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Sono gay

Camminiamo per qualche minuto, May mi mostra ogni edificio dicendomi di cosa si tratta, le aule quando passiamo davanti alle loro finestre e dove sono i campi sportivi e la palestra. Poi, osservando i volantini che ho in mano dice <A quanto vedo ti hanno già invitato a un sacco di feste, è normale con le matricole, ma stai attento, i ragazzi più grandi sanno essere dei veri stronzi>.
E, alle sue parole, ripenso al gruppetto di ragazzi senza maglietta che ho visto sfilare prima.
<Hai intenzione di andarci?> mi chiede, indicandomi i volantini con gli inviti alle feste.
<Magari si, ma non subito. Vorrei prima ambientarmi un pò e fare qualche conoscenza, non conosco nessuno qui>.
<Beh, ora conosci me> mi dice raggiante, poi afferra uno dei volantini, pesca dalla borsa una penna e ci scrive sopra qualcosa <Questo è il mio numero, per qualsiasi cosa non esitate a contattarmi. Io alloggio al dormitorio Ovest e tu?>.
<Io al dormitorio Est> le dico e, ripensando alla mia stanza al dormitorio, mi torna in mente che non ho ancora conosciuto il mio coinquilino. Ieri, quando sono arrivato, lui non c'era ancora, e nemmeno stamattina. Forse arriverà nel pomeriggio o nei prossimi giorni.
<Spero che tu abbia un coinquilino simpatico> prosegue lei, senza nemmeno farlo apposta, come se mi avesse letto nel pensiero <Io ora sono sola perché la mia coinquilina si è laureata lo scorso anno e ti assicuro che era insopportabile. Passava tutto il tempo a truccarsi e portarsi i ragazzi in camera, si sarà fatta almeno la metà dei ragazzi etero del campus. Se mi daranno una nuova compagna spero sia simpatica, o che almeno non mi rompa in continuazione le scatole su quale rossetto le sta meglio>.
Devo ammetterlo, May mi piace già un sacco. Sembra una ragazza semplice, come me, senza fronzoli per la testa. Inoltre la sto trovando molto simpatica e mi sta facendo morire dal ridere col suo parlare a macchinetta. Non sta zitta un secondo.
<Parlando di ragazze, tu che mi dici? Sei fidanzato? Hai una bellissima ragazza che aspetta impaziente il tuo ritorno a casa? A proposito, di dove sei?>.
Mi mordo il labbro, indeciso se dirle la verità o mentirle. Ma poi, mentre la osservo aspettare la mia risposta, mi ricordo della promessa che mi sono fatto prima di partire.
Essere me stesso.
Essere ciò che sono davvero senza timore.
Essere libero. Cosa che a casa, in quel buco di città, non potevo essere.
<Vengo da Dallas> le dico, inizialmente.
Lei fa un fischio di approvazione <Oh, un texano. Ho sempre trovato sexy da morire i texani e devo dire che anche tu, Mark, non sei niente male. Sei proprio carino>.
Faccio una risatina imbarazzata <Grazie, lo stesso vale per te. E no, non ho una ragazza, io in realtà... sono gay>.
May si ferma per un istante e mi guarda. Io invece mi meraviglio di me stesso nel constatare con quanta disinvoltura, con quanta tranquillità ho affermato di essere omosessuale.
Ora che ci penso, ho detto di essere gay ad alta voce solo quando ho fatto coming out con Aiden, poi non ho più pronunciato davvero quella parola, se non nei miei pensieri.
E ora mi rendo conto del grande sbaglio che ho fatto fino ad oggi, perché mi sento davvero libero ora che l'ho detto. Non so spiegare esattamente ciò che provo, ma tra le tante emozioni che sto sentendo in questo momento, quella che prevale tra tutte è l'orgoglio.
Si, sono orgoglioso di essere me stesso.
Sono orgoglioso di questo piccolo grande passo che ho fatto.
Sono orgoglioso di essere gay.
May si riscuote e, facendo un sorriso a trentadue denti, urla <Ma è fantastico! So che è un cliché, ma ho sempre desiderato avere un amico gay. Dobbiamo trovarti immediatamente un bel ragazzo>.
<In realtà> le dico, e i miei pensieri volano all'istante a quel dannato Starbucks e al ragazzo che non mi fa dormire la notte, disturbando ogni volta i miei sogni <Non sono molto in vena di trovare un ragazzo, o meglio...>.
<Fammi indovinare> mi interrompe lei <C'è già qualcuno che ti occupa la testa e il cuore, ci ho preso?>.
<Non sai quanto> esclamo, scuotendo la testa.
Riprendiamo a camminare e, finalmente, dopo due minuti May mi dice <Ecco la segreteria>.
Cavolo, si trova proprio nell'edificio difronte al quale ero prima. Ho proprio un pessimo senso dell'orientamento.
<Ti aspetto qui fuori così ne approfitto per chiamare mia madre, altrimenti va fuori di testa>.
Annuisco <Ok, cercherò di fare il prima possibile>.
Lei si siede in una delle panchine accanto a noi, io mi incammino verso la segreteria e, una volta dentro, trovo una fila lunghissima.
Noto che su una scrivania nel corridoio ci sono dei numeri e, vedendo gli altri ragazzi con i numeretti in mano, deduco che funzioni come al supermercato, quindi strappo il numeretto e mi appoggio al muro, in attesa del mio turno.
Una decina di minuti dopo sento il telefono squillare in tasca, così lo prendo e leggo sul display il nome di mio fratello.
<Ehi> rispondo.
<Ciao fratellino, come sta andando questo primo giorno da universitario?> mi domanda lui, mi sembra di vedere il sorriso che ha stampato in faccia.
<È iniziato in modo disastroso> lo metto al corrente, voltandomi nella direzione opposta alla porta della segreteria.
<Che è successo? Ti sei già cacciato nei guai?> ribatte Aiden, ridendo.
<No, il fatto è che mi sono svegliato in anticipo di due ore per essere sicuro di non arrivare in ritardo e, invece, ho passato quasi tutta la mattina a cercare la segreteria che avevo proprio alle mie spalle. Credo di aver già saltato una lezione per questo, ma lo saprò solo quando avrò l'orario in mano. Quindi ora sono qui in segreteria e c'è una fila infinita> sbuffo, ridacchiando tra me e me per le mie disavventure da matricola <In compenso però, ho conosciuto una ragazza molto simpatica che mi sta aiutando ad ambientarmi e mi sta mostrando un pò il campus>.
<Ottimo> mi dice lui. Sento che mentre parla ha il fiatone, quindi immagino che stia facendo la sua solita corsa mattutina.
<Si, e... le ho detto che sono gay> gli dico sorridente. Non appena pronuncio la parola gay noto che alcuni dei presenti intorno a me cominciano a parlare tra di loro tra risatine e occhiate. Non so se siano decisorie o no, ma non me ne importa proprio nulla.
<Bene, a quanto pare abbiamo un finocchio tra noi> dice un ragazzo alto, biondo e con le spalle larghe. Molto probabilmente al liceo deve aver giocato a football.
Alcuni si mettono a ridere, mentre altri, una minima parte e composta per lo più da ragazze, scuotono la testa e mi rivolgono un sorriso dolce.
Lo ignoro, come ignoro tutti e torno a concentrarmi su Aiden che mi sta dicendo <Chi è stato? Ho sentito quello che ti ha detto>.
<Tranquillo fratellone, non farci caso, a me non importa niente. Non mi farò mettere i piedi in testa da nessuno. Io sono gay, non me ne vergogno affatto e a chi non sta bene che vada a farsi fottere, è un problema loro> lo rassicuro.
<Sono davvero orgoglioso di te, Mark> mi dice Aiden, e le sue parole mi scaldano il cuore. È come se con questa semplice frase mi stesse abbracciando da lontano. Riesco a percepire la sua vicinanza e il suo affetto.
Mi volto di nuovo verso la porta della segreteria e gli dico <Anche io sono orgoglioso di...>.
Tuttavia, non faccio in tempo a finire la frase che la mia attenzione si sposta su qualcos'altro, o meglio, su qualcun'altro.
Ma come è possibile?
Il ragazzo che, quasi sicuramente, è appena uscito dalla segreteria, mi passa accanto sfiorandomi appena la spalla. Non se ne accorge nemmeno e io riesco a vederlo solo di sfuggita, non avendone quindi la certezza.
Ma poi ripenso che non può essere lui, che in questo momento lui è a chilometri di distanza a servire caffè e cornetti caldi.
Eppure... non lo so, sembrava davvero lui.
<Mark? Ci sei?> sento Aiden chiamarmi all'altro capo del telefono.
<Ehi, si, scusa Aiden> gli dico, tornando velocemente in me.
<È successo qualcosa?>.
<No> rispondo, anche se non ne sono del tutto sicuro <No, è che... mi era sembrato di vedere una persona>.

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Spazio autore:
Ciao a tutti ragazzi, come state?
Scusate se ho pubblicato il nuovo capitolo con un giorno di ritardo, ma ieri ho avuto un imprevisto.

Spero davvero che questo nuovo capitolo sulla storia di Mark e Daniel vi sia piaciuto.
Se è così lasciate una stellina e fatemelo sapere nei commenti. Ci tengo davvero tanto a leggere i vostri commenti.
Vorrei sapere inoltre, sempre con un commento, se vi interessa questo argomento, ovvero l'omosessualità e l'amore tra due ragazzi dello stesso sesso. Mi piacerebbe sapere anche se tra voi lettori ci sono ragazzi e ragazze omosessuali e cosa ne pensate della storia e del modo in cui sto trattando l'argomento.
Aspetto dei commenti!! 😊 anche da parte dei lettori "silenziosi".
Fatevi sentire!!! Mi fa solo piacere!!

Ma venendo a quello che è successo nel capitolo... vi è piaciuta la naturalezza in cui Mark ha rivelato di essere gay?
Cosa ne pensate di May?
E soprattutto, secondo voi chi sarà la persona che ha visto Mark alla fine del capitolo?
Sarà stato vero o se lo sarà solo immaginato?
Fatemi sapere anche questo nei commenti, mi raccomando!

A breve, inoltre, saprò darvi altre novità e anticipazioni riguardo il cartaceo de IL NOSTRO FANTASTICO ERRORE, perciò stay tuned!!!

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