Chapter XI

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Aver cambiato abito a tutte loro non le aveva di certo rese più apprezzabili ai loro occhi. Zaya non era stupida. Riusciva a vedere le mal celate occhiate che la servitù della donna le lanciava. Gridavano, senza bisogno di parole :" kamul" - "traditrice". Ma questo non la infastidiva poi molto. Era fiera delle sue origini , di chi era, e non sarebbero certo stati degli sguardi a farle abbassare il suo.
Lo stesso trattamento non sembrava riservato a Gyal.

La sua amica aveva sempre un sorriso pronto per tutti , e la sua migliore caratteristica era quella di esser pronta a dare una mano  ed esser gentile. Quando erano piccole le era sempre sembrato bizzarro e fuori luogo che una figlia di Ex-E si comportasse a quel modo, ma presto, crescendo, aveva compreso che era proprio questo a renderla speciale. Era più lei una famiglia per Zaya che la sua vera madre ed il suo defunto padre,mai conosciuto.

La servitù pareva aver notato questa caratteristica della ragazza, e molte ancelle le stavano attorno molto più tranquillamente e col sorriso, a loro agio, rispetto a quando dovevano avere a che fare con lei. Mentre pensava ciò, la mahatakai Ya rientrò nella stanza, anche lei cambiatasi. Sorrise alle ragazze, amorevole. Zaya si chiese da dove venisse tutta quella calma che pareva trasudare la donna. Sembrava che non si rendesse conto che, nonostante gli avessero cambiato aspetto  rendendole più simili a loro esternamente, dentro i loro cuori erano pur sempre kamul. In teoria loro erano i nemici, una minaccia. Qualsiasi persona sana di mente le avrebbe già torturate o chissà cos'altro pur di ottenere eventuali informazioni sugli Ex-E ed i Senatori all'interno della barriera, ma loro no. Si stavano comportando... In modo strano agli occhi della ragazza. Chi accoglie un nemico in casa, lo sfama, lo veste, lo lascia dormire nel suo letto e gli dà la possibilità di redimersi? Zaya non capiva.

Scosse la testa, confusa più di quando aveva cominciato a pensare. Si appoggiò con un gomito al tavolo davanti a lei, pieno di cianfrusaglie quali trucchi pettini e tinte per capelli.. Ebbene si. Stavano cambiando loro il colore dei capelli. Non che le desse particolarmente fastidio, non le importava. Una volta finita questa storia avrebbe cambiato colore di nuovo, ma si sentiva come una bambola, mentre una delle ancelle la pettinava cercando di distribuire in modo uniforme la tinta. La stavano riportato al suo color moro naturale, mentre Gyal al suo castano dorato.
A differenza sua, la ragazza si stava divertendo un mondo. Sorrise guardandola mentre sgranava gli occhi come una bambina davanti a tante caramelle.
Quando Gyal notò di essere osservata, le fece un occhiolino. Zaya alzò gli occhi al cielo, per nulla sorpresa dalla reazione dell'amica, con uno stupido sorriso stampato in faccia.
-"hai un sorriso stupendo, dovresti sorridere più spesso"
Le parlò Ya. Zaya si voltò, per incontrare gli occhi quasi da cerbiatto della mahatakai dell'alpha.
-"non era un sorriso. Più un tic"
Ya rise debolmente, provando a nascondere la sua espressione divertita con la manica del vestito.
-"se lo dici tu, cara"
La donna batté le mani, dando quindi l'ordine alle ancelle di andarsene. Solo coloro che stavano sistemando ancora i loro capelli rimasero. Zaya sbuffò annoiata,lasciandole fare.

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Ya si sedette davanti alle ragazze, osservandole.  Le guardava intensamente mentre si lasciavano gestire come piccole bambole nelle sue mani. A differenza del marito, sapeva bene i rischi ai quali andavano in contro. Sapeva bene di cosa erano capaci i kamul, i Senatori e i tanto odiati Elementali. Poche persone erano state una eccezione alla legge secondo la quale tutti gli Elementali lavoravano per i Senatori :Althea, Calli, Fei. Ma questa ragazza davanti a lei la preoccupava. Zaya. Una ragazza così misteriosa.
Tutti parevano sapere tutto di lei: chi era, da dove veniva, i suoi poteri.. Ma a lei sembrava che qualcosa non andasse perfettamente a posto come tutti pensavano. Nonostante tutto un forte alone di mistero circondava la giovane e sembrava che anche un'altra persona se ne fosse resa conto:Althea. Si fidava di lei, e sapeva che ci doveva essere un motivo per aver convinto il compagno ed Alpha Zion a mandare i ragazzi qui. Per altri kamul non lo avrebbe mai fatto, non dopo quello che avevano fatto a lei ed a Calli.

