Capitolo 34

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LUKE's pov.

"È arrivato il suo momento."
Le parole del dottor Palmer mi arrivano come lame nel petto.
Eppure lo so anche io che tutto questo mio urlare non è che un'inutile provare a svegliarla.
Ma no,non si può.

Arriva l'ambulanza e cercano di togliermi dal corpo di mia madre,ma io cerco di non lasciarla,non posso lasciare che la portino via per sempre.
"Luke,lascia che la portino in ospedale.." Dice Summer.
Summer.
Appena sento la sua voce,mi alzo e la abbraccio forte.
Lei sta piangendo silenziosamente,mentre io continuo a singhiozzare forte.
Mi accarezza la schiena e io la stringo ancora e ancora,tanto da aver paura di farle male.
Rimaniamo così fino a quando l'ambulanza non comincia ad andare via.
Io la guardo,guardo il veicolo che lentamente mi allontana da mia madre, dall'angelo che mi ha dato la vita.

Summer mi prende il viso tra le mani e sforza un sorriso.
"Andrà tutto bene,lei se n'è andata felice...questo è l'importante!"
Io annuisco,ha ragione.
Ma solo per certi versi.
Come può andare bene?
Non andrà mai bene...

"Ragazzi vi accompagno a casa o in ospedale?" Chiede il dottore.
"In ospedale." Rispondo debolmente.
Andiamo verso la macchina.

Arriviamo in ospedale. Seguo il dottore,con Summer affianco.
Cammino,ma è come se non fossi nel mio corpo. Non sento niente. Il mio corpo non contiene la mia anima in questo momento..

Degli infermieri aprono la porta e lì,stesa sul letto,c'è la donna bellissima donna dalla quale ho preso gli occhi. È lì,più bella che mai.
Vado vicino a lei.
"Lasciatemi solo con lei."
Dico,con tono duro.
Tutti escono.
Accarezzo il viso di mia madre e involontariamente sorrido.
"Hey mamma...È arrivato il tuo momento. Non me ne capacito,devo dire la verità.  Io e te siamo stati lontani per molto tempo ed io mi...maledico per questo. Per colpa del mio stupido orgoglio ti ho abbandonata,come ha fatto papà... Io vorrei solo che tu sapessi che io ti voglio.. ti ho voluto tanto bene e,anche se avrei dovuto dirtelo più spesso, io non ho mai avuto dubbi su questo." Dico,con la voce rotta.
Non sto piangendo,ho finito le lacrime.

Esco dalla camera e Summer mi viene incontro.
Mi abbraccia e mi sussurra: "Andiamo a casa."
La sua voce è così delicata,mi ha sempre fatto impazzire.
Annuisco ed usciamo dall'edificio.
Fuori c'è il dottore che si offre di darci un passaggio in macchina.

Durante il tragitto inizia a parlare:
"Sai Luke,tua madre era molto speciale per me. Non era una semplice paziente. In questo arco di tempo,ho scoperto la donna straordinaria che era e non ho potuto fare a meno di innamorarmene."
Dice. Summer mi guarda con un sorriso triste.
"Avevo capito che tra voi c'era più di un rapporto dottore-paziente. La ringrazio di esserle stato vicino,sia dal punto di vista professionale che emotivo." Dico io,sincero.
Avere qualcuno che ci ama vicino,quando è un momento difficile per noi, è fondamentale.

Il dottore parcheggia sotto casa di mia madre e io e Summer lo salutiamo.

SUMMER's pov.

Entriamo in casa della mamma di Luke.
"Luke.." Dico.
Lui si è seduto sul divano con la testa tra le gambe.
Guarda il pavimento,assente.
"Luke.." Provo a chiamarlo di nuovo,in attesa di una risposta che non arriva.
"Dovresti andare a letto,hai bisogno di riposare." Dico,avvicinandomi un po'.
Lui alza la testa e mi guarda.
La rabbia si è impossessata del suo sguardo.
"Riposarmi?" Dice ridendo,una risata nervosa, di quelle che mettono i brividi.
"E perché dovrei riposarmi?Quando mi sveglierò mia madre sarà viva? Sarà tutto rose e fiori?No,sarà comunque una merda!" Urla,alzandosi di scatto.
Indietreggio,mi fa paura..

"Non capisci? Ogni volta ci deve essere qualcosa che va male,sono stanco. Smettila di dire che andrà tutto bene,non va bene un cazzo!" Dice agitando le braccia in aria.
"È solo un momento un po' così..." Dico. Ho paura,ma devo lasciarla perdere. Devo farlo ragionare.
"No,è una vita che va un po' così!" Sbotta,avvicinandosi di più a me.

Io mi irrigidisco. Lui tira un calcio al tavolino,rompendolo e facendo cadere tutto ciò che era poggiato su di esso.
"Luke,calmati..." Dico cercando di mantenere la calma,ma la voce mi tradisce.
"No che non mi calmo!" Urla,tirando un pugno al muro.
Cade a terra per la debolezza e inizia a borbottare,ma noto delle lacrime scendere dai suoi occhi.
Mi avvicino e lo abbraccio.
Le nocche della mano con cui ha tirato un pugno sono rosse e sanguinanti.
Gli accarezzo la schiena.
"Tranquillo Luke,ci sono io qui..."
Continuo a ripetere,accarezzandolo, fino a quando non si addormenta sulle mie gambe.
Ha bisogno di aiuto...

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