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Taehyung non poteva credere a quell'assurda situazione: aveva visto il suo futuro, quello felice che aveva pensato e che avrebbe ottenuto una volta tolta quella dannata foto dal muro e una volta scappato via da quella casa, sgretolarsi davanti ai suoi occhi.
Non poteva crederci davvero, le sue lacrime avevano preso a scorrere prima che lui potesse rendersene addirittura conto.
Jungkook era di fronte a lui.
Aveva lo sguardo basso, quasi intimorito da una probabile reazione negativa.
«J-Jungkook» balbettò il maggiore, portandosi una mano alla bocca.
L'altro alzò lo sguardo, facendo perdere l'altro nei suoi occhioni scuri colmi di tristezza e malinconia.
«Tae» disse semplicemente, avvicinandosi all'altro, che indietreggiò di alcuni passi.
«Vieni qui» sussurrò quasi, prendendo un braccio dell'altro per avvicinarlo a sé e abbracciarlo.
Il grigio scoppiò in un pianto isterico nell'incavo del suo collo, stringendogli la maglietta.
Il minore prese ad accarezzargli i capelli, sapendo che questa cosa lo rilassava molto.
Camminò fino ad entrare in quella che una volta era la sua casa, sedendosi sul divano, tenendo ancora il suo amato tra le braccia.
«P-perché sei qui?» riuscì a dire tra i singhiozzi.
La situazione era davvero assurda, entrambi non sapevano effettivamente cosa dirsi.
L'altro sospirò, passandosi una mano tra i capelli corvini e guardò la chioma ancora attaccata al suo corpo.
«Taehyung, io... È davvero difficile da spiegare» disse frustrato, sentendo gli occhi farsi umidi.
«Parla, ti ascolto» disse calmo.
Ma quella tranquillità non era per niente convincente, e questo Jungkook lo sapeva bene.
Sapeva che Taehyung si sarebbe incazzato e avrebbe iniziato a dare di matto, perciò le parole che pronunciò, lo sapeva, sarebbero state la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso: «Io ti amo ancora, Taehyung.»

GONE // KOOKVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora