Capitolo 13

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NB: Scusate se il capitolo è cortissimo, è solo di passaggio. Nei prossimi entrerete realmente nel vivo del libro. Vi ringrazio.

Un'altra giornata stressante e ammaliante allo stesso tempo stava per giungere al termine, era una questione di minuti, stavo semplicemente aspettavo che il sonno prendesse il sopravvento su di me. Eppure, il display del mio cellulare si accese, segno che mi era appena arrivata una notifica. Credevo di aver spento il wi-fi, come facevo ogni notte per non venire disturbata.

Da: Jacob
Hey, volevo dirti che se vedi Justin molto incazzato non è a causa tua. Solo questo. I Crips sono riusciti a rubare una cosa a noi molto cara, ecco qui. Quindi, non prendertela se ti risponde male.

Ci pensai più volte prima di digitare quello che avevo in mente.

A: Jacob
Perché dovrebbe importarmi di come si comporta Justin? Comunque di cosa si tratta? Se posso essere d'aiuto...

Da: Jacob
Hanno rubato il nostro floema. È una specie di bibbia per noi. Lì ci sono tutti gli schemi, tutte le leggende, c'è tutto. E loro ce l'hanno rubato. Non penso tu possa fare qualcosa per riaverlo indietro, ma sicuramente noi faremo qualcosa per vendicarci.

Per un attimo realizzai che stavo parlando con il mio ex fidanzato dopo un sacco di tempo, lo stesso che mi aveva rovinato le vacanze natalizie.

A: Jacob
La priorità non è la vendetta ma riprendersi quello che vi hanno preso, e io vi aiuterò come voi state facendo con me. Ti racconto tutto domani.

Detto ciò, spensi il wi-fi e andai a dormire, cullata dalle grandi braccia dei sogni.

[...]

Non avendo mangiato nulla a casa ed essendo abbastanza assetata e bisognosa di caffè-latte, decisi di fermarmi al bar della scuola. Per puro caso, come la volta prima, incontrai Jacob, intento a prendersi un frappè alla fragola.

“Buongiorno, Bella. Che dici, ci fermiamo a bere qui le nostre bevande per parlare di tu sai cosa? Offro io!” mi sorrise a trentadue denti.

Non feci neppure in tempo a ribattere che il barista gli diede lo scontrino. Ricambiai il sorriso, per poi ringraziarlo evidentemente imbarazzata.

“Quindi...qual è il piano?” prese posto e io lo seguii, mettendomi davanti a lui e stringendomi nella giacca di pelle.

“Dove potrebbero aver lasciato il vostro floema? Io credo che lo abbiano messo temporaneamente sotto al materasso di uno di loro, il punto è chi” risposi.

“Perché lo credi?” ridacchiò.

“Me lo sento, più che altro. Sai...il sesto senso delle donne. Tipo quando mi hai tradita e io mi sono sentita come se stesse succedendo qualcosa e, in effetti, non mi sbagliavo” feci riferimento a quel terribile giorno.

Rimase in silenzio, senza rispondere, con il senso di colpa che lo assaliva.

“Stavo scherzando! È acqua passata, ormai. Stavo dicendo...ecco, tu devi dirmi secondo te chi ha nascosto il floema e, poi, troverò il modo di entrarci con il mio sex apple. Sai cosa intendo” gli spiegai ogni passaggio.

“Mi piace! Comunque, Justin non deve saperne assolutamente niente. Te lo vieterebbe, dovrei farlo pure io, ma mi assicurerò io stesso che ne uscirai sana e salva. Fidati, questa sarà la dimostrazione che tu sei il sangue del nostro gruppo. E sai bene che nel nostro nome c'è la parola sangue, capisci cosa intendo?” alzò un sopracciglio e io mi limitai a sorridergli.

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