Memories

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Faccio delle premesse prima che cominciate a leggere questo capitolo. La prima é che questo é l'ultimo capitolo, pensavo di averlo scritto in quello precedente ma mi é stato fatto notare il contrario. Quindi si, siamo giunti a una fine.
La seconda é che come al solito sono dispiaciuta per l'eternità che impiego per aggiornare un nuovo capitolo ma ormai lo sapete bene, quindi sorvoliamo. La terza e ultima é che dopo questo scriveró una sorta di capitolo "ringraziamenti", se si puó chiamare così. Quindi aspetto a salutarvi. Detto questo spero vivamente che possiate apprezzare quest'ultimo capitolo, che mi ha richiesto molto più tempo di tutti gli altri e, forse, quello a cui tengo di più.

Marlee camminava velocemente, cercando di non colpire le persone che intralciavano la sua strada.

Proprio quella mattina la sua sveglia aveva deciso di non suonare. L'universo le era sicuramente avverso  perché lei si era accertata più e più volte che tutto fosse apposto.

Le mille voci che la circondavano le fecero perdere la concentrazione, così tirò fuori il telefono dalla borsa nuovamente e lesse il messaggio che le aveva inviato Bryan poco prima.

"Bar vicino al centro informazioni. Fai presto"

Marlee annuì, accertandosi questa volta di aver fissato bene nella sua mente quelle parole. Incrementò ancora di più il suo passo. Se fosse arrivata tardi non se lo sarebbe mai perdonata, ma fortunatamente non fu così.

Vide i suoi mici seduti al tavolino di un bar che chiacchieravano. La madre di Bryan si trovava a qualche metro dai ragazzi. Parlava al telefono mentre teneva accanto a lei due grandi valige.

Marlee corse incontro a Bryan, ancora seduto, e gli lasciò un bacio sulla guancia, mentre il ragazzo prendeva una sedia da uno dei tavolini vuoti accanto a loro.

-Mi dispiace veramente tanto- cominciò lei mentre si sedeva -Stamattina non è suonata la sveglia ma ero sicura di averla messa-

Il ragazzo le prese una mano e la tranquillizzò -Non ti preoccupare, hanno ritardato di un'ora il volo, quindi possiamo passare ancora un po' di tempo tutti insieme- concluse sorridendole.

Marlee si concesse un sorriso e un sospiró di sollievo.

-Di che cosa stavate parlando?- chiese la ragazza dopo aver ordinato un cappuccino.

-Di come abbiamo ancora i lividi nonostante abbiamo giocato due settimane fa a paintball- esclamò Rob mostrando la macchia violacea sul suo braccio.

Elinor sollevò gli occhi al cielo -Non me ne parlare. Qualche decelebrato tra di voi mi ha preso il collo. Adesso ogni volta che piego la testa soffro. Nessuno mi aveva detto che era così violento come gioco-

Felix allungò il dito e le toccò il livido sotto al mento. Dito che ritirò immediatamente dopo aver ricevuto l'occhiata gelida da parte della ragazza.

-Siete proprio intolleranti nei confronti di un po' di dolore. Io sto benissimo- Nash appoggiò la schiena sul sedile della sua sedia soddisfatto.

Isabel spalancò le braccia -Questo è perché quando Jordan ha provato a spararti la prima volta che siamo entrati in campo, tu ti sei spaventato e ti sei nascosto in uno dei fossati e ci sei anche rimasto per tutta la partita. Non senti il dolore perché non ti è arrivato niente addosso-

Il ragazzo le puntò un dito contro -Ma sono stato abile e furbo a differenza di voi tutti altri-

Isabel sollevò le spalle esasperata, scuotendo la testa. Non voleva nemmeno perdere tempo a spiegare al ragazzo che quello non era l'obiettivo del gioco.

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