Qualche settimana dopo era tutto uguale a gennaio, tranne il fatto che Jacob non mi feriva più e a farlo era un'altra persona. Shawn non sapeva niente di me e Justin, solo che avevamo parlato qualche volta e che non potevamo definirci amici. In effetti, non lo eravamo mai stati. Tutto il contrario.
Io per Justin ero solo un pericolo, poiché sapevo tutto su di lui, sul vero lui. Rappresentavo semplicemente quel frammento di errore che non doveva commettere mai più, per non mettere a rischio ciò che era realmente. E non parlavo del suo lato dannoso e imprudente, ma di quella pochezza da uomo che portava con sé, quella inesistente voglia di rischiare per una ragazza. Lui aveva giocato con me e io l'avevo capito troppo tardi.
Le novità nella mia vita erano arrivate e non erano affatto buone, Shawn era tornato quello di sempre sì, ma con qualche differenza causata dalle sue amicizie ancora intatte. Ad esempio, avevo incominciato a fumare e frequentare feste, stavolta divertendomi. Ridevo, scherzavo, bevevo, finché non incontravo il suo sguardo.
Lui era strano, non era facile capirlo e neppure io ci riuscivo, forse mi odiava o, in qualche modo, mi temeva. Oppure, forse, odiava ammettere che gli avevo smosso qualcosa che nessun'altra era mai riuscita a smuovere. Ne dubitavo, però.
Justin era certo di non avere un cuore, a tal punto che voleva convincere chiunque che fosse così, pure chi a stento la prendeva seriamente come cosa. Ognuno ha una corazza, un modo di proteggersi, e il suo era dipingersi come una persona insensibile e impercettibile. Nei suoi occhi caramello c'era incastonata un'anima immensa che non credeva ai valori della vita, perché troppo trascurata.
Sapevo bene che qualcosa lo aveva fatto diventare così ed avevo incominciato a pensare che avesse visto l'amore dei suoi genitori andare a rotoli, nella sua testa si era, probabilmente, esposto un senso dell'amore parecchio spento.
"Sei pronta? Non ho intenzione di aspettare neanche un altro secondo" disse Shawn alzandosi dal letto, mentre io ero davanti allo specchio all'opera con il mio trucco.
"Ancora un attimo! Intanto mettiti le scarpe e portami le mie"
Dopo il nostro riavvicinamento lui aveva continuato a mantenere i rapporti con i nuovi amici che si era fatto e dovevo ammettere che erano molto simpatici, spesso uscivamo insieme. Quella sera Michael, un simpaticissimo ragazzo di colore che mi faceva sempre morire dalle risate, avrebbe dato una festa in piscina per i suoi diciotto anni e noi ci stavamo andando.
Per l'occasione avevo indossato un costume intero che avevo utilizzato anche come body e dei jeans strappati, entrambi di colore nero, come tutto ciò che c'era nel mio armadio da qualche mese.
"Eccomi, sono pronta! Come sto?" feci una smorfia con il viso facendo il segno della pace, come se stesse per scattarmi all'improvviso una foto.
"Sei bellissima, dai andiamo" non mi guardò neanche correndo verso l'uscita. Ridacchiai.
In circa venti minuti fummo da Michael, lui abitava al centro di Manhattan, proprio per questo aveva una villa con la piscina enorme. Era la prima volta che ne vedevo una così grande.
"Hey, Walmart! Mendes, sono tutto per voi" venne verso di noi.
"Ti abbiamo portato un regalo, lo ha scelto Shawn. Se non ti piace prenditela con lui" gli lasciai un bacio sulla guancia che lui sembrò apprezzare, facendo quel sorriso malizioso che mi faceva ridere.
"Grazie! Almeno voi avete preso qualcosa che mi si addice, alcuni mi hanno comprato dei vestiti. Capite? Dei vestiti!" esclamò.
Michael era lo stesso ragazzo che non ci voleva far entrare alla prima festa in cui ero stata, la stessa dove Shawn aveva iniziato ad allontarsi da me e io avevo visto Justin con una pistola. Dimenticalo. È tutto finito.
Ricordavo il profumo della sua pelle...dimenticalo...il suono della sua voce, caldo e forte...dimenticalo...ricordavo la profondità dei suoi occhi...dimenticalo. Ma si poteva davvero ordinarsi di dimenticare qualcosa? Il solo pensiero di non potermi liberare di quei ricordi, e che dovevo conviverci per sempre, mi faceva scattare dalla rabbia. Dovevo scappare, ma come facevo a scappare da qualcosa che era dentro di me?
Ed ecco che, pensandolo, mi apparve davanti nella sua più sfrontata sicurezza, con quegli occhi che mi cercavano, che ammaliavano e ingannavano allo stesso tempo. Lo avevo detto anche prima di conoscerlo che i suoi occhi erano bugiardi. O forse era bugiarda la sua personalità? O, ancora, forse, lo erano entrambe.
"Ciao Shawn...Bella ─ accennò un saluto non molto gradito da parte mia ─ Come va?"
Il suono della sua voce, caldo e forte...dimenticalo.
"Bene" mentii un po' distaccata. Esagera. "Benissimo."
"Sì, ce la spassiamo molto bene ultimamente. Andiamo a farci un bagno, sono qui solo per questo! Senza offesa, Michael" gli diede una pacca sulla spalla, ovviamente stava scherzando.
Le braccia di Shawn erano amichevolmente appoggiate sulle mie spalle, tanto da farci stare troppo vicini. Guardai Justin, era rigido e impavido. Non era lui. Notò che lo stavo fissando, i nostri occhi si incrociarono.
La profondità dei suoi occhi...dimenticalo.
"Sì, andiamo a farci un bagno" tolsi le scarpe e i jeans mentre correvo verso la piscina, per poi buttarmi.
"Andiamo, ragazzi. Vi voglio tutti quanti nella fottuta piscina prima che questo posto si riempa di gente" sentii Michael.
I ragazzi vennero verso la mia direzione, fra questi c'era anche Justin. Si tolse la maglietta e io cercai di guardare altrove per non dare nell'occhio, così mi limitai a nuotare per tutta l'area della piscina. Sentii il suo tuffo.
"Oddio, Shawn. Devo farti vedere una cosa, ci metteremo un secondo" lo avvertì Michael.
Respira, Bella. Respira, inspira. Ce la puoi fare. È tutto finito.
I due se ne andarono all'interno della validissima casa di Michael, lasciando me e Justin da soli.
"Bella?" la sua voce mi risvegliò da quella miriade di pensieri.
"Volevo solo dirti che i Crips non ti stanno cercando più, credo che ti temino. Fanno bene" si avvicinò a me e io intanto sentivo il cuore martellarmi nel petto.
"Mh?" alzai un sopracciglio in riferimento alle ultime due parole che aveva proferito.
"Sei brava a mettere paura alle persone...o a farle sentire in colpa. Tutto qua" fece spallucce come se non stesse dicendo niente di che.
"E tu sei bravo a ferirle le persone" mi accorsi poco dopo che sarebbe stato meglio stare zitta.
"Ti ho semplicemente aiutata, Bella. Lo sai pure tu che è stata la cosa migliore per entrambi" cercò il contatto visivo che non potevo dargli per salvaguardare me stessa.
"Nessuno ha detto il contrario e nessuno ha parlato di quando hai troncato il nostro rapporto. Sto parlando di quando un giorno mi baci e un giorno non puoi più farlo. Tu mi hai presa in giro, Justin! Ecco cos'hai fatto!" sputai tutto quello che per quasi un mese mi ero tenuta per me.
"Quello che ho provato in quel cazzo di spogliatoio o in quella cazzo di macchina tu non puoi metterlo in dubbio, Bella. Questo no" tentò di farmi cambiare opinione a riguardo.
"E allora perché non hai corso il rischio? Se era tutto così forte e travolgente come lo era per me perché ti sei arreso al primo ostacolo? O forse mi sbaglio?" insistetti.
"Saresti morta, Bella. Io mi sentivo ricattato. O ti lasciavo perdere io, o loro non lasciavano perdere te. Me lo sentivo e così ho fatto in modo che tu mi odiassi" disse.
I due tornarono buttandosi con noi nella piscina e chiedendoci di cosa stavamo parlando.
"Solo delle lezioni pallose del nuovo supplente" mentì.
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Bad Things.
ActionAncora parte integrante di un brutto periodo che coinvolge il suo ex fidanzato, Bella torna a scuola dopo le vacanze natalizie e prosegue la sua solita vita con al suo fianco la famiglia e il migliore amico Shawn. Un incontro però sconvolgerà la su...