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There will be another moment we'll meet again
Just let it go
Sleep well, goodnight
You're something to remember
I wish that you were here by my side
I spend hours tryna make it through the day
I don't know if I'll ever be the same

Novembre 2014

Stringo fra le dita il tessuto nero del mio abito e mordo con forza il labbro inferiore, cercando di ignorare le voci mescolate delle centinaia di persone riunite qua dentro.

"Era un ottimo ragazzo."

"Aveva un cuore d'oro."

"Mi dispiace così tanto. Il suo ricordo rimarrà sempre vivo tra di noi."

Mi costringo a mantenere lo sguardo sul pavimento, con le mani serrate in due pugni.
Provo rabbia, sono accecata dall'ira.
Nessuno conosceva Louis come lo conoscevo io. Parlano con compassione, probabilmente senza aver mai realmente avuto a che fare con lui.

Odio le frasi di circostanza. Odio trovarmi in questo posto. Odio lui per essersene andato e odio me stessa per non averlo trattenuto al mio fianco.

"Lei è la sorella? Chissà quanto avrà pianto, poveretta." mormora in tono pietoso una signora poco distante da me.

Mi decido ad alzare lo sguardo per la prima volta da quando sono entrata in chiesa. "Ora basta."

Il vociferio si blocca immediatamente, e le reazioni sono diverse: c'è chi mi osserva stizzito, chi finge comprensione e qualcuno si allontana scuotendo il capo.

La realtà dei fatti è che non ho versato una singola lacrima oggi. Ieri ho pianto come non avevo mai fatto in vita mia, quando ho trovato il corpo di mio fratello sul pavimento. E da allora non ci riesco più. È come se le lacrime fossero terminate completamente, lasciando aridità dentro me stessa. Mi sono svuotata di ogni sentimento possibile attraverso le gocce salate che bagnavano le mie guance copiosamente.
E mi odio anche per questo.

Che razza di persona sono, se non riesco neanche a piangere di fronte al funerale di mio fratello?

Tre rintocchi di campana danno inizio alla cerimonia e tutti i presenti si mettono in piedi, al ché un tonfo si leva nell'edificio santo.
Per un istante, riecheggiano solo i singhiozzi di mia madre, che vengono subito coperti dalla voce leggermente metallica del sacerdote, che parla attraverso il microfono.

Inizia il suo discorso commemorativo, ma io non presto attenzione ad una singola parola. È buffo vedere come alla gente importa di te solo quando sei sotto terra.
Tutti sono capaci di lodare mio fratello adesso, perchè fa comodo. E prima invece? Tutte queste facce dispiaciute cosa facevano mentre lui si stava spegnendo?
Nel momento in cui c'è da accollarsi il dolore degli altri si scappa: le persone fanno buon viso a cattivo gioco, non vogliono sporcarsi le mani.
Eppure dietro tutto questo, c'ero sempre e solo io. C'ero io la notte, quando lo sentivo piangere senza sosta. Rimanevo solo io, quando mi sbatteva la porta in faccia dopo aver bussato alla sua camera, sperando che mi parlasse.
C'ero io, dietro ogni suo silenzio a tavola. Solo io, quando scanzava i miei abbracci. Fottutamente io, ogni volta che mi ringhiava contro di 'smetterla di farmi gli affari suoi' se provavo a chiedergli cosa stava accadendo.
C'ero io. Ci sono io. Con un cuore rotto fra le mani.

Concentro il mio interesse su ciò che mi circonda, evitando abilmente di alzare lo sguardo in direzione della bara dove giace il suo corpo.

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