18. Dipinta di nero

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Sono appena uscita dal bagno, fresca di doccia e abiti puliti, quando qualcuno suona al campanello. Catherine ancora non è tornata da questa mattina, probabilmente ha trovato un cliente piuttosto puntiglioso, perciò immagino che dovrò andare io ad aprire. Scendo le scale con calma trascinandomi dietro l'asciugamano che ogni tanto mi passo suo capelli per detergere l'acqua in eccesso e chiunque sia davanti casa prende l'errata decisione di tenere premuto quel dannato dito sul campanello.

-Arrivo, arrivo- dico prima di lanciare l'asciugamano sul tavolo della cucina e aprire la porta, i capelli ancora umidi e una semplice tuta addosso. Non appena il legno lascia il posto ai volti di Hayley e Lauren scoppio a ridere, forse più per disperazione che altro, ma la mia risata dura solo pochi secondi. -No, ok. Voi due che ci fate qui adesso?- domando passando con lo sguardo da una all'altra, finché non faccio caso ai borsoni che entrambe si portano dietro.

Non chiederlo. Ho paura di sapere, mi dico e torno a fissarle negli occhi cercando di dissimulare indifferenza. Come se portarsi dietro un borsone del genere fosse normale.

Lauren apre subito bocca, per la prima volta da quando l'ho conosciuta. Era sempre Hayley a cominciare il discorso. -Solo un po' di preparazione- risponde evasiva.

-Preparazione? A cosa esattamente?

-Possiamo entrare prima?- si aggiunge l'altra cpn un sorriso contenuto che, conoscendo il tipo di persona, non presagisce nulla di buono.

Assottiglio lo sguardo, dubbiosa, mentre le analizzo. -Mmm... Non sono sicura che sia la scelta migliore- concluso. Tuttavia mi sposto di lato per lasciarle passare e loro entrano come se qualcuno le stesse inseguendo. Dal modo in cui si guardano attorno, però, capisco che erano soltanto curiose.

-Che bella casa- esclama ad un certo punto Hayley con fin troppa enfasi.

-Allora, cosa c'è sotto?- chiedo andando dritta al punto.

Le due si scambiano un'occhiata veloce, dopodiché la mora avanza di un passo verso di me portando la sua sacca in avanti per mostrarmela. -Sai, per stasera abbiamo pensato che avremmo potuto prepararci insieme- risponde incerta facendo scorgere la cerniera argentea e rivelando così una valanga di trucchi e fili che immagino siano di phon o piastre per capelli. Come se quelli che ho illegalmente in camera mia non bastassero. A Catherine non è mai piaciuto che io mi mettessi tutta quella roba sul volto, ma ero praticamente costretta a farlo. Credevo a tutto, allora.

-Stasera?

-La festa per la vittoria, ricordi? Te ne ho parlato questa mattina.

-Sì, ma rimane il fatto che io sono in punizione. Non posso u...

Proprio in quel momento sento una chiave girare girare nella toppa della porta d'ingresso e mi rendo conto che sono fregata ancor prima che la testa di mia zia entri nel mio campo visivo.

-...scire- termino con un sospiro, dopodiché saluto la donna chiedendole cosa ci faccia già a casa anche se è più che normale che rientri dopo un'intensa giornata di lavoro.

Lei scorre con lo sguardo da me alle due ragazze, per poi ripetere il tutto. In effetti è la prima volta, da quando sono entrata al liceo, che vede qualcuno a casa nostra senza che sia stata leu a invitare. Oltre a Colin, ovviamente, ma lui non conta.

-Ho chiuso prima oggi- mormora come in trance.

Sbuffo per la sua reazione decisamente esagerata, quando mi accorgo delle occhiate interrogative delle due ragazze al mio fianco e faccio uno sforzo enorme per non buttare fuori di casa una delle tre. Questo è proprio il tipo di situazione che odio di più: essere al centro dell'attenzione e dover per forza fare qualcosa. -Zia, loro sono Hayley e Lauren, le ho conosciute a scuola. Ragazze, mia zia Catherine.

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