In un mondo lontano, ben più in profondità di quello in superficie, un mondo nascosto brulicava di vita. Intere città, illuminate dalla luce lieve delle sue lune; piccole strade, ricche di mercanti, brulicavano di gente. Spiriti di ogni parte di mondo si erano riuniti per il grande mercato annuale che si teneva in quella parte della regione. Le bancarelle stavano ai lati delle strade, posizionate in modo da non bloccare l'accesso ai negozi tradizionali.
Piccole lanterne appese alle tettoie degli edifici indicavano la via verso le varie piazze.
I kimono delle donne e le loro risate riempivano le orecchie, delle più svariate forme e dimensioni , degli svariati spiriti che se ne stavano a mercanteggiare.
Alcune, indossavano colori sgargianti, altre , più tenui. La folla si fece largo per pochi secondi per far passare un carro, spinto nella sua corsa da piccoli spiriti fiamma. Sprovvisto di ruote, galleggiava a mezz'aria.
Le tendine di un rosso vivo, bloccavano ai mercanti ed ai curiosi la possibilità di vedere chi vi si trovasse all'interno.
Una volta passato il carro però, la curiosità scemó, ed ognuno tornò al suo lavoro.
Spiriti canidi si avvicinarono al mercato delle pelli, interessati a delle pellicce pesanti per affrontare l'inverno sui monti a Nord, dove la loro tribù viveva.
Alcuni kappa, spiriti rettiliani dall'aspetto simile a quello di una tartaruga, tirarono un brutto scherzo al mercante del banco del pesce, gettando rovinosamente tutti i prodotti a terra.
Una lite furiosa ne seguí. Solo con l'arrivo di alcune guardie la situazione parve migliorare, evitando vittime.
Un tanuki, spirito procione, maestro del travestimento e dell'illusionismo, colse l'occasione per rubare qualcosa e sparire nel nulla.
E mentre queste fantastiche creature continuavano ignare la loro vita di tutti i giorni nel mondo degli ayakashi, il carro continuava la sua corsa verso il castello al centro della città.
L'enorme edificio, antico, si imponeva minaccioso con la sua immensa torre.
Diviso su più piani, migliaia di demoni e di ayakashi di ogni specie vivevano e lavoravano al suo interno, per servire il loro Signore, la loro divinità, a tratti benevola, a tratti crudele e spietata.
Il carro si fermò, silenzioso a mezz'aria, proprio di fronte al l'immenso portone in legno. La piccola porta del carro si spalancò da sola, lasciando uscire il suo ospite.
Scese lento, contemplando l'ambiente. L'enorme portone era sovrastato da una struttura di colonne portanti i cui colori si alternavano tra il rosso ed il nero. Le alte mura del castello non lasciavano intravedere altro.
Si avvicinò senza proferir parola mentre il carro dietro di lui ripartiva per la sua strada, senza guida.
Di fronte al portone, questo si aprì pesantemente rivelando un grande cortile, ricco di piccoli ruscelli. Il suono delle canne che si riempivano di acqua e ticchettavano sulle rocce ogni qual volta il peso dell'acqua le faceva cadere, rintoccava in modo quasi sacro e surreale lo scorrere del tempo.
Vide avvicinarsi un servitore, che con un gesto della mano gli fece segno di seguirlo.
L'interno del castello non era sicuramente da meno della parte esterna. Lo schema di colori si ripeteva anche nei muri decorati,ricchi però di dipinti palesemente molto antichi, con ricche bordature dorate.
Seguí il servitore per i corridoi del castello, incontrando di tanto in tanto servitori intenti a pulire od a portare via dalle piccole stanze i vassoi ancora ricchi di cibo e bevande, segno che da poco si doveva esser conclusa una qualche festa.Che spreco.
Fu l'unica cosa che pensó, ma nel loro mondo il cibo non mancava, a differenza di alcune zone del mondo umano. Perciò in molti non se ne curavano. Loro, gli ayakashi, erano così.
