detto tutto, se non ti va di venire possiamo fare la pross-_"
"_no, davvero mamma, vengo a casa._"
"_sicuro?_"
"_si...tanto peggio di così non potrei stare..._"
"_oh povero piccolo...ti aspettiamo per le 11...così stai un po' con Sammie e Shaun, gli manchi tanto_"
"_certo mamma, non mancherò_"
"_a dopo piccino_"
"_a dopo mamma_"
Sono le 9:30, ho un po' di tempo per prepararmi così decido di uscire in balcone a fumare.
"Dovresti smetterla con quella merda" Mikey
"Non posso. È una dipendenza, come lei" non lo guardo, non posso più reggere lo sguardo di nessuno
"Vedrai Rye, la troveremo" appoggia una mano sulla mia spalla
"Si, il 32 febbraio 2000-e-credici" butto il mozzicone e rientro in casa
Prendo giubbotto, chiavi, telefono, sigarette e mi avvio per l'uscita
"Dove vai?" chiede Jack
"A casa mia. Mi sa che dormirò lì per qualche giorno" faccio spallucce ed esco
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*a casa Beaumont*
Suono al citofono e, nemmeno due secondi dopo, mi rispondono due vocine a me molto note: i gemellini Sammie e Shaun.
"Chi è?" strilla Sammie
"Sta zitto, devo rispondere io" ribbate l'altro
"Va' via Shaun!" sicuramente si staranno prendendo a gomitate, li conosco troppo bene.
Questo, per qualche strana ragione, mi fa sorridere come non facevo da una settimana circa
"Ragazzi, sono io, Rye" rispondo ridendo
"RYE!" urlano i due in coro e mi aprono
Non faccio in tempo a mettere un piede in casa che mi assaltano facendomi cadere all'indietro
"Calmi!" cerco di liberarmi inutilmente
"ROB!" urlo in cerca di mio fratello
"Forza, ragazzi, lasciatelo stare" arriva mio padre seguito da mio fratello e mia mamma
"Bentornato uomo di mondo" Rob mi porge una mano per aiutare ad alzarmi
"Grazie" la afferro, mi alzo e lo saluto con un abbraccio. Lo stesso faccio con i miei genitori.
"Allora questa lei dov'è?" chiede forse ignaro di tutto mio padre
"La verità? Non lo so...se n'è andata e nessuno sa dove sia" è incredibile come con una domanda mio padre sia riuscito a far scomparire quel sorriso che i miei fratellini mi avevano creato
"Alexander Beaumont! Non mi sembra proprio il caso" mia mamma gli da una gomitata
"Elle Bowman! Fatti i cazzi tuoi, questi sono discorsi da uomini" le risponde a tono
"Sono l'unica donna tra 5 uomini. NON DIRMI DI FARMI I CAZZI MIEI!" e detto questo se ne va in cucina seguita da mio padre che borbotta qualcosa di incomprensibile
"Allora -Rob mi cinge le spalle con un braccio- ma, aspetta un secondo, da quando fumi?" si acciglia
"Da 5 giorni" faccio spallucce
"Mamma mia che vitalità...cazzo Rye, non ti ho mai visto così in 22 anni che ti conosco. Mi vuoi dire o no che ti passa per la testa?" sbuffa
"È lei" mormoro
"Ma smettila" fa gesti con le mani con una nochalance stupenda
"Sono serio -mi fermo dal camminare- non sono più lo stesso da quel giorno" devo avere gli occhi lucidi perché se ne esce con un
"Woah fratello, i-io non ce la posso fare. Non è un compito che fa per me. Per te ci vuole mamma" e la chiama
"Non c'è bisogno di urlare Robbie" ecco che arriva la donna di casa
"Va' via, so già che fare" caccia il ragazzo
"Vieni con me, voglio mostrarti una cosa" e si incammina per camera mia
"Sai...da quando sei andato a vivere con quei 4, i gemelli hanno provato ad appropriarsi della tua camera e usarla come stanza per i giochi. Ovviamente gliel'ho negato" e si mette a ridere
"Quei bastardi" rido anch'io
"Già, ma tu sai che io farò il possibile per tenertela a posto e, soprattutto, per farla rimanere tua nonostante quelle pesti. Ma ora veniamo a noi. Ero certa che saresti tornato, prima o poi, e quindi ho deciso di prepararti il tutto. So anche che rimarrai qui a dormire" mi fa l'occhiolino e si ferma davanti la porta della camera, chiusa.
"Grazie mamma, grazie di tutto" la abbraccio
"Preparati che tra un po' si mangia" appoggia una mano sulla maniglia e apre
Entro e un dolce profumo mi inebria le narici. È un profumo che già conosco. È il suo profumo. Sono confuso, come fa ad esserci qui il suo profumo? Dio non dirmi che sto iniziando ad avere allucinazioni...
Non do molto peso a questa cosa, mi siedo sul bordo del letto e mi guardo intorno. Non c'è nulla che non sia nella posizione in cui l'abbia lasciato. Nulla. Da un lato questa cosa mi piace, dall'altro mi inquieta alquanto.
"RYE!" spalancano la porta le mie due pesti spingendosi a vicenda
"Vi volete dare una calmata? Ma fate sempre a litigare voi due?"
"Scusaci" dicono in coro
"Smettete anche di parlare contemporaneamente" mi acciglio
"È colpa sua" ripetono insieme indicandosi
"DIO MIO DATE I NERVI" scandisco
"Non lo facciamo apposta" ridicono
"Allora è proprio vero che i gemelli hanno tutto in comune. Pure la parola." sbuffo
"Mamma ci ha mandati qui per dirti che il pranzo è a tavola, scendi su" dice Shaun
"Ok piccole pesti. Ah, per la cronaca, un uccellino mi ha riferito che avete tentato di appropiarvi di questa camera -allargo le braccia per indicare le quattro mura che ci circondano- beh, non credo proprio diventerà vostra" e li vedo sbiancare
"È stato Sammie" si giustifica Shaun
"Davvero?" alzo un sopracciglio
"Si si" annuisce in modo convinto
"Scendete tre moschettieri. Oppure niente pranzo oggi" urla mamma dal piano sottostante
"Arriviamo" rispondiamo in coro

*Carola's p.o.v.*
Sono passati 5 giorni dalla mia 'scomparsa'.
Subito dopo la lite con Rye sono andata all'aeroporto e ho preso il primo volo per l'Italia. Sono andata a stare con i miei nonni e li ho implorati di non dire nulla ai miei genitori, men che meno a Stiles.
sei consapevole del fatto che prima o poi dovrai parlarne con qualcuno, vero?
Si Giacomo, ora basta con le menzogne. Non mi servirà più Mikey che faccia da filtro. Devo dirlo a lui. Rye deve saperlo.
"Nonna, nonno, grazie mille per tutto ma è arrivato il momento che io mi assuma le mie responsabilità" schiocco un bacio a entrambi ed esco di casa

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