Capitolo cinque- Sofia

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"No, non penso di avere un solo foglio in casa perchè tu mi possa fare un autografo. Ma sono stata felice di averti incontrato."

Invia.

Tre settimane dopo dall'incontro, tra cui una passata nell'inferno del gli scrivo, non gli scrivo- decisi alla fine per la prima ipotesi, augurandomi con tutto il cuore fosse la cosa più giusta. Non mi risparmiai sogni ad occhi aperti, film dall' happy ending assai scontato dove la principessa smarrita- ossia io- sposa dopo mlle avventure l'avvenente principe azzurro- ossia lui. Temevo dall'altra parte che sarei finita ad essere, mostrandogli tutta la mia passione e dedizione, assimilabile alle mille fan che dovevano scrivergli ogni giorno.Aveva un occhio di riguardo per me, l'avevo percepito subito, e l'ultima cosa che volevo era perderlo, smarrire l'interesse che lui sembrava aver provato.

Giorno uno dopo l'invio, di Ermal nessuna notizia. Da quando ero arrivata a Roma, quasi una settimana, ero rimasta in pigiama tra il divano e la tivù. Avevo sfogliato distrattamente i libri da studiare per quell'esame- 210 pagine di pura bontà- ma li avevo messi via, assieme alla voglia di rivederli. Vivevo da sola- e scoprii che vivere da sola mentre aspetti che Ermal ti risponda ad una email è la cosa più brutta che possa capitare.

Giorno due, nessuna notifica di posta in arrivo. Ecco, pensai, ho fatto la cosa sbagliata. Ma cos'altro avrei dovuto fare, viste le così rosee premesse?

Passò una settimana, decisi in maniera definitiva di aver fatto proprio la scelta sbagliata.

Ero comodamente abbondata al mio divano, con la testa gettata all'indietro, sembrava che piano piano che la terra mi stesse risucchiando e che io non facessi niente per impedirlo, anzi, stare per più di un'ora a fissare il vuoto con la testa rapita da mille supposizioni non aiutava. Ripensavo a ciò che avevo scritto nel mio libro, pensavo al dolce viso di Ermal, poi di nuovo al libro,da Ermal al libro, dal libro ad Ermal, e tutto ciò mi pareva possibile. Non riuscivo a collegare le due immagini. La figura di Ermal leggere la mia opera tanto curata e tanto voluta mi pareva talmente contrastante, quasi disturbante. Perchè, insomma, tra me ed Ermal c'è una bella differenza, eppure lui mi aveva parlato, mi aveva guardato, esattamente come fanno le persone comuni. Che poi, mi chiedo, Perchè proprio io? Perchè aveva parlato proprio a me? Perchè l'aveva fatto? fino ad allora, la probabilità che si sia avvicinato a me solo per accertarsi del fatto che stessi bene, data la mia faccia, mi pareva la più plausibile. Eppure, ripensando al suo sorriso, ai suoi ricci infantili, ai suoi occhi così sinceri, sentivo la sensazione di star camminando nel vuoto.Stavo osservando ossessivamente la mia email senza risposta, che mi pareva così abbandonata e derelitta che pensavo avesse bisogno di compagnia, proprio come me in quel momento. Tutto questo per una persona che mi aveva parlato per dieci minuti scarsi. Mi guardai: il pigiamone a pois mi dava un'aria da Titanic affondato e pareva fondersi con il divano bianco, il computer poggiato sulle mie gambe era perennemente acceso e mostrava vigorosamente - quasi come presa in giro- la mia email desolata, la cosa meno dignitosa che io avessi mai fatto negli ultimi dieci anni. Sebbene di ricerche online sul mio principe azzurro ne avessi fatte, rimasi completamente spiazzata davanti ad un post di Ermal che mostrava il suo bel faccino sorridente insieme ad una carrellata di date e luoghi in cui si sarebbero tenuti i successivi concerti. Rimasi con il fiato sospeso leggendo che il 5 luglio sarebbe stato a Roma












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