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So here we go again
Wishin’ we could start again
Wendy run away with me
I know I sound crazy
Don’t you see what you do to me?
I want to be your lost boy
Your last chance, a better reality

Sollevo lo sguardo dalle sue labbra e mi allontano di scatto appena sento il mio cellulare cominciare a squillare; lo tiro fuori dalla borsa, mentre Luke impreca parole a cui non presto attenzione, e faccio scivolare il pollice sullo schermo, portandomelo poi all'orecchio.

Ho il cuore a mille e tento in ogni modo di cessare il mio fiatone incontrollato.

"Zack?"

Al pronunciare quel nome, il suo sguardo si fissa su di me.

"Non torno a casa stanotte, cuginetta." mi avvisa.

"Come mai?" domando, pur conoscendo la risposta.

"Alla festa ho trovato una scopata fantastica ma non voglio farti passare la notte in bianco a causa di- sai, rumori." lo sento ridacchiare dall'altro capo del telefono e ruoto gli occhi al cielo.

"A domani, allora." dico, lasciando trasparire il mio tono disgustato.

"Buonanotte!" cantilena lui allegramente, prima di staccare la chiamata.

Fisso lo schermo nero per qualche secondo, non volendo veramente guardare il ragazzo al mio fianco.

"Chi era?" La sua voce gelida.

"Mio c-cugino. È lui il ragazzo che hai trovato in casa mia." rispondo, mentre mordo l'interno della guancia.
Mi dò dell'idiota mentalmente: dannazione, che bisogno avevo di specificarlo? Magari lui non ricorda neanche l'accaduto.
E la mia voce, come sempre, è apparsa più insicura.

Sento un sospiro pesante lasciare la sua bocca e riesco a percepire solo ora che è ancora vicino a me.

Mi decido a sollevare lo sguardo e, ovviamente, Luke mi sta già guardando.
Davvero non vorrei, ma non posso fare a meno di pensare che sia bellissimo.
Con i capelli leggermente spettinati a causa del vento, il naso arrossato per il freddo e gli occhi quasi liquidi.
La sua sclera è però ancora molto arrossata.
E solo al ricordo di cosa sarebbe accaduto pochi minuti fa, se non ci fosse stata quella brusca interruzione, sento le gambe molli come gelatina.

Capisco che sta pensando la stessa cosa, perchè i suoi occhi vagano dai miei scuri fino alle mie labbra, mordendo poi le sue.
Distolgo subito lo sguardo, mentre sento il sangue affluire alle mie guance, adesso tinte di rosa per l'imbarazzo.

"Perchè vive da te?"
Non fa il nome di Zack, ma so già che si riferisce a lui anche dall'espressione corrucciata che assume.

Scrollo le spalle. "I miei sono fuori città, e lui ne ha approfittato per venire a trovarmi e visitare il posto."

Ripenso alle accuse implicite che mi ha rivolto quel giorno e le sue urla di rabbia: tutto infondato.
Mi ha ferita il suo atteggamento e non poco, perchè è sceso a conclusioni affrettate senza nessuna reale prova.

"Davvero pensavi che io e lui..." lascio la frase in sospeso, e spero che abbia sentito nonostante il mio tremolio alla voce.
Riverso la mia ansia sugli elastici attorno ai miei polsi, rigirandoli fra le dita.

"Si."

Un peso improvviso alloggia sul mio petto, gravando su di esso. "Non sono quel tipo di ragazza."

I miei occhi saettano sul ragazzo al mio fianco e incrocio le braccia al petto nervosamente.

"In effetti sono stato impulsivo, scusami," afferma, passandosi una mano fra i capelli, e il mio volto si illumina alle sue parole di scuse, ma subito cambio espressione quando "è evidente che sei la solita bambina che sogna il principe azzurro; o mi sbaglio?" domanda.

Alaska |lrhDove le storie prendono vita. Scoprilo ora