Erano creature superiori a tutti gli altri, esistevano da millenni prima che i moderni mostri popolassero gli incubi degli uomini, ed ancora non erano stati spodestati dalla loro posizione. Potevano permettersi questo ed altro.
Il servitore si fermò davanti una porta di carta, riccamente dipinta.
Lo vide inginocchiarsi a terra e posare le mani congiunte sul pavimento, dove poggió anche la fronte. Un inchino profondo, segno di grande rispetto.
-"mio Signore, l'ospite é giunto"
Senza attendere risposta e tenendo il capo chino, gli aprì la porta per lasciarlo entrare. Quando mise piede dentro la stanza, la porta si rinchiuse dietro di sé ed il servitore tornò alle sue attività giornaliere.
Di fronte a lui, il grande signore del castello, la divinità, si staglió in tutta la sua potente figura.
Scalzo, riccamente vestito con pelli pesanti, se ne stava seduto sul suo trono di cuscini. Lo guardava, dall'alto in basso, fumando una lunga pipa. Con una mano, gli indicó un punto della stanza, dove lui, obbedendo, andò a sedersi.
Rimasero così in silenzio per lunghi istanti.
La divinità allungó una mano, per prendere una tazza di tè davanti a sé, posata su un ricco vassoio assieme a del lussuoso cibo.
Solo in quel movimento di vesti, il silenzio venne momentaneamente interrotto.
Quello era il momento giusto per parlare.
Lo spirito si mosse sul posto, mettendosi a sedere più comodamente con le ginocchia piegate sotto di sé, e parlò con un tono di voce basso, certo che l'altro ayakashi potesse comunque sentirlo.
-"mi è giunta la sua lettera in mattinata, come vede ho fatto tutto il possibile per giungere in tempo. Era specificato che si trattava di una questione urgente"
Lasciò che la domanda sottintesa nelle sue affermazioni restasse tale. Non si metteva fretta ad una divinità, non la si pressava a dare risposte.
L'ayakashi di fronte a lui fumó nuovamente la pipa, soppesando le sue parole.
Gettò leggermente la testa indietro, reclinando le sue corna mentre espirava il fumo.
-"ho fatto un incontro interessante in superficie"
-"nel mondo degli uomini?" - chiese, sorpreso, l'ospite.
-"no" - e lo guardò - "nei Cinque Regni. Specificatamente nell'Eden"
-"mi è permesso chiedere di chi si tratta?"
In quel momento, L'ayakashi di fronte a lui, sorrise.
-"una tua vecchia conoscenza"
-"non conosco nessuno nei Cinque Regni mio Signore."
-"oh si invece." - tirò nuovamente dalla sua pipa - "ha un manto bianco come la neve, soffice più della lana più pregiata, e nove, lunghe, stupende code"
L'ospite digrignó i denti, in palese disappunto e scontento mal celato.
-"... Ed ha una compagna"
Quella notizia lo lasció invece spiazzato. Sorpreso a dir poco.
-"la volpe ha una compagna?" -
-"esatto. Ma non sono certo della natura del loro rapporto. Fatto sta che, senza volere, la volpe ha rubato qualcosa di mio..."
L'ospite lasciò che lo spirito, un potente ogre, proseguisse il suo racconto, ma non lo fece.
-".. Devo riprendere tale oggetto? "
-" no. Ho trovato qualcosa di più interessante. Al confronto, ciò che mi è stato rubato, non ha valore"
-"cosa mai vi può essere di così prezioso da distogliere l'attenzione da un oggetto che Le è stato rubato?"
-"un gioiello raro, con occhi taglienti come diamanti e lunghe cascate di pece lucente per capelli"
-"una donna, mia signore? Qui ne avete a centinaia. Cosa ha di speciale questa femmina? "
-"niente. È semplicemente una gemma brillante racchiusa in un debole corpo immortale in parvenza umana"
L'ospite guardò l'ogre, sgranando leggermente gli occhi.
-"Una umana?"