Si congedò lasciando di nuovo le ragazze da sole; fuori da quella stanza non sarebbero comunque uscite per un bel po', ed ogni loro movimento sarebbe comunque stato controllato sia dai loro bracciali di sorveglianza sia dalle guardie del palazzo, ben nascoste e impossibili da  individuare. Una volta uscita dalla stanza, si diresse verso i suoi giardini. Erano l'unico posto nel quale riusciva a pensare. Nemmeno suo marito osava disturbarla quando si trovava lì. Si sedette sul pianerottolo in legno, all'ombra, che dava sul giardino principale, ricco di piccoli stagni. Dalla custodia tirò fuori, delicatamente, un piccolo strumento a corda, portatole silenziosamente da una ancella. Si mise a suonare persa tra i suoi pensieri, lasciando che ogni vibrazione nell'aria, ogni suono, le entrasse nelle vene.

Continuò così, a suonare, per svariati interminabili minuti, forse mezz'ora. Era difficile essere precisi col tempo quando si riusciva a distaccarsi dal momento presente. Era il suo modo di meditare. Tutto diventava superfluo, soprattutto una cosa così ben definita come il tempo, deciso e scandito dall'uomo. Lei preferiva basare i suoi giorni sui ritmi naturali della natura:il sorgere del sole, lo sbocciare dei fiori, i canti degli animali, la brezza serale, il calare del sole ed infine la luna, i suoi colori il suo mutare nel suo ciclo e le stelle. Quelle erano forme di tempo non variabile. Così doveva scorrere la vita. Non tutto può avere un ordine prestabilito secondo la mente umana. Spesso, le cose vanno semplicemente accettate come sono,e fatte proprie. Connettere il corpo e la mente con il resto. La natura era qui prima di noi. Se era durata così a lungo un motivo ci doveva pur essere.

Una voce la riportò alla realtà attorno a lei.
-"Ya."
Si voltò. Althea stava lì, in piedi, ad attendere che la sua musica terminasse. Con lei i gemelli. Yan e Yule. I due maschietti subito si misero a giocare nel giardino, distratti dal volare di una farfalla e dalle carpe negli stagni.
Amavano venire qui e stare nel suo giardino, e lei non gli aveva mai negato questo piccolo piacere. Era bello avere dei bambini attorno,soprattutto considerato che lei non poteva averne. Nessun dottore aveva mai capito come mai, il suo corpo pareva essere sano, ma non riusciva a concepire. Aveva provato anche moltissimi rimedi naturali uniti all'avanzata scienza medica del territorio della Terra, ma nulla pareva funzionare.
Eventualmente, nel corso dei secoli, Jiao-long si era arreso, più per non farlo pesare a lei che veramente perché gli andasse bene non avere figli. Ma lei no. Ancora non si era arresa. Un giorno avrebbe scoperto il perché di questa sua condizione. Solo allora finalmente avrebbe avuto il cuore in pace e sarebbe andata avanti con la sua vita.
Sentì l'aria muoversi attorno a lei, e riportò l'attenzione su Althea, ora seduta al suo fianco.
Accanto a lei, in piedi, stava un ragazzo. Mai visto prima.
Aveva all'incirca sui vent'anni, alto, occhi svegli ed attenti. Conosceva quegli occhi. Li aveva riconosciuti subito.
In poco tempo aveva già capito chi si trovava di fronte e finalmente comprese anche il piano di Althea. Tutto ciò aveva dell'incredibile,ma preferì non esporre i suoi pensieri. La ragazza parlò.
-"Ya, lui è Naur. Il ragazzo che ho salvato oramai ben vent'anni fa. Fino ad oggi se ne è preso cura un centauro, mio caro amico."
-"si, avevo sentito qualcosa al riguardo. Pensavo vivesse nella foresta con loro"
-"ogni tanto andavo a trovarlo, per esser sicura che stesse bene. È cresciuto abbastanza per esplorare anche gli altri regni"

Ya osservò il giovane davanti a lei, e notò subito due cose in lui: consapevolezza e speranza.
Sospirò pesantemente, parlando per rivolgersi ad entrambi, ma soprattutto ad Althea.
-"stai giocando ad un gioco pericoloso,amica mia"
-"lo so."
-"quando lo hai capito?"
-"subito. E non potevo lasciar correre. È una questione troppo importante"
-"non vi sono indizi che questa cosa vada a finire nel migliore dei modi Althea. Potrebbe essere comunque tutto inutile, te ne rendi conto?"
-"lo so, ma non agire sapendo la verità sarebbe peggio di starsene a guardare. Ed anche lui la pensa come me"
La ragazza allungò una mano verso il giovane, stringendo la sua in modo materno, e lui ricambiò con un dolce sorriso.
-"sembri veramente sua madre" - guardò il ragazzo - "e tu suo figlio"
I due la guardarono speranzosi, e lei si ritrovò a sorridere.
-"vi darò una mano, se posso. E speriamo che tutto vada per il meglio"
-"speriamo"
Poi tutti e tre si misero a guardare i gemelli giocare, senza più tirar fuori l 'argomento.


Chi sarà mai questo ragazzo che Althea ha portato con sé, e per quale scopo? Si tratta del bambino che salvò tempo fa, ma come mai solo adesso la sua comparsa? E perché Ya pare aver riconosciuto qualcosa in lui? Chi sarà mai, veramente?
Quale sarà il piano di Althea, che Ya pare voler seguire per dare una mano all'amica?
A presto con un altro aggiornamento.
Baci, Belle.

Elemental series : Fire withinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora