Capitolo 5

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Prima di andare a dormire, le due si fermarono a parlare per un po', Clarke aveva così tante domande da farle, che in quel momento in cui avrebbe potuto chiedere, non le venne in mente neanche una.

"Ti vedo pensierosa" affermò Lexa

"Sono solo stanca" rispose la bionda, abbozzando poi un sorriso

"Ti è piaciuta la città?"

"Sì"

"È tutto quello che hai da dire?" Domandò scherzosamente la mora

La ragazza dagli occhi azzurri annuì e poi stette a lei a fare una domanda.
"Mi hai detto che c'è un altro nightblood al di fuori, chi era? Hai mai provato a cercarlo?"

L'espressione di Lexa cambiò improvvisamente, era un argomento quasi tabù per lei, ma Clarke era curiosa di sapere e la giovane comandante era a conoscenza che l'amata non si sarebbe fermata se non avesse ottenuto qualche risposta, così decise di raccontarle tutto.

"Il suo nome è Luna, è una lei ed è mia sorella. Quando il mio predecessore morì, tutti i natblida addestrati furono avvertiti del combattimento all'ultimo sangue che avremmo dovuto affrontare il giorno seguente, ma la notte prima del grande giorno, dopo aver discusso con mia sorella, lei scappò per i boschi, se ne andò e mai nessuno l'ha trovata. Uccisi tutti i miei avversari e diventai la comandante del mio popolo e non andai mai a cercarla o mandai qualcun altro a farlo"

"Perché? Perché scappò e perché non andasti mai a cercarla?"

"Scappò a causa mia. Non aveva intenzione di battersi contro di me, non voleva ferirmi. Per questo se ne andò e fu accusata di tradimento e di codardia e fu esiliata dalle nostre terre. Non sono mai andata a cercarla perché sono la comandante e verrei accusata di alto tradimento e poi uccisa per questo. Ecco perché manca un cerchio nel disegno che ho dietro alla mia schiena"

"Mi dispiace davvero tanto. Si sente che ci tenevi a lei"

"Siamo cresciute insieme, abbiamo affrontato tutto insieme e quando seppi della sua fuga mi si spezzò il cuore. Ma credo che in fondo sia stato un bene, perché nonostante non stiamo insieme, so o almeno spero che lei sia ancora viva e che sia felice"

"Potrei andare a cercarla" propose la bionda

"Cosa? Non ci pensare neanche Clarke. Luna può essere dovunque e tu non conosci queste terre, ti perderesti sicuramente e finiresti per farti ammazzare!" Ribattè duramente la mora, lasciando l'altra ragazza ferita e senza parole.

"Grazie per la fiducia" rispose ironicamente

Lexa, appena realizzò ciò che aveva detto, si scusò immediatamente, sostenendo che era un argomento molto difficile per lei da parlare. Clarke capì perfettamente l'amata e ciò che voleva dire anche se era stato detto in malo modo.
Le due, dopo aver risolto il malinteso, andarono a dormire poiché una nuova giornata stava arrivando.

Era mezzogiorno e il pranzo era pronto per essere mangiato, la leader dei grounders stava aspettando impazientemente la sua adorabile ospite che non si presentò, così chiese a una guardia di andarla a cercare. La guardia tornò ma con brutte notizie, Clarke si stava preparando a partire dalla capitale per andare chissà dove.
Lexa corse immediatamente fuori e fermò la bionda prima che potesse montare a cavallo.

"Che stai facendo?" Chiese furiosa la giovane dagli occhi color smeraldo

"Me ne vado" rispose in modo brusco Clarke

"Dove e perché?"

"Vado a cercare la persona che non hai mai voluto cercare"

"Sei impazzita? Non conosci questi posti, i boschi sono pieni di insidie e qualche animale selvatico ti potrebbe magiare come pasto"

"Per questo non andrò da sola. Bellamy, Octavia, Raven, Monty, Jasper e Lincoln verranno con me. Lincoln conosce bene questi boschi e poi abbiamo armi a sufficienza per proteggerci dagli animali selvatici. Ritornerò ma questa volta con tua sorella. Non ti preoccupare per me, me la caverò come ho sempre fatto"

Lexa non credeva alle sue parole, era arrabbiata e sorpresa, non sapeva cosa dire e perciò disse istintivamente

"Allora vengo con te"
"Lincoln conoscerà questa zona ma io conosco tutte le terre e inoltre, sarete più al sicuro con me al vostro fianco. Non ti lascerò andare a cercare mia sorella senza di me" continuò la Heda

"Così ti farai uccidere" Ribattè Clarke, spaventata

"Che mi uccidano allora. Aspetta domani, in modo che possa preparare un esercito adeguato per questa ricerca"

La giovane leader del popolo del cielo accettò le condizioni e non partì ancora.

La sera non si fece attendere e dopo cena, prima di tornare nella sua camera, Lexa bussò alla porta di Titus per informarlo della sua partenza di domani.
"Lexa?!" Esclamò sorpreso dalla sua visita

"Domani partirò per una missione con un paio di uomini, lascio a te tutto il controllo della capitale e del popolo"

"Dove sei diretta?"

"A trovare mia sorella"

"Cosa? Ricordati che Luna è una traditrice e una codarda, ha preferito scappare che servire il suo popolo" ribattè

"E tu ricordati che è sempre mia sorella. Ho aspettato fin troppo per andare a cercarla. Confido in te, Titus. Sei stato il mio maestro e sei il mio braccio destro, uno dei pochi di cui io mi fidi ciecamente. Non deludermi" controbattè la comandante

"È stata un'idea di quella ragazzina, non è vero?" Chiese furioso l'uomo

"No! Clarke non c'entra nulla, è una mia decisione e la devi rispettare. Fino al mio ritorno, non dire nulla a nessuno, per favore" rispose la fanciulla per poi andarsene.

La mattina seguente era arrivata, i raggi del sole colpirono le finestre, oltrepassandole e illuminando le diverse stanze, le due ragazze erano già in piedi e si stavano preparando a partire. Una volta che fu tutto apposto, l'esercito di Lexa e le due leader uscirono dalle porte della capitale, percorsero metà bosco fino a incontrare gli amici di Clarke, che le stavano aspettando con le auto da un bel pezzo.

"Siete in ritardo" gridò Jasper fuori dal finestrino

"Abbiamo dovuto assicurarci che fosse tutto apposto" rispose l'amica

"Siete pronte?" Chiese Bellamy

"Sì" Risposero le due leader

"Allora andiamo! " annunciò il ragazzo

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