PROLOGO

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Il sole stava di nuovo calando sul deserto dei Kamul. Ben 20 anni erano passati dalla seconda grande Guerra, e nel loro deserto si era tenuta la battaglia finale. Oramai ridotti a pelle ed ossa, ogni kamul cercava di sopravvivere come meglio poteva. Chi rubava, chi mentiva, chi raggirava, chi uccideva. Era tutto un voler predominare sull'altro, sul più debole. Sprovvisti dei loro animali, dei loro giganteschi scorpioni, erano semplici umani... La maggior parte almeno.
Tanti ragazzi, tanti giovani discendevano dagli Elementali di fuoco che erano scampati alla guerra, che erano sopravvissuti o si erano arresi.
Li chiamavano ex-E.
Per loro era difficile  usare la magia,racchiusi in quella enorme bolla di energia che li teneva intrappolati nel loro deserto. Un incantesimo d'aria, lanciato oramai 20 anni fa dalla sposa del mannaro della Terra, un Alpha. Schifosi. La madre glielo diceva sempre. Mai fidarsi dell'altro lato. Mai.
Guardando il sole tramontare, si rigiró tra le dita il piccolo quarzo a forma di cilindro che aveva tra le mani. Ricordo del padre, oramai morto. Un bussare insistente alla porta richiamó la sua attenzione.
La sua amica, Gyal, entró nella sua stanza. I suoi lunghi capelli viola scuro, leggermente mossi, ad ornarle il viso.
Si guardò allo specchio. I suoi capelli, scuri con sfumature blu, le ricadevano a sua volta lisci lungo il corpo.
-"Zaya, tua madre ci aspetta"
Non le rispose. Si limitó ad annuire ed uscire.
Scesero assieme al piano di sotto,dove la madre ed un altro ex-E come lei, più due Senatori l'attendevano.  I padri di Dan e Wes,i due ragazzi che erano cresciuti con loro. Anche loro erano presenti, seduti in un angolo della stanza. Dan e lei, erano i più grandi. Si prendevano cura di Wes e Gyal come se fossero i loro stessi fratelli. Wes era il più piccolo. I suoi capelli brizzolati, corti, tinti metà rossi e metà neri, lo facevano apparire ancora più piccolo, senza contare le lentiggini sul naso. Dan era invece quello più maturato di fisico di tutti. Amante dei furti, il suo corpo era ben allenato per le fughe veloci. I capelli corti, neri come la notte.
-"eccola qua, la mia Zaya."
Si avvicinò alla madre. Che le porse il suo vecchio libro degli incantesimi, senza fare troppe cerimonie. Tipico di lei.
-"oramai hai vent'anni, è giusto che tu e Gyal abbiate il vostro. Qui, all'interno della barriera, non ha valore.. Ma là fuori... Sareste potentissimi con questo"
I Senatori risero.
-"bei tempi, quelli in cui seminavamo terrore nei 5 regni"
-"già, proprio dei bei ricordi" - sorrise meschina la madre di Gyal.
-"ve lo stiamo donando, ma ricorda:se avrai occasione un giorno di usarlo... Di non osare deludermi"
Alle volte la madre le faceva davvero paura.
-"si, madre"
-"bene! Ora andate. Gli adulti devono parlare"
Uscirono in fretta dalla stanza, spinti dalle parole della donna a levarsi di torno.
Dan e Wes indicarono le rovine.

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Una volta li si misero a pensare.
-“cosa facciamo, Zaya? “.—parlò Dan .
-"regalo bello ma... Qui non serve a nulla. Che ce ne facciamo?" - precisó Wes.
Gyal la guardó. Sapeva quanto odiava essere pressata. Zaya guardò verso le altre rovine diroccate che lei chiamava "casa".
-"li avete sentiti. Se mai lo dovremo usare.. Non dovremo deluderli".
I ragazzi avevano addosso uno sguardo pesante. Pieno di responsabilità. Non avevano mai conosciuto l'amore dei genitori, loro se ne servivano e basta per sopravvivere. Ma andava bene così. Li, dove stavano loro, era così che le cose funzionavano. Tutti erano divisi in bande.
Loro erano i ladri, loro i bugiardi. Figli di potenti ex-E e Senatori, erano il peggio che poteva esserci in circolazione. Perché se volevi sopravvivere in quel posto, non potevi, non dovevi mostrarti debole.
-"ce la possiamo fare. Qualunque saranno le nostre sfide, ce la faremo. Assieme" - fu finalmente Gyal a parlare.
Tutti si voltarono verso lei.
-"si" - disse convinto Wes-"assieme"
-" perché ce la faremo "- aggiunse Dan .
A rispondere fu Zaya.
-" perché noi siamo i cattivi"

Ren Pov

Il viaggio era stato più lungo del previsto. Dopo la visita ad Althea e Khal era dovuto ripartire immediatamente. Ma era contento di averli trovati in salute, loro ed i gemelli.
La sorella era scomparsa dopo la Guerra, unendosi a degli ex commilitoni assegnati alla protezione della barriera attorno al deserto dei Kamul. Erano anni che non la vedeva. In seguito all'ennesimo diniego del suo compagno, si era chiusa in sé stessa. Al solo pensarci un moto di stizza prese il sopravvento. Chi si credeva di essere quel kitsune per rifiutare sua sorella e scomparire nel mondo degli spiriti per ben 20 anni? Non gli importava quale ragione avesse, anche se fosse stata la più nobile, gliene avrebbe suonate tante un giorno. Se ne sarebbe pentito. Nessuno faceva soffrire sua sorella.
Il Grifone sotto di lui emise un verso, spiegando le ali.
-"andiamo, Apollo, è il momento di rimettersi in viaggio"
E così riparti, diretto al deserto dei Kamul.
Una strana sensazione nelle vene. Come di euforia. Quel viaggio, lo sentiva dentro, avrebbe riservato molte sorprese.

Elemental series : Fire withinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora