Il ragazzo di Starbucks
Durante il tragitto verso la stazione, Aiden mi fa le solite raccomandazioni che di solito spetterebbe a un genitore fare e non a un fratello. Solo di due anni più grande di me per giunta.
Da questo punto di vista, Aiden è proprio come un genitore, si comporta come un padre con suo figlio. Ma se devo essere sincero, questa cosa non mi dispiace, in fondo in questo modo dimostra di tenere a me e di volermi bene.
<E non accettare caramelle dagli sconosciuti> sghignazza alla fine delle sue raccomandazioni.
Mi volto inarcando un sopracciglio, divertito <Fai sul serio?>.
Aiden mi guarda a sua volta. <No> mi dice, scoppiando a ridere.
Ridiamo insieme per un po', fino a quando arriviamo difronte allo Starbucks della città. Chi l'avrebbe mai detto che in una piccola cittadina come questa avrebbe aperto uno Starbucks?
Questa è la prova che tutto è possibile nella vita, anche le cose più impensabili.
<Ehi> mi dice Aiden, indicandomi il bar proprio alla nostra sinistra <Avrai bisogno di bere e mangiare qualcosa durante il viaggio>.
Non faccio in tempo a dargli una risposta che entriamo nel parcheggio.
Aiden spegne la macchina <Ti aspetto qui, vedi di trovare il coraggio di parlare a quel ragazzo stavolta. Chissà, magari è la volta buona no?>.
<Ah, ora capisco> gli dico, ridendo <Non mi hai portato qui per prendere qualcosa per il viaggio>.
<Sei perspicace fratellino> ride lui, spingendomi letteralmente fuori dalla macchina <Muoviti!>.
Guardo l'entrata di Starbucks e mi ritrovo a tirare un lungo sospiro.
Osservo le persone muoversi all'interno del bar dalle vetrate dell'edificio, i camerieri che si danno da fare per servire al meglio i loro clienti.
C'è un ragazzo che lavora qui.
Non ho mai avuto il coraggio di parlargli.
Tra noi ci sono stati solo dei piccoli sguardi. Piccoli si, ma pieni di significato.
È bastato quello, il suo sguardo unito al suo sorriso, a farmi perdere la testa per lui.
Ripensando a quando sono stato sciocco a non farmi avanti prima, mi rendo conto che Aiden ha ragione. Non tornerò qui prima dei Ringraziamento e conoscendomi, so perfettamente che non farò altro che pentirmi di non averlo fatto ora.
Così, finalmente trovo il coraggio e inizio a camminare a passo svelto verso l'entrata. Varco la soglia del bar e vado dritto al bancone.
Aspetto qualche istante, fino a quando una ragazza dai capelli neri, sui vent'anni, viene da me. Non sapendo cos'altro fare, ordino quello che decido di mangiare durante il viaggio.
Mentre la ragazza prepara il mio ordine, mi guardo intorno. Osservo i camerieri che stanno servendo ai tavoli, mi sporgo a guardare verso la cucina, la cui porta è rimasta aperta difronte a me, dall'altra parte del bancone, dopo che la ragazza che mi ha servito vi è entrata.
Passa qualche minuto, e alla fine mi rendo conto che neanche questa è la volta buona di cui parlava Aiden poco fa.
Il ragazzo non c'è.
La cameriera torna dalla cucina con in mano il mio ordine e me lo porge. Una volta pagato la ringrazio forzando un sorriso ed esco dal bar.
Mentre raggiungo di nuovo la macchina, noto lo sguardo impaziente di Aiden che mi osserva. Io invece mi prenderei a schiaffi per non aver trovato prima il coraggio di parlare a quel ragazzo.
<Allora? Com'è andata?> mi chiede Aiden, una volta che sono tornato in macchina.
Sento un senso di malinconia mista a tristezza invadere ogni parte di me.
<Non è andata> gli dico solamente, deluso di me stesso.
<Che vuol dire? Non mi avevi detto che, nonostante non vi siate mai parlati, ti aveva fatto capire che ti ricambiava?>.
Mi ricordo bene quel giorno, il giorno in cui ho avuto la silenziosa conferma di essere ricambiato.
Ricordo il suo sorriso bellissimo, la sua mano affettuosa che mi sfiora la spalla.
<Si, infatti> gli rispondo quasi in un sussurro <Ma non c'era>.
<Oh> sento dire a Aiden, mentre esce dal parcheggio di Starbucks.
La sua mano gira sul volante, l'altra invece mi accarezza la testa in segno di affetto e di conforto.
<Mi dispiace fratellino>.
La macchina esce dal parcheggio e Aiden si rimette in strada.
Appoggio la testa al finestrino e osservo Starbucks allontanarsi sempre più da noi.
E con lui, la mia speranza di rivederlo.
Passeranno mesi prima che io torni qui. E in quei mesi può succedere di tutto.
Forse non era destino.
Forse...
<Ehi> sento la mano di Aiden sulla spalla. La sua voce interrompe i miei pensieri bui.
<Non abbatterti Mark> mi dice dolcemente <Forse non è ancora arrivato il vostro momento. A volte le cose più belle accadono quando meno te lo aspetti>.
Già, forse ha ragione lui.
O forse quel momento è già arrivato, ed io non ho saputo coglierlo.
Tuttavia, mi piace pensare che quel momento potrebbe ancora arrivare.
Non solo per me, ma anche per Aiden.
Le cose più belle accadono quando meno te lo aspetti.
Già, forse ha ragione lui.
Forse non è ancora arrivato il nostro momento.🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈
Spazio Autore:
Bene ragazzi, con il secondo capitolo finisce qua l'anteprima della storia d'amore di Mark e Daniel.
Ho voluto farvi questo regalo per San Valentino, ma la storia continuerà a partire da GIUGNO.
Nel frattempo cercherò di riprende finalmente la storia di Sam e Kyle, che, ahimè, ultimamente ho lasciato un po' andare per via di impegni lavorativi e universitari.
Ma questo non vuol dire che mi sono dimenticato di loro, anzi, tutt'altro!Detto ciò, vi auguro una buona serata e ricordatevi di inserire Prendimi per mano e portami a scoprire l'amore nella vostra libreria, in modo da ricevere ogni info.
Spero davvero che questi primi capitoli vi siano piaciuti. Se è così, mi raccomando, lasciate una stellina e un commento!
Ricordate... Mark e Daniel vi aspettano a Giugno per farvi emozionare allo stesso modo di Brooke e Aiden, ma cosa più importante, per farvi innamorare nuovamente ❤
🌈
Prendimi per mano e portami a scoprire l'amore
A Giugno su Wattpad 💘
STAI LEGGENDO
Prendimi per mano e portami a scoprire l'amore
Romance• Summer Love #0.5 • Novella prequel di Summer Love (I segreti di Felicity Valley) Presente su Amazon in una versione rivista e corretta Mark e Daniel. Li abbiamo conosciuti in "Summer Love". Li abbiamo amati. Abbiamo pianto con loro. Ed ora è arriv...