Parlami dei tuoi occhi

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Rispetto al primo giorno di prova, il secondo era sicuramente stato molto più veloce e in dolore, forse per via della mancanza degli sguardi truci della Arden o magari era stata l'accoglienza dei miei nuovi compagni. Sta di fatto che tutto era parso più facile, tranne la recitazione ovviamente: nonostate mi venisse naturle parlare e interpretare, mi è ancora difficile l'idea di dover tenere una conversazione (o un monologo) dovendo seguire non le mie parole, ma quelle scritte da altri.

Ero sempre stato molto naturale nelle conversazioni; non mi fermavo mai a pensare cosa dire, m pareva un gesto anormale nella sua natura e non mi ero mai preoccupato di quello che mi usciva dalla bocca, convinto che se quelle parole avevano deciso di solleticitarmi la lingua, un motivo c'èra.

Il contrario sembrava però pensare Rachel; ne il giorno prima, ne oggi ero riuscito a scambiare qualche parola con la ragazza, sempre rinchiusa dietro le quinte a lavorare a chissà che cosa. Non ne capivo la ragione, ma pareva che più il tempo passasse, più il desiderio di scoprire qualcosa su di lei si faceva impellente. Probabilmente era dato dalla mia frenetica curiosità, che mi spingeva a dover conoscere qualsiasi cosa sulle persone che mi circondano, cosa che mi riusciva sempre molto bene. con quella ragazza invce sembrava impossibile.

  è già tanto che sia riuscito a sapere il suo nome, si ritrovò a pensare una volta che uscirono tutti dal teatro. Accetai a malincuore le ore aggiunte dalla vipera; capivo che oppormi non sarebbe servito a molto, a quanto pare non serve mai. Quanto meno ora avevo del tempo per provare a memorizzare il copione, cosa che a casa non avrei mai fatto per via della presenza di attività sicuramente più divertenti, come la televisione o i videogiochi o qualsiasi altra cosa che non riguardasse il teatro.

Mentre prendevo posto in una delle comode poltrone di velluto davanti al palco, mi resi conto che dopottutto recitare mi piaceva e anche la compagnia non era male; forse un giorno avrei anche potuto scegliere deliberatamente di partecipare a quel tipo di attività, ma non era mai stato uno che si impegnava molto nelle cose che potevano essere superflue. Alzo un'attimo lo sguardo dal copione, per osservare il palcoscenico: la sua imponenza, la sua semplicità, mi attrevano e l'idea che là sopra potevo far accadere qualsiasi cosa mi feceva brillare gli occhi. Un luogo di magia, così ne avrei parlato se qualcuno mi avesse chiesto di descriverlo; notò però che nell'angolo a sinista, vicino all'entrata del retropalco, c'era uno zaino scuro.

Eppure sono sicuro che se ne fossero andati tutti. chiudo il copione e mi dirigo verso il palco; quando mi avvicinai abbastanza, senti anche una serie di rumori, provenienti da dietro le quinte. Pensandoci bene, non avevo visto Rachel uscire dalla porta.

Vado nel punto da cui percepisco i rumori e come previsto trovo la ragazza intenta a mettere in ordine il camerino dei costumi. Oggi Kori aveva passato gran parte del tempo lì dentro, per preparare le prime bozze dei vestiti, ma sembrava che ci fosse passato un uragano più che una ragazza. Il pavimento di legno era infatti nascosto da una miriade di vestiti che lo tapezzavano completamente, mentre pile di fogli erano raggruppati, in modo disordinato, per tutta la stanza.

In tutto questo, una Rachel piuttosto scocciata andava avanti e indietro tentado di mettere a posto quello che poteva; non sembrava accorgersi di me, finchè non ebbi la prova del contrario

"hai ntenzione di stare lì a fissarmi ancora a lungo?"

Chiese senza lasciare trasparire nulla, se non un pò di frustrazione.

"scusa, pensavo che fossero andati via tutti, ma poi ho sentito dei strani rumori e sono venuto a controllare"

Feci per avvicinarmi per aiutarla, ma prima che potessi fare qualunque cosa uscì dalla stanza, portando uno scatolone con se.

DIETRO LE QUINTE DELLA MIA VITAWhere stories live. Discover now