Milano è una delle città più grandi e meno accoglienti che io conosca, mi persi più di una volta tra le sue vie sconosciute e talmente larghe da sembrare parte di un labirinto infinito. Mentre mi sarei dovuta concetrare solo su ciò che il mio editore mi stava dicendo, continuavo a pensare a che fine avrei fatto in quella metropoli. ''Sofia, credo che nello spazio autobiografico dovremmo aggiugere il fatto che quando qualcuno ti parla sembra che parli al muro'' Sorrisi imbarazzata e mormorai delle scuse a mezza bocca. "Dicevamo, signorina" riprese parola l'uomo sulla sessantina, proprietario di una grande casa editrice, che aveva intenzione di pubblicarmi anche all'estero "dell'idea di queste pubblicazioni fuori dall'Italia. Io e il suo editore troviamo che lei parli un linguaggio internazionale, soprattutto in questa nuova raccolta." si fermò, aspettando che io parlassi ma rimasi zitta a fissarlo con gli occhi allucinati. Continuò "Pensavamo di fare una prima data a Parigi e poi vedere come va. Naturalmente, alla traduzione ci penserei io. Credo molto in lei e in questo progetto.""Beh..beh..sono d'accordo." Non lo ero per niente. Non credevo avrei avuto seguito all'estero, mi sembrava un passo quanto meno prematuro e non avevo voglia di lanciarmi così lontano da casa per un risultato così poco sicuro.L'uomo allora parve soddisfatto. Si alzò, strinse la mano prima a me, poi al mio editore. "Ci vediamo presto a Parigi allora" disse a gran voce, uscendo.Impallidii. "Quanto presto?" "Abbastanza, cara. Penso che tra un paio di settimane sarà il caso di raggiungerlo." Un paio di settimane. Uscì a mia volta senza quasi salutare.
Ermal, come gli avevo chiesto, mi stava aspettando fuori. Un brevissimo scambio di messaggi era bastato per metterci d'accordo: lui voleva festeggiare questo grande passo, io volevo mettermi a piangere per questo grande passo. SI, i cambiamenti mi facevano una paura matta. Meno paura mi fece il sorriso spezzafiato che mi fece appena mi vide, aprendo la porteria della macchina. ''allora? come è andata?'' mi chiese con tono allegro, azionando il motore. Era incredibile il fatto come potesse mandarmi in confusione vederlo, nonostante tutto, non riuscivo a comportarmi da persona normale in sua presenza. ''Bene'' risposi distrattamente. Lui mi guardò, poco convinto, incitandomi a dirgli di più.'' Mi vogliono già mandare via. Tra due settimane ho la mia prima conferenza a Parigi''spiegai con rassegnazione. Lui fece un grugnito di approvazione, poi mi guardò, come di sua consuetudine, spostando lo sguardo dalla strada a me.'' tu però non sembri molto contenta'' disse a questo punto, serio. Alzai le spalle e gli sorrisi.''non mi sembra molto sicuro'' dissi. Lui rise. '' con questa prudenza...'' affermò, sospirando allegramente. Guardai fuori dal finestrino, annusando il profumo nauseante della sua macchina. Fermò l'auto davanti al mio hotel. Lo rigraziai del passaggio e feci per scedere, ma trasalii quando sentii il suo braccio sfiorare il mio, per fermarmi. ''Sofia...pensavo che le cene preparate negli hotel fanno cagare.'' si fermò e un ghigno comparse sul suo bel volto '' ti faccio provare le mie doti?" Strabuzzai gli occhi .oh merda. "...culinarie, Sofia." Ah. Lui scoppiò a ridere e continuò per mezz'ora come un cretino. Quando ebbe finito tirò un profondo respiro, accese di nuovo il motore "Andiamo a casa mia."
Ermal aveva messo su una cacio e pepe stellare accompagnata doverosamente con del buon vino. Parlare con lui mi impediva di pensare a qualsiasi altra cosa e sentire la sua voce mi faceva pensare di non essere sul pianeta terra. Come al solito, mi ci volle un po' per realizzare che Ermal mi avesse invitato a cena, e, in una reazione istantanea, sognai pensando a ciò che sarebbe potuto accadere. Ermal mi stava riempiendo di chiacchere mentre io buttavo giù il mio piatto di pasta. Dovetti ammettere il fatto che lui sapesse cucinare anche meglio di me, e constatai che se non fosse stato per lui in quel momento sarei stata sola e abbandonata a mangiare del cibo avanzato nel ristorate di un hotel a tre stelle. Mi aveva salvato da una brutta serata in solitudine. I suoi ricci penzolavano tranquillamente sui suoi occhi, e io morivo ogni volta che se li spostava da un lato, tentando di domarli. '' Vedi, Sofia, a volte non c'è niente di male nell'essere imprudenti. Ovviamente dipende dalle situazioni, ma di tanto in tanto trasgredire è anche più salutare di rispettare. Non bisogna avere sempre paura di fare cose che non sono sicure'' mi disse lui, riferendosi alla mia stupida paura di partire per l'estero che per quanto poteva essere stupida era per me talmente viva e preoccupante. '' Sì, lo so. La disobbedienza. Mi devo ricordare di disobbedire'' dissi con tono teatrale. ''e quindi conosci anche le mie teorie sulla disobbedienza. Strano però, io non te le ho mai dette''mi guardò con quel sorriso spezzato, malizioso. Io, con la mia intelligenza, ero riuscita a fargli conoscere anhe il mio lato fangirlante. Che figura. Inutile dire che avvampai, istantanamente. Lui, questa volta, rise rumurosamante.
ma santa miseria, non lo vuoi capire che così peggiori la mia situazione?
si alzò dalla sedia, buttò i resti del suo pasto - nient'altro che un piatto vuoto- nel cestino e si gettò a peso morto sul divano. Io rimasi ferma sulla mia postazione, con gli avanzi della mia cena avanti. ''No, non ho capito. Hai intenzione di stare lì ferma per tutta la sera?'' diis ein maniera un pò scocciata.'' guarda che non ti serve il permesso per alzarti'' continuò. Mi mossi d mezzo centimentro, il giusto per stare in piedi.''Sei seria?'' si spazientì.''Vieni qui!'' disse indicandomi il posto vicino a lui sul divano. Povero sprovveduto. Non aveva idea che, se non fosse stato per la mia eccessiva pudicizia, sul divano mi ci sarei tuffata con doppia capriola all'indietro: invece tutto quel che riuscii a fare fu sedermi sull'orlo, con le spalle ritte come mi ci avessero infilato un palo. Mi guardò-aiah, che cosa bellissima!- e sbuffò bonario. Sbattè le ciglia con sguardo come da rimprovero ma poi prese a parlare di dischi, di musica e pian piano appoggiai persino la schiena ai cuscini, sistemandomi più morbidamente. Dimenticai piano del resto- tutto quello che ci gravitava attorno- e riuscì a godermi il momento e lui. Ci trovammo- io non me ne resi conto e neppure l'altro, così credo- docilmente rilassati, io scivolata un po' più in basso sullo schienale, la sua mano dietro le mie spalle; Il contatto visivo non bruciava ed anzi mi metteva a mio agio. Calò il silenziò quando Ermal tacque e mi rivolse uno sguardo che cambiò l'atmosfera. I nostri visi distavano non più di dieci centimentri e io sembrai realizzarlo solo in quell'esatto momento, proprio quando Ermal mi rivolgeva quello sguardo carico d'intesa. L'aria mi mancava - ancora un minuto di più in quella situazione e sarei morta. Stavolta, però, il mio sguardo non scappava dal suo. Entrambi ci guardavamo negli occhi, indecisi sul da farsi. L'atmosfera era perfetta. C'era solo una cosa che io e lui potessimo fare, così vicini l'uno all'altro.
LADIES AND GENTLEMAN..
Mi protesi un pò più in avanti, un millimetro, un mezzo millimetro.
RULLINO I TAMBURI..
Il riccio sorrise e mi strinse la spalla, con fare quasi paterno, congedandosi per andare in bagno.
SPETTACOLO RINVIATO. BUONANOTTE A TUTTI, CARI SPETTATORI.
Folle di vergogna, radunai le mie cose e quando fu tornato lo salutai in fretta, raggiungendo la porta a stento, inciampando un pò ovunque come se fosse ubriaca. "Buonanotte, Sofia." sorrise lui dal divano, con i gomiti poggiati sulle ginocchia, i ricci disordinati e l' espressione di chi la sa lunga.
__SPAZIO TIPE CHE SCRIVONO__
volevamo ringraziare delle duecento e qualcosa views e scusarci per l'ora tarda ma oggi è stato il compleanno di una di noi! Nel mentre, la nostra Sofia si è trovata in una situazione che per la maggior parte di noi sarebbe a dir poco piacevole. Cosa avreste fatto voi al posto suo? Perché noi probabilmente avremmo avuto molto meno autocontrollo! Baci.
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Sofia
Fanfiction!!!COMPLETA!!! Sentire il mondo con la stessa sensibilità. E Poi? Le parole di Sofia sfiorano in Ermal corde tese, danno ai suoi dolori una voce che non hanno mai avuto; La musica di Ermal fa danzare l'anima di Sofia, dando note dolci ai suoi affann...