-"esatto. Ho una specie di patto con lei, se così vogliamo chiamarlo, e ci terrei a sapere cosa farà."
-"se rispetterà il patto?"
-"e se lo ha riferito a qualcuno"
-"quindi devo solo spiare la donna?"
Qualcosa non tornava, di quella fin troppo semplice missione. Lui, che era stato generale al servizio dei Raiju, signori dei tuoni, più potenti del loro mondo, non era avvezzo a missioni semplici.
-".. Senza farti scoprire dalla volpe"
Lo disse come se stessero parlando del cibo che aveva di fronte, come se fosse una cosa scontata e di poco conto.
Capì. L'ogre parlava della compagna della volpe.
-"perché le interessa veramente la compagna di una volpe? Potrebbe avere una Principessa al suo posto"
Contemplando il soffitto riccamente dipinto, l'ogre rispose quasi in un sussurro.
-"ha qualcosa, quella donna, che non so spiegarmi. Osservala, studiala, e riportami anche la più piccola ed insignificante notizia su di lei. Attento però, che in superficie vi è una guerra strategica in corso"
-"non mi faró notare da nessuno, e adempieró alla mia missione"
Un leggero tic del sopracciglio, tradì il suo nervosismo. Lui e la volpe non avevano un bel passato, la grande cicatrice che portava sulla schiena a ricordargli quanto bramava uno scontro contro quell'ayakashi in particolare.
-"Lascia da parte le questioni personali, per il momento. A fine missione, potrai fare della volpe ciò che vorrai. Per adesso, occupati solo della donna."
-"quale è il nome?"
-"Fei. Il suo nome è Fei"Rimase in silenzio, facendo suo quel nome, lettera per lettera. Sapeva bene che l'ogre stava sorridendo, tra il malevolo ed il soddisfatto alle sue spalle.
-"avrà presto notizie sulla donna umana, Signore"
-"bene. Mi aspetto grandi cose da te, Yama- Inu, cane sacro delle montagne. O dovrei dire, forse, lupo? "
Odiava essere chiamato con quel nome, come se essere un ayakashi che vive nelle montagne, seguendo una vita solitaria, fosse un difetto invece che un pregio. Ma lui non amava la vita di città, troppo caotica, troppo furtiva. Aveva chiuso con quel modo di vivere.
Poteva essere un ayakashi con le sembianze di canide, ma non significava che fosse fedele come un cucciolo. Aveva passato quella fase della crescita.
Ma tenne per sé i suoi pensieri, limitandosi ad annuire e ad uscire da quel posto.
Si trovò ben presto di fronte al castello. Lì, Il suo carro l'attendeva.
E mentre silenzioso se ne tornava verso le sue amate montagne, la mente vacilló verso ricordi lontani, di quando per la prima volta non uccise un essere umano. Di quando ebbe pietà e ricevette amore.
Spontaneamente si toccó il polso, dove un piccolo bracciale decorato con un lupo intagliato nel legno lo riportò ancora più indietro.
E non poté ripetere nella testa di nuovo il suo nome, una forte nostalgia ed un sentimento che aveva represso per tempo, troppo tempo, fare capolino.Sospirò pesantemente,guardando tristemente fuori dal suo carro il mondo scorrere velocemente.
Cosa avrà in mente l'ogre? Cosa vorrà da Fei? E chi sarà questo ayakashi che sembra così diverso nei modi di fare da quelli della sua stessa specie?
Cosa accadrà ora, che la situazione si sta complicando non solo nel mondo dei Cinque Regni, ma anche in quello degli Ayakashi, portando alla luce nuove e vecchie ostilità?A presto, con un nuovo aggiornamento.
Baci, Belle
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Elemental series : Fire within
FantasíaSecondo libro della serie Elemental - il libro può essere letto anche senza aver consultato il primo. Si consiglia comunque la lettura dal primo libro per avere un' idea più chiara sul mondo di Elemental. Zaya è abituata a dover comandare, a mostr...