7. La brioche della discordia

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La mattina dopo impiego persino più tempo ad alzarmi. Non sono mai stata così distrutta, sia fisicamente che mentalmente.
-Sean, ti odio- sbotto cercando di mettermi in piedi. Venti giri di corsa potevano bastare per uccidermi, ma no, lui mi fa anche ripassare tutti i fondamentali della lotta corpo a corpo. E spero che quella sia stata una punizione, perché non ho nessuna intenzione di ripetere tutto ogni santa volta.
Non appena metto piede sulle mie ciabatte un miagolio mi fa alzare immediatamente la gamba, causandomi altro dolore.
-Ginger, porca di quella...- borbotto tornando a sedermi sul letto. Di tutti i posti in cui andare a dormire lei va a mettersi sulle mie ciabatte, ma è mai possibile?
La sposto con un piede, dopodiché mi metto le pantofole, che tengo anche se siamo a Maggio inoltrato, e scendo in cucina per bere una non molto sana tazza di caffè.
Ma, nel momento in cui mi siedo sul ripiano, qualcuno suona il campanello. Vado ad aprire così come sono, con la coda mezza sfatta, in pigiama e ancora addormentata, solo perché sono sicura che sarà Cathy.
E infatti, quando apro, ho lei davanti. L'unico, piccolo problema è il ragazzo dietro di lei.
-Ehy ehy ehy. Che sta succedendo qui?- chiedo, quindi mi rivolgo a mia zia. -Cosa... Quando... Perché?

Certo Alexis. Torna a dormire, che è meglio.

-Ma tu non saluti mai?- mi chiede Colin mettendo piede dentro casa mia.

Di tua zia, mi corregge una vocina interiore.

-Come non saluti mai? Alexis!

Ed ecco che parte con il solito discorso sulla prima impressione. Alzo gli occhi al soffitto e me ne vado in cucina per bere il mio caffè. Sul ripiano.

-... e scendi subito da lì!- si ferma, cambia argomento e poi ritorna a rimproverarmi.

Confusa da quel cambio così improvviso eseguo gli ordini del sergente, tenendo gli occhi puntati sulla schiena di Colin, visto che sta andando in soggiorno. Ignorando del tutto mia zia, che comunque sta uscendo di nuovo, probabilmente per fare la spesa, decido di seguirlo come se fossi la sua ombra.
-Mi spieghi che cavolo di problemi hai?- sbotto non appena si siede sul divano.

Il ragazzo mi guarda con un sopracciglio alzato senza dire una parola. Oh, ho trovato un'altra cosa che non mi piace di lui.

-Che cosa vuoi? Sei diventato uno stalker e mi hai presa di mira?

In risposta Colin ride, dopodiché incrocia le braccia dietro la testa squadrandomi da capo a piedi.
-Bella maglia- commenta.

Subito tiro un po' giù la lunghissima maglia nera con su scritto "Ok, but first coffee" che uso come pigiama, dato che mi arriva quasi alle ginocchia, e poi torno in cucina per prendere una ciambella, un biscotto o qualsiasi altra cosa da mangiare. Mi basta non vedere la sua brutta faccia perfetta.
Alla fine trovo solo una brioche ancora chiusa nel suo sacchetto di plastica, senza la data di scadenza, ma chissà perché mi è passata la fame.

Magari così me lo tolgo dalle scatole una volta per tutte.

-Hai già fatto colazione?- gli domando.

-In effetti no. Perché me lo chiedi?

Senza rispondere mi siedo anche io sul divano, pur stando a debita distanza, e gli porgo la brioche girando la testa dall'altra parte.

-Oh. Ehm... Grazie?- fa lui prendendola.

-Non ti montare la testa. È solo che non ho fame- puntualizzo.

Non appena lo sento aprire la busta lo guardo di sottecchi, e per la prima volta noto una piccola parte di tatuaggio sbucare dal colletto della sua maglia. Non riesco a capire come faccia a stare con le maniche lunghe senza morire per il caldo.
Ora sono curiosa di sapere che tipo di tatuaggio è, ma non posso di certo chiederlo. Sembrerebbe un'ala.
-È ancora commestibile?- gli chiedo invece quando da il secondo morso.

Colin spalanca gli occhi e poi comincia a tossire battendosi una mano sul petto per far andate giù il boccone che ha appena ingoiato.

-Oh santo cielo- sospiro alzandomi. In cucina verso dell'acqua in un bicchiere che poi gli porgo. -Non sai neanche mangiare normalmente- lo prendo in giro.

In un solo sorso svuota il contenuto, quindi riprende fiato e mi guarda scandalizzato.
-Mi hai dato da mangiare qualcosa che poteva essere scaduto da mesi?!

