Era così che si sentiva. Quando non sei abbastanza apprezzato, oppure sei te che la pensi così e cominci semplicemente a sentirti diverso. Qualcuno che non conosci, di cui hai paura perché è il tuo completo opposto. Parli, cammini, agisci in modo diverso. Sorridi, ridi in un modo che non è il tuo. .
E ci sono quelle occasioni in cui desideri di poterti chiudere in te stesso, e che, in mezzo alla folla, hai paura. E senti un nodo alla gola, e ti dici :resisti.
Così si sentiva,mentre se ne stava lì, in quel buio. Gli era mancato quel posto. Si stava bene. Nessuno sguardo, nessun obbligo, nessun dovere. Erano secoli che non aveva questa libertà, ed aveva paura. Si era abituato a nascondersi dietro una facciata. Mescolarsi con la gente. Era diventato generale, aveva combattuto, aveva mantenuto il segreto. Lo aveva celato nel migliore dei modi. Aveva sempre tenuto a bada l'altra metà di sé. Aveva volato lontano, in lungo ed in largo, ed aveva evitato di trovarla. Ma poi, inaspettatamente, lei era giunta ugualmente.
I suoi occhi, i suoi capelli, il suo odore. Come si poteva non cedere di fronte a lei? Ma non sarebbe tornato indietro. Mai. Non si sarebbe arreso. Se fosse tornato da lei, la sua parte animale avrebbe preso di nuovo il sopravvento, e lo avrebbe fatto. L'avrebbe marchiata. E lei sarebbe morta. Non lo avrebbe mai fatto. Non l'avrebbe mai toccata. Avrebbe tenuto nel suo cuore ogni singolo ricordo, ogni singolo momento passato insieme, se pur non molti. E non li avrebbe mai dimenticati.
Non l'avrebbe mai più rivista.
Soffriva all'idea, ma cosa poteva darle, lui, in quello stato? Si guardò la mano artigliata, e le piume nere sul suo braccio. Lei lo aveva accarezzato, quando si era trasformato. Nei suoi occhi non aveva visto paura, solo sorpresa.
Ma lui ne aveva in abbondanza: paura per lui e paura per lei.
Allungò una mano verso il lago accanto a lui. Quel luogo era talmente sacro , con l'acqua più pura di questo mondo, che perfino in quello stato si sentiva quasi perdonato. Perdonato per averla abbandonata. Lei sicuramente ora lo stava odiando, ma andava bene così. L'importante era che fosse viva.
Tirò fuori la mano a coppa e bevve un sorso di quell'acqua. La magia che scorreva in quel liquido si diffuse in tutto il suo corpo. Vide una piuma scomparire, e poi un'altra. Una sola. Ma fu solo un effetto momentaneo. Quell'acqua curava le ferite del corpo e dello spirito, ma l'anima era un'altra cosa.
Forse il suo destino era quello di restare così per sempre. Un ricordo d'averle mentito, d'aver aspettato troppo... Ma di averle salvato la vita.
Andava bene così. Bene così.
Sentì la sua ragione vacillare. L'animale in lui cominciava lento a prendere il sopravvento. Una volta finita la mutazione, lui che fine avrebbe fatto? Dove sarebbe finito?
Ma forse, nemmeno quello gli importava. Strinse le ali vicino al suo corpo, lasciandosi avvolgere. Il sorriso di lei apparve nei suoi pensieri.-"mi mancherai, Zaya"
ALTHEA POV
Corse assieme ad Ares e Calli e Gyal nella stanza dove si trovava Khal. Lo vide li , pallido; una singola goccia di sudore scivolargli lungo la tempia, unico segno del disagio che stava provando. Si avvicinò rapida verso di lui, prendendogli la mano. Lui la strinse, ma non si voltò a guardarla.
Era la prima volta che lo vedeva così durante un consiglio di guerra, lui che di solito era un punto fermo per coloro che gli stavano attorno adesso stava vacillando. Non capendo, Althea sospinse lo sguardo, quasi timorosa, al resto della stanza. Seduta su una sedia, al centro, stava la Sitith. Dietro di lei, che le posava una mano sulla spalla per darle sicurezza, Kan.
Alla fine, decise di chiedere.
-"cosa sta succedendo Khal?"
Ma il compagno non le rispose. Un lungo brivido le corse lungo la schiena. Si rivolse dunque a Kan, semplicemente con lo sguardo. Anche lui parve vacillare, ma si fece forza e parlò.
-"ci hanno fregato Althea, per tutto questo tempo. Hanno giocato un gioco del quale non eravamo a conoscenza."
-"di cosa stai parlando?"
Kan guardò la Sitith.
-"spiegalo anche a lei. Io... Non ho il coraggio di farlo"
E si voltò verso una finestra, guardando fuori. La sua lancia stretta forte, quasi dolorosamente, fra le mani. La donna rivolse lo sguardo alla ragazza, che seduta, era pronta a ripetere la sua storia. Ares dietro di lei si spostò per vederla meglio.
STAI LEGGENDO
Elemental series : Fire within
FantasySecondo libro della serie Elemental - il libro può essere letto anche senza aver consultato il primo. Si consiglia comunque la lettura dal primo libro per avere un' idea più chiara sul mondo di Elemental. Zaya è abituata a dover comandare, a mostr...