Chapter XXXVIII

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Il soldato cadde a terra con un tonfo sordo, assieme agli altri. I suoi occhi lentamente si spensero, mentre la sua anima se ne volava via. La donna allungó le dita, accarezzando quella lieve polvere che si alzava via via in cielo. Dietro di lei caddero altri soldati, uccisi dal suo esercito: nuovo, più forte. Il portone davanti all'Arena si spalancò, rivelando il giovane che gli aveva mostrato la via.

-"Shein" - la sua voce roca mandó dei brividi ai Kamul presenti, costringendoli a scansarsi leggermente dalla donna.
Questa, senza preoccuparsi del cadavere di fronte a lei, lo scansó in malo modo entrando finalmente in quel posto che per vent'anni aveva gestito la sua vita. Rinchiusa in quella trappola infernale, senza possibilità di uscita, senza poteri, come un'inutile qualunque nullità umana. Che spreco.
Pensó a quante occasioni aveva perso per vendicarsi, per combattere.
Già riusciva a sentire la gioia pervaderla solo all'idea delle grida che stava per sentire.
Un gruppo di guardie si pararono di fronte a lei con armi così innocue da farla sorridere. Pensare che si erano lasciati controllare da delle reclute, la innervosì, e sentí il collo tenersi sotto la tensione crescente. Credevano veramente che si sarebbe fermata proprio ora?
Aveva atteso troppo tempo per lasciarsi spaventare da un piccolo gruppo di Grifonieri alle prime armi.
I Kamul e gli Ex-E si mossero dietro di lei. Riusciva a sentirne l'energia.. Il potere... La forza.
Più si avvicinavano all'uscita di quel posto più i poteri lentamente tornavano, si riaffacciavano nelle loro vite.
E loro amavano troppo quel potere per lasciarlo portare via di nuovo.

-"uccideteli tutti"

Al suo comando i suoi uomini si scaraventarono in massa contro i soldati, gettandosi contro le armi. Alcuni morirono sul colpo, gli altri, usarono i loro corpi come scudi per avvicinarsi e colpire.
In poco tempo le grida e l'odore ferroso del sangue riempirono l'arena.
Shein accanto a lei si preparò per gettarsi nella battaglia.

-"non tu" - gli intimó, fermandolo con un gesto netto del braccio - "seguimi"

Il ragazzo seguì la donna lungo le fila dell'Arena, evitando lo scontro.
Era riuscito a scampare alla cattura nel territorio dell'Aria veramente per poco. Purtroppo ci aveva visto giusto, ed i suoi compagni si erano lasciati abbagliare dal finto lusso e dalla finta felicità del mondo fuori dalla barriera. Si erano perfino fatti ingannare, credendo di aver trovato i loro compagni. Quale Alpha è così crudele da chiedere a dei soldati di fingersi mahatakai di qualcuno per tenerli sotto controllo? Perché loro non potevano avere un compagno. Non era possibile. A chi come loro era cresciuto dentro la barriera, non spettava questo diritto... L'amore era impossibile da trovare. Questo i senatori gli avevano sempre insegnato.

L'amore è una magia che offusca la mente. State attenti, ed evitatela. Perché con essa il nemico vi può far creder reale anche ciò che non è.

Perfino Zaya, la più astuta di tutti loro, si era lasciata incantare. Ma lui li avrebbe salvati e riportati in libertà. Allora avrebbe avuto un posto accanto a loro, accanto a Zaya, come era giusto che fosse.
Era scappato subito verso la barriera, ed aveva avvisato i senatori di ciò che era successo e di come erano riusciti a scappare dalla barriera. Aveva detto loro che una terza sfera si trovava proprio nel territorio dei dragoni e che potevano riuscire a salvare i ragazzi.
Loro lo avevano ascoltato. Ed ora li stava conducendo verso la vittoria, la prima di tante.

Seguí la donna, la madre di Zaya, che continuò a camminare decisa fino ad una porta, opposta a quella che conduceva all'uscita.
Avvicinò il naso ad essa, ed inspiró profondamente.

Palesemente nervoso ed in trepidante attesa, Shein si mosse sul posto, gettando un occhio al bagno di sangue dietro di lui.