Alzo le spalle. -Sì, ma poteva anche non esserlo. E, visto che non sei ancora corso in bagno, ti è andata bene- rispondo.

Lui sospira di rimando, quindi si passa una mano sul volto come per svegliarsi definitivamente e, con quel gesto, il suo sguardo cade sull'orologio affisso alla parete. Lo vedo sbiancare di colpo, il viso sconvolto in una smorfia prima preoccupata e poi infastidita, ma è solo una questione di secondi prima che si renda conto che lo sto osservando e si alzi facendo finta di niente.
-Scusa l'intrusione, grazie...- comincia a dire, poi sembra ripensarci, probabilmente ricordandosi dello scherzo della brioche. -Sì, più o meno- conclude.
Si apre da solo la porta e, dopo essere uscito sui gradini davanti alla casa, si volta di nuovo guardandomi mentre mi appoggio allo stipite.

Vedendo il suo interesse alzo un sopracciglio. -Che c'è?

-Non è stata colpa mia- mi risponde.

-Per quanto ancora me lo ripeterai?

Colin avvicina impercettibilmente il volto al mio. -Fin quando non me lo dirai tu stessa, Ally- dice con un sorriso sfrontato che non mi piace per niente. Sembra quello che aveva Mason quando si è presentato in mensa. No, frena. Perché sto pensando a quel biondino proprio adesso?

E poi, in quel momento di distrazione, succede l'inaspettato. Colin si piega alla mia altezza e mi lascia un bacio sulla guancia che mi fa spalancare occhi e bocca e trattenere il respiro. Quando poi si allontana, si ferma per qualche istante a guardarmi negli occhi, forse per imprimersi bene nella mente la mia espressione, ed è proprio quell'occhiata a farmi tornare in me stessa.

-Stai bene con i capelli legati.- dice poi.

Lentamente, così da assaporare ogni secondo di questo momento, alzo una mano verso la mia coda e sciolgo i capelli guardandolo con sguardo di sfida.
Colin però sorride, scuote la testa e se ne va.

Tornando dentro casa prendo immediatamente la brioche avanzata e la butto nel cestino dell'immondizia con una cattiveria che non credevo di possedere. No, questa non è solo cattiveria: è rancore, è rabbia repressa in tutti questi anni, sono le lacrime che mi sono impedita di piangere, ma, soprattutto, è paura. Incredibile che una come me possa essere impaurita da qualcosa che a quanto pare non può e non vuole ferirmi direttamente. E forse è proprio per questo che fa così male, una sensazione del tutto nuova per me, che ho sempre preferito distanziare le persone per non soffrire a causa loro.

Comincio a pensare che forse non sono umana. Insomma, mia zia ha paura di perdermi. Riley, anche se non vuole darlo a vedere, ha paura di cosa potrebbe succedere a Linda se non ci fosse lui, e so per certo che lei vuole bene a suo fratello.
Io, invece, a chi tengo? Perché per me sono importanti molte cose, ma non persone. Tutte le relazioni che ho avuto sono durate al massimo un paio di mesi solo perché non c'erano sentimenti di mezzo, altrimenti sarebbero finite anche prima.

Poi, però, mi rendo conto che sto tornando a pensare troppo e sono consapevole del fatto che non mi ha mai fatto bene pensare. Così, nel momento in cui mi sento rinchiusa in casa, senza nessuna uscita perché la porta è improvvisamente scomparsa e le finestre sembrano lontane chilometri, apro il rubinetto girando la manopola sull'acqua fredda e infilo la testa sotto il getto.
Per fortuna l'attacco di panico causato dalla mia fobia si è attenuato, così torno alla realtà, anche se sento ancora un senso di oppressione pesarmi sul petto. Senza sapere come io ci sia arrivata, percepisco il tessuto del divano solleticarmi le cosce scoperte, i capelli fradici attaccati al mio volto e alla maglietta. Poi precipito nel mondo delle mie paure, dove rivivo tutti i momenti spiacevoli della mia vita senza che io riesca a reagire, subisco e basta, aspettando che Catherine ritorni a casa e mi ripeta per l'ottantunesima volta -le ho contate- che tutto il dolore che sto provando è solo nella mia testa. Non c'è niente di reale in ciò che vedo, mi dice sempre. Peccato che non le abbia mai detto quale incidente io stia vedendo.

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Hey!
Allooora. Piaciuto questo capitolo? Per la primissima volta vediamo -vedete più che altro- alcune delle debolezze di Alexis. Mi piacerebbe molto sapere cosa pensate di lei e se riuscite a capire il suo comportamento o se, magari, avete delle caratteristiche in comune!
Bacissimi
DL

SempiternalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora