10. Ed eccola, la mia fine

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Soundtrack: James Bay - Let It Go

Se ve lo state chiedendo, no, questa canzone non ha niente a che fare con il capitolo che leggerete. Però mi andava di metterla perché è bella u.u
Buona lettura!
***

Nel bel mezzo dell'ora successiva dall'altoparlante sopra la lavagna si sparge la voce del preside che chiama il mio nome, così mi alzo e cammino fino alla presidenza. Busso soltanto una volta e già l'uomo mi dice con voce perentoria di entrare. Poco arrabbiato, mi dicono.

La stanza non è delle più grandi, ma lo è abbastanza da contenere due scrivanie, due sedie di quelle con le rotelle per spostarsi in libertà e una piccola libreria. Dietro ad uno dei tavoli c'è il preside e, davanti a lui, la rossa.

-Bene, non perdiamo altro tempo- dice lui non appena mi siedo. -Quello che è successo oggi è assolutamente inaccettabile. Doveste pensare a studiare, invece di malmenarvi.

-È stata lei a colpirmi per prima, io stavo solo cercando di difendermi- s'intromette la ragazza.

-Ah, quindi sono io che mi sono fatta lo sgambetto da sola e che poi ho chiamato una delle tue amiche per tenermi ferma mentre tu mi prendevi a pugni?- ribatto alzando a mia volta la voce.

-Silenzio!- ci zittisce il preside, dopodiché sospira alternando lo sguardo da me a lei. -Tuttavia- riprende alzandosi. -Non posso prendere seri provvedimenti disciplinari contro nessuna delle due.

-Perché?- gli chiedo sinceramente stupita.

-Lei non è iscritta a questo istuto- risponde riferendosi all'altra. -E la sua situazione, Hawkins, la porterebbe all'espulsione immediata. Non ho intenzione di arrivare a tanto.

-Ah- è tutto ciò che riesco a dire. Non tanto per la faccenda dell'espulsione, di quello non me ne frega assolutamente niente. Quindi io ho preso a pugni una deficiente capitata nel giardino della scuola per caso? Fatico a crederci ma, se a dirlo è il preside, sarà vero. Fino ad ora avevo pensato che oggi mi stava andando tutto storto, ma forse una debole luce di speranza ancora c'è.

-Ciò però non vuol dire che vi lascerò andare via come se niente fosse successo. Alexis, domani ti fermerai dopo le lezioni per aiutare il club di fotografia...-

-Cosa?!

-... mentre tu verrai chiamata dal preside della tua scuola. Sarà lui a darti la punizione che più ritiene necessaria- continua imperterrito.

-È ingiusto!- sbraita la rossa, ma a quel punto il preside già non ascolta più. Per lui una decisione è una decisione, non ci sono ripensamenti.

Persa come al solito nei miei pensieri torno in classe e, fortunatamente, nessuno più bada a me.
Ma perché proprio il club di fotografia? Mi va bene anche aiutare la squadra di football, ma non stare in un posto dove l'80% delle persone mi odia. Devo trovare un modo per farmi cambiare punizione o, messa come sono ora, non riuscirei a resistere per più di cinque minuti sotto ai loro insulti.

La campanella suona ancora una, due e tre volte. Ed è proprio quella a farmi scattare come una molla verso la fermata dell'autobus. È dall'inizio dell'anno che non timbro il biglietto prima di tutti, su questo al pomeriggio, ma oggi la cosa non mi tocca minimamente. L'autista osserva il mio volto con fare critico e sembra essere sul punto di dirmi qualcosa, quando io scatto a sedermi. Non l'avrei ascoltato in ogni caso.

Bene. Se mi concentro soltanto sulla musica del mio cellulare, cercando di ignorarne il testo però, ora che mi tocca camminare dalla fermata fino a casa mia, posso anche farcela. Cinque minuti, solo cinque, e poi potrò farmi su nelle coperte. Arrivo davanti al cancello e Colin, che prima ci era appoggiato, si stacca venendomi incontro.

È colpa sua se ora sono ridotta così, non mia. È lui che ha fatto tornare i ricordi, lui. Abbasso la testa evitandolo, ma il ragazzo mi si para davanti.

-La vuoi smettere di comportarti...- ad un certo punto si blocca e spalanca gli occhi. -Cosa... Cos'hai fatto alla faccia?- mi chiede.

Io avanzo imperterrita. Non ho nessuna intenzione di confidarmi con qualcuno che odio e che è letteralmente scomparso per ben sei anni, per poi tornare e fare finta che quegli anni non siano mai esistiti. Tutto ha un peso, ogni azione, ogni parola che viene detta, anche un semplice saluto. E i tradimenti sono impossibili da cancellare. È inutile che Colin continui a dirmi che non è stata colpa sua. Quello che ha fatto, anche se in modo indiretto, ha intaccato tutta la mia vita. Una spina nel fianco. Ma un parassita ha bisogno di un ospite per sopravvivere, e l'ha trovato in me.
-Va' via per favore- gli dico.

-Alexis, cos'hai fatto?- mi chiede con più convinzione seguendomi peggio di Ashton che, ignaro di tutto, ci saltella attorno.
È un bravo attore, Colin. Sembra persino preoccupato.

-Lasciami in pace- detto questo gli chiudo la porta in faccia e mi ci appoggio contro passandomi una mano tra i capelli. Non mi accorgo che sto piangendo di nuovo fin quando non sento i jeans sulla coscia quasi completamente fradici, ma ormai è troppo tardi per cercare di calmarmi: sono cominciati persino i singhiozzi. Senza più forze mi lascio scivolare a terra, dove mi stringo su me stessa.

Quando sento un rumore dall'altra parte della porta capisco che Colin ci si è seduto contro, esattamente come me ora. Perché non può semplicemente andarsene e mandarmi al diavolo come hanno fatto e faranno tutti? Sarebbe più semplice per entrambi.

Prendo dei respiri veloci, poi urlo: -Vattene! Lasciami stare!

-Non me ne vado finché non starai meglio, Alexis- è la sua secca risposta. -Se me ne par...

-Ti odio.

Sento un movimento dalla sua parte, ma non riesco a capire a cosa sia dovuto. Forse si è solo girato. -Io posso aiutarti. Tutti possono aiutarti- mi dice.

Scuoto la testa come se lui potesse vedermi, dopodiché decido di troncare la conversazione e mi alzo andando verso le scale. Ad uno scatto della porta, però, mi ricordo di non averla chiusa a chiave e così, come il primo giorno, corro fino alla mia camera. Questa volta chiudo la porta appena in tempo, perché Colin mi ha quasi raggiunta, ma ormai non ha più modo di entrare. Sollevata e distrutta allo stesso tempo mi lascio cadere a peso morto sul letto, dove mi addormento praticamente all'istante, alla faccia del mio malumore e del mal di testa martellante dovuto ai vari pianti.

***
Eccoci qui, di nuovo.
Non ci piace proprio Colin, non è vero Alexis? Come se le stesse simpatica anche solo un persona al mondo... Forse solo Ashton le va a genio!
Nel prossimo capitolo ci sarà una sorpresina -spero che per voi sarà bella- perché sono brava U.U
.... Non è vero, probabilmente vi farò sclerare ancora di più
Byeee
DL

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