Gente scontrosa

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Marlee voleva alzarsi dal quel divano troppo piccolo. La sera precedente ci era crollata sopra e il sonno l'aveva sopraffatta tanto che aveva dormito lì tutta la notte. Voleva sgranchire le gambe e allungare i muscoli dolenti, ma un braccio sulla faccia non glielo permetteva. Un braccio troppo venoso e mascolino per appartenere a lei.
-Bryan- disse con la voce ancora impastata di sonno -Leva questo braccio non riesco ad alzarmi-
Da parte del ragazzo, ci fu solo un mugolio come risposta.
Marlee sbuffó -E va bene, faró da sola-. Prese, con tutta la forza che si ritrovava nelle braccia mingherline, l'arto senza vita di Bryan e lo catapultó dall'altra parte.
Si alzó lentamente, meravigliata da come il ragazzo non si fosse ancora svegliato. La stanchezza e il sonno pesante avevano preso il sopravvento su di lei più che su Marlee.
Si prese un momento per guardarlo mentre dormiva scompostamente sul divano. Non lo avrebbe mai ammesso ad anima viva, ma era fortunata ad avere Bryan. A volte le veniva voglia di ucciderlo, ma in quale coppia non ci sono problemi di questo genere.

Entrò lentamente nella cucina, scrutando tutti i ragazzi intorno all'enorme tavolo rotondo.

-Buongiorno bella addormentata. Sono le undici passate, pensavamo non vi sareste svegliati più- esclamò Allison salutandola.

Marlee non ricambiò il saluto e si andò a sedere nell'unica sedia disponibile.

Elinor le passò i pancake che aveva appena fatto. Marlee ne prese uno e lo addentò, continuando a guardare i ragazzi, con l'aria di volerli uccidere tutti da un momento a un altro.

Masticò con una lentezza disarmante il boccone, mentre tutti intorno al tavolo erano in silenzio, avendo capito che la ragazza era ancora palesemente arrabbiata per tutta la questione del pullman.

-A te- esordì improvvisamente Marlee dopo un lungo silenzio, indicando Elinor con il pancake mozzicato -Ti strozzo. Mentre a voi altri- continuò puntando il pancake su tutte le facce sedute al tavolo -ve la farò pagare. Siete degli esseri spregevoli-

-Sempre così melodrammatica- esclamò Bryan entrando nella cucina, lasciandole un bacio sulla guancia e dando subito dopo un morso al pancake che Marlee ancora teneva in mano                -Direi che come punizione faranno tutti i lavori di casa e noi nulla-

-Tanto c'è la domestica che pulisce la casa- s'intromise immediatamente Allison. Isabel le diede una gomitata sul braccio -Era necessario farglielo presente??-

-Scusa- disse Allison, con la stessa aria mogia di una bambina che viene beccata a mangiare più caramelle di quelle che le erano state concesse.

-Non fa niente- continuò Bryan con un'alzata di spalle -Vorrà dire che vi troveremo qualcos'altro da fare- concluse così la conversazione, sedendosi sulla gamba di Marlee.

-Mi uccidi così- esclamò Marlee.

-Evita di lamentarti zuccherino, e fai il vero uomo- La ragazza sollevò gli occhi al cielo, ma non lo fece alzare.

-Dovremmo andare a scegliere i posti in spiaggia- disse Allison appena finita l'ultima goccia di tè che le era rimasta nel bicchiere.

-Uffa, ma io voglio fare il bagno in piscina!- Nash incrociò le braccia al petto e mise il muso.

-Non ti preoccupare passerotto- gli disse scimmiottandolo Isabel -ci potete anche andare oggi pomeriggio in piscina-

-Ah Marlee ti abbiamo messo nell'armadio tutte le cose che avevi nella valigia, per farci perdonare- Elinor sorrise sperando che bastasse a farle perdonare.

-Non basta a farvi perdonare...-

"E ti pareva" pensò la ragazza affranta

-...ma diciamo che è un punto di inizio-

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