Capitolo 6

88 7 1
                                    

Un'altra faticosa settimana di scuola era giunto al termine e stava per iniziare il week-end, quei due intensi giorni composti da noia e serie tv di vario tipo, anche quel sabato lo avrei passato senza Shawn, e ancora non avevo risposte sul perché.

Mentre passeggiavo verso casa, con lo stomaco che si lamentava per la fame e per il fortissimo bisogno di pizza, sentii affermarmi per la larga giacca di jeans, venendo catapultata in uno dei vicoli della città.

“Cazzo!” urlai prima di scoprire chi era stato a trascinarmi fino a lì.

Justin.

“Madelaine mi ha detto che stai cercando Carter Jenkins. Perché? Chi ti ha dato questo nome?” fu la prima cosa che mi disse.

“Seriamente? Cioè, lo fai seriamente? Mi sono tormentata in questi giorni come una stupida perché tu non rispondi alle domande, e poi pretendi che io ti risponda?” lo guardai incredula.

“Non ti sto chiedendo se puoi farlo, tu lo fai, e basta. Ora. All'istante. Stai prendendo questa situazione troppo poco seriamente, potresti essere in pericolo, merda. Dimmi chi cazzo ti ha parlato di questo Carter Jenkins!” mi bloccò al muro, tenendoci le mani appoggiate che piano piano si stavano schiudendo in un pugno.

Credeva di mettermi in difficoltà con quel suo sguardo magnetico?

Sì, in gran parte ci riusciva, mi puntava gli occhi addosso tanto che mi opprimevano per quant'erano intensi. Era il caramello dei suoi occhi a fregarmi, ti catturava e ti affascinava, a tal punto che ti chiedevi cos'avevi fatto di male per meritarti quella tortura.

“No, non lo farò. Non prima che tu dia una risposta alle mie di domande” gli risposi, probabilmente non era abituato a parlare con una che gli tenesse testa.

“Sei una testa calda, allora...Bella, veramente, è per il tuo bene. Lo dico solo ed esclusivamente per questo. Tu non dovresti fidarti nemmeno di me, a vedermi dovresti scappare, ma non lo fai, perché? Tu stai prendendo tutto questo come se fosse un film, l'hai visto che avevo una pistola, cazzo? E questo non ti fa pensare, non ti fa riflettere?” mi disse, stavolta con un tono di voce quasi dolce e comprensivo.

“Io non mi fido di te, Justin” sussurrai.

Lo sentii deglutire, non ne ero certa, poiché i miei occhi erano fissi sui suoi, e non riuscivano a staccarsi senza avere una voglia immensa di rifiondarcisi di nuovo.

In un nano secondo, prima che potessi rendermi conto di quello che stava per succedere, lui si avvicinò ancora di più a me. Il ciuffo gli ricadeva sul viso, era così vicino che riuscivo a sentire per bene il profumo da uomo che aveva. Non il profumo che usava, bensì quello della sua pelle, dopo la doccia, prima della doccia. Era sempre lo stesso, ne ero sicura. Le sue labbra erano a pochissimo dallo sfiorare le mie, e le emozioni che provavo erano indescrivibili, mi strappavano il respiro dal petto e mi bloccavano il cuore. Eravamo immersi in silenzio attonito dove erano rinchiusi mille pensieri e mille paure, che ebbero la meglio sul momento.

“No..non posso” si allontanò di poco, mi guardò un ultimo secondo, prima di andarsene, lasciandomi sola, con dei dubbi moltiplicati e il cuore che stava per riprendere il battito.

Fanculo.

Bad Things.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora