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Remembering him comes in flashbacks and echoes
Tell myself it's time now, gotta let go
But moving on from him is impossible
When I still see it all in my head
In burning red

(Per favore leggete a fine capito lo spazio autrice)


"L'oggetto che si forma, il buco nero, è qualcosa di così strano e così estremo che non può essere descritto con le leggi della fisica.
La gravità di un buco nero, infatti, è così grande da comprimere la materia che lo compone fino ad una densità praticamente infinita.
Essa si trova quindi in uno stato fisico a noi sconosciuto."

Il prof. Matthews si sbraccia, eccitato per l'introduzione del nuovo argomento di fisica.

Cerco di seguire la lezione, per quanto il sonno della prima ora me lo permetta, ma le parole della spiegazione sembrano assumere un significato nuovo nella mia testa, adesso troppo pesante per potermi concentrare.

"La forza di attrazione gravitazionale di un buco nero è immensa: qualunque cosa che gli passi troppo vicino viene catturata e vi cade dentro, senza poterne più uscire. Nemmeno un raggio di luce, che è la cosa più veloce che esista in natura, può sfuggire a questo mostro: non potendo emettere radiazione, esso è completamente oscuro e non può essere 'visto'." espone con interesse il professore.

Associo l'immagine di questo singolare fenomeno fisico a Luke e, tristemente, capisco che le similitudini tra i due sono fin troppe.
Lui è un oblio senza fondo in cui tutto confluisce e da cui nulla può venire fuori; neanche un fioco bagliore di luce, con la sua velocità, può trovare scampo.
E questa è la verità: Luke è in grado di travolgere e assorbire ogni minima forma di vita, spegnendola e sopprimendola con la sua oscurità.

Una voce si leva nella stanza.

"Quindi anche noi potremmo finirci dentro, prima o poi?"

Matthews sorride, sistemandosi gli occhiali rotondi sul ponte del naso.

"Non proprio, Lexi. Spesso si pensa che un buco nero possa inghiottire tutto quello che gli sta intorno.
In realtà, l'attrazione gravitazionale che esso esercita su un corpo dipende dalla distanza del corpo stesso: solo se il corpo si avvicina troppo viene catturato da questo gigantesco imbuto spaziale."

Lontananza. Si tratta di questo.

Un lungo brivido percorre la mia spina dorsale, insieme alla consapevolezza.

Solo adesso mi sembra tutto più chiaro e capisco di aver superato quella distanza limite già da tempo.
Ora mi ritrovo immersa in qualcosa di troppo grande per potervi sfuggire e mi sento persa.

Luke ha esercitato fin dall'inizio questo enorme effetto su di me e la colpa è solo mia perchè avrei dovuto saperlo, che uno come lui non era altro che il pericolo.

Avrei dovuto difendermi con le unghie e con i denti da quelle spalle larghe e da quegli occhi un po' troppo azzurri per non essere ricordati.
Sarei dovuta scappare finché ero in tempo e salvare il salvabile.

Sapevo di rischiare grosso con lui. L'ho sempre saputo, fin dal giorno in cui l'ho visto.

Invece ho permesso che entrasse in punta di piedi nella mia vita e poco alla volta, inevitabilmente, ha scosso i mille pezzi in cui il mio cuore è stato ridotto.

Certi ripari non bastano. Forse è così.

Non basta fingere di non pensarci per togliertelo dalla testa. Se ti entra dentro, puoi inventare tutte le scuse del mondo a te stessa, ma la verità rimarrà sempre lì, incastrata nella gabbia toracica.

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