Il corvo

35 3 1
                                    

in questa casa sembra essersi improvvisamente dimenticati chi tra tutti stia per compiere diciotto anni: altrimenti non mi spiego come la festeggiata stessa non avesse idea di questo "ballo". Sono certa che oltre ad esserci lo zampino di mia madre c'è anche mio padre dietro a quesa storia; lui e questo suo impellente desiderio di mostrare al mondo esterno o meglio, ai suoi collaboratori, di quanto la vita possa sembrare una favola di fianco a lui. Questa faccenda non sarà altro che un'altro suo assurdo gioco per usarci come garanzia, di nuovo.

Appena mi sistemai decisi di andare subito a dare un taglio a questa faccenda. Non gli permetterò di usare il mio compleanno come mezzo per arricchirsi ancora, perché questa sicuramente si trasformerà in una festa da affari, dove la cosa più eclatante sarebbe trovare qualcuno che non menta per dieci secondi.

L'ufficio di mio padre si trova in un'area riservata della casa dove solo pochi domestici ed io possiamo accedere. Neanche arella può scendere qui e credo che Trevor lo abbia fatto principalmente per togliersi dai piedi una seccatura almeno durante metà della giornata. Se non è lì allora è in città o in viaggio d'affari, ma starà aspettando il mio rapporto. Non so come possa prenderlo questo mio enorme ritardo, ma sarà il meno. La cosa più dura saranno le sue urla per essermi fatta beccare in un modo così stupido. Salgo le scale e percorro il lungo corridoio che mi porta davanti alla porta color rosso velluto. Busso alla porta e quando, ma apro solo quando sento il consenso; la stanza è praticamente buia, come al solito, illuminata solo dalla finestra a parete che da sul cancello principale. La fioca luce del sole coperto da nuvole minacciose è la sola che mi permette di intravedere la sagoma robusta dell'uomo.


"sembra simpatico il tuo amico Rachel; chi è?"


"nessuno di importante."


Lentamente si gira per guardarmi. Il suo sguardo, pungente come al solito, si posa su di me, ipnotizzandomi e costringendomi a guardarlo. nonostante fosse davanti alla finestra è avvolto da una lugubre ombra che mi impedisce di vedergli il viso, ma posso intuire il falso sorriso dolce. La postura ritta e grossa sono un ottimo mezzo che spesso usa per intimorire la gente e funziona. O visto uomini potenti cadere a quei pochi centimetri di differenza, ma che usati bene sono molto utili. I vestiti eleganti, nonostante fosse in casa abbelliscono la sua figura; ogni donna cadrebbe ai suoi piedi, se non sapesse che razza di creatura sia


"sempre protettiva nei confronti dei tuoi amici eh?"


"non ha importanza ora"

Questo argomento è sempre stato molto delicato. L'idea che io abbia degli amici non gli piace per niente perché dice che mi indeboliscono, mi rendono un obbiettivo facile e lui non vorrebbe mai che il suo agente migliore diventi improvvisamente ricattabile. Per lui non dovrei neanche continuare ad andare a scuola, che alla mia istruzione ci penserà lui e che così facendo potrei concentrarmi su cose più importanti, tipo lui.


"io direi di si. Tesoro vuoi forse insinuare, che la tua vita al di fuori del lavoro non è importante per me?"

continua a prendermi in giro, ghignando in modo sinistro. Solo l'idea di essergli così vicino mi porta i brividi. Tra di noi non c'è mai stato un contatto fisico o anche solo una comunicazione normale tra padre e figlia. Solo molta tensione perché entrambi sappiamo che potremmo distruggerci a vicenda e che un solo passo falso potrebbe comportare la rottura degli accordi. Accordi che abbiamo stipulato silenziosamente con sguardi, gesti, avvenimenti. Uno di questi è che lui deve stare fuori dalla mia vita e che io non devo fare domande e attenermi ai piani. Mentre altre famiglie combattono contro altri problemi io il problema lo affronto proprio nella mia famiglia, perchè mentre gli altri bambini temevano l'arrivo dei mostri celati dall'oscurità della loro stanza, io temevo l'arrivo di mio padre e le urla di mia madre. Ho odiato quest'uomo sin dall'inizio della mia vita e lo stesso vale per lui. Non mi ha mai vista crescere; c'era solo per rimproverarmi o per vedermi fallire e deridermi. Ricordo ancora benissimo il giorno che ha segnato l'inizio di una vita impiegata nel continuo addestramento; avevo quattro anni all'epoca.


DIETRO LE QUINTE DELLA MIA VITAWhere stories live. Discover now