-"nervoso, ragazzino?" - chiese ironica la donna.
-"dobbiamo uscire fuori... Zaya e gli altri-"
-"non ci servono"
-"cosa? Io credevo che-"
-"ci hanno tradito, mescolandosi col nemico. Mia figlia non ci serve più, e nemmeno i suoi piccoli patetici amici. Dimenticali. Abbiamo progetti più grandi a cui pensare"

La donna mosse un dito lungo la porta, che scattò sotto la pressione, rivelando un corridoio oscuro. Un odore fortissimo li raggiunse, e Shein fu costretto a coprirsi il naso con la manica.

Senza preoccuparsene, al contrario, la Fenice, cosi era conosciuta tra di loro, camminó sicura di sé dentro quel buio ostile, e Shein fu costretto a seguirla.

-"dove stiamo andando?"
-"a prendere ciò che ci serve per vincere questa guerra"

Una torcia si accese accanto a loro.
-"prendila"
Il ragazzo fece come ordinato, e proseguirono assieme. Man mano che proseguivano le grida al piano di sopra si facero sempre più lontane, fino a quando non si spensero del tutto.
Erano troppo in profondità per udirle.
La donna lo fermò.
Di fronte a loro si stagliava un'antica costruzione molto simile all'Arena originale,costruita al di sotto delle fondamenta stesse.

-"getta la fiamma al centro"

Fece come richiesto, senza osare contraddirla, se pur ancora confuso. Non avrebbero salvato Zaya e gli altri? Non vi era davvero alcuna speranza per loro?
Come la fiamma toccò il centro, la terra tremó, e qualcosa scattò nell'aria con un rumore sordo, secco, forte. Shein scattò indietro,spaventato.
La donna invece si fece avanti.
La fiamma rivelò immense ombre,pesanti,corazzate. Shein continuò ad indietreggiare.
Come la donna arrivò al centro di quelle ombre, sotto lo sguardo terrorizzato del ragazzo, altre fiaccole si accesero, rivelando le immense creature.
Attorno a loro, migliaia di scheletri di quelle bestie riempivano la stanza.

Le grandi chele si chiusero in aria, e i lunghi pungiglioni brillavano illuminati dalla luce delle piccole fiamme.
La donna sfioró una chela di uno degli esseri, che sotto il suo tocco sembrò calmarsi.
Allo stesso modo, anche gli altri animali, immensi scorpioni corazzati, parvero riconoscere la sua figura.

-"lo sentite piccoli miei? Lo percepite?"

Gli animali fecero scattare le chele, scontrandosi l'uno contro l'altro, non riuscendo a trattenere l'eccitazione.
Shein osservava la scena tremando da lontano, non riuscendo a capacitarsene.
Chi era veramente la donna che stava aiutando a scappare dalla barriera? Che cosa erano quei mostri? E perché lui si trovava lì? Dovevano salvare gli altri. Non poteva credere che non c'era niente da fare.
Perché si trovavano li, mentre gli Ex-e combattevano?
La donna lo ignorava, continuando a parlare a quelle immense bestie.

-"è sangue. Il sangue dei nostri nemici che bagna la terra. Vi hanno tenuto qui per venti lunghi anni... Poveri i miei cuccioli." - ne accarezzó uno, delicata. Uno solo di quegli esseri immensi poteva uccidere migliaia di soldati, e la donna, così minuta al loro confronto, sembrava tenerli a bada solo con lo sguardo.
Alcuni scorpioni tremarono sul posto.

-" I miei piccini.... Avete fame, vero?"
E sorrise.

-"Shein... Grazie a te abbiamo di nuovo i nostri piccoli. Grazie. Passerai alla storia come colui che ha reso le cavalcature ai Kamul"

Lentamente si voltò verso il ragazzo,che la guardava speranzoso.

-"... Ma.. Gli altri...riusciremo a salvarli con loro?"

-"a loro penserò io. Tu ora devi solo rilassarti, e lasciarmi fare"

Uno degli scorpioni si fece avanti.

-"tranquillo, sarà una cosa veloce"

Come spalancò le braccia, gli scorpioni si gettarono su Shein. Solo le sue grida si potevano udire in quei sotterranei, mentre la donna osservava la scena.

-"tranquilli piccini, la mamma è tornata . Ed avremo la nostra vendetta"

Elemental series : Fire withinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora