"Che succede con Clarke?" Mi chiese immediatamente una volta che c'eravamo staccate
Finsi di non capire a ciò che si riferendo ma era troppo intelligente per cadere nel mio tranello.
"Non prendermi in giro sorellina, ti conosco fin troppo bene e so interpretare molto bene i tuoi movimenti facciali e corporali" mi riprese subito"Non le ho ancora detto dei miei sospetti" le rivelai la verità
"Perché? Pensavo che l'amassi e che quindi non avessi nessun segreto con lei"
"La amo ma sento che non sia ancora il momento di dirglielo. Non so come la prenderebbe"
"Clarke è una ragazza tosta, sono sicura che non reagirà così male alla notizia, anzi, sarà felice di sapere che abbiamo una pista a riguardo. Alla fine, non è nulla di così sconvolgente"
La mia espressione si fece cupa e lei lo notò subito, forse non ero così brava a mascherare le miei emozioni."C'è dell'altro non è così? Cosa ti preoccupa così tanto da non dirle la verità?"
"Ho paura che sappia la verità su di me e che mi lasci una volta che ha capito che razza di persona sono"
"Da quanto la conosci?" Mi domandò prendendomi alla sprovvista
"Da quasi un anno ormai. Perché?"
"Perché sa già come sei realmente, in tutto questo tempo è riuscita a cogliere tutti i tuoi lati migliori e peggiori, sono sicura che capirà e penso che tu la stia sottovalutando troppo"
Tirai un sospiro di sollievo, Luna aveva ragione e io troppo paranoica ma il pensiero che Clarke potesse reagire male era fisso nella mia testa. Una sua provabile scoperta sulla mia vera origine mi spaventava a morte, nonostante mi ero ripromessa più volte che un giorno le avrei raccontato tutto, ma questo non mi sembrava il momento adatto, anzi, nessun momento mi sembrava quello giusto.
"Heda la cena è pronta, la stanno aspettando tutti" mi avvertì uno dei soldati.
Segnalai di aver capito, facendo un cenno con la testa."Be', grazie per avermi chiamato, voi iniziate pure, io arrivo subito!" Esclamò Luna sarcasticamente, a cui poi diedi un'occhiataccia per questa battuta infelice.
Ero perfettamente consapevole che ancora nessuno dei miei uomini l'aveva ancora perdonata per ciò che aveva fatto, per loro lei era ancora una traditrice, una codarda, una persona di cui non ci si poteva fidare, e io non potevo in alcun modo biasimarli, se fossi stata al posto loro probabilmente l'avrei odiata anch'io, l'avrei rinnegata così come stavano facendo, ma in questo istante avevo bisogno che si fidassero di me, del mio istinto, del mio pensiero, che quantomeno rispettassero il mio volere.
Mi spezzava il cuore vedere mia sorella in quello stato di solitudine, di tristezza e di nostalgia, perché sapevo che la ragione del suo malessere era causato da me e dalla mia pretesa di volerla accanto in questa folle avventura, chiedendole implicitamente di rischiare anche la sua vita nel caso ce ne fosse bisogno, anche se tuttora non sapevo il motivo per cui l'aveva spinta a farlo, forse per l'affetto che provava nei miei confronti, forse per riscattarsi in qualche modo dopo la fuga, nonostante per lei quel momento non è mai stato un rimpianto, anzi, era stato il biglietto gratuito per la sua libertà e felicità, che io egoisticamente le avevo tolto.
Mi aveva fatto una promessa e l'aveva manutenuta, mi aveva riportato da Clarke e io non potevo esserle più grata, non mi doveva niente, né all'inizio, né ora, ma ciononostante lei era qua insieme a me, a lottare al mio fianco.
Presa troppo dai miei pensieri, non notai che due mani erano posati sulle mie spalle e mi stavano scuotendo ininterrottamente, aspettando che riprendessi conoscenza."Tutto bene sorellina? Ti vedo un po' persa" mi informò colei per cui mi ero completamente scollegata dalla realtà
"Sì, ero un attimo in soprappensiero"
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Our Final Journey
FanfictionLa storia riprende dalla 3x07, dopo che Clarke è uscita dalla stanza di Lexa