GONE // KOOKV

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«Taehyung, voglio presentarti una persona oggi» disse il più basso, sorridendo teneramente all'altro, che quasi sembrò andare in panico.
L'altro, accorgendosi del suo cambiamento improvviso, gli mise una mano attorno alla vita, rassicurandolo. «Si chiama Yoongi, è molto carino» arrossì pronunciando queste parole, al che il grigio sorrise malizioso. «Ti piace, hyung?» domandò, sperando che il suo migliore amico avesse trovato qualcun altro con cui passare il tempo; gli piaceva la sua compagnia, su questo non c'è dubbio, ma Taehyung si sentiva in colpa, quasi come se stesse risucchiando Jimin nella sua cerchia buia e triste.
Il biondo annuì alla domanda dell'altro, confermando le sue ipotesi.
Arrivati al parco, si sedettero su una panchina, aspettando l'arrivo dell'altro.
Jimin spalancò gli occhi quando vide una testa verde menta arrivare dopo neanche dieci secondi dalla loro presenza in quel posto.
«Ciao» li salutò tranquillamente, posizionandosi davanti a loro che, nel frattempo, si erano alzati.
Si salutarono, e Taehyung si presentò.
«Sono Taehyung» disse semplicemente, sorridendo vivamente. «Yoongi» rispose l'altro, ricambiando il gesto.
Passarono il pomeriggio a parlare del più e del meno, andando a provare qualche giostra mentre ridevano e scherzavano assieme, quasi come se si fossero conosciuti da anni.
E Taehyung li osservò, osservò gli sguardi che il ragazzo dai capelli verdi riservava al suo migliore amico, e viceversa.
Si ricordò di come lo guardava Jungkook i primi tempi, e di come lo guardava lui: con gli occhi da innamorato.
Si spogliavano e si divoravano con lo sguardo, fino a conoscersi meglio, evitando di limitarsi agli occhi e ai morsi alle labbra sanguinanti e arrivare ai fatti, ai veri baci e ai rapporti carnali.
Sorrise alla scena, decidendo di allontanarsi e lasciarli da soli per un po' di tempo.
Alla fine della giornata, realizzò che Yoongi era una brava persona e lo trovò adatto al suo migliore amico.
Quel giorno era riuscito a non pensare a Jungkook, e tutto grazie a lui, che era ormai diventato un 'loro'.