È da ormai tre giorni che tutta casa mia è in subbuglio. Cameriere e maggiordomi corrono a destra e a sinistra, puliscono con più maniacalità, mentre dalla cucina si sente sempre quel forte rumore di pentole e postate in continuo movimento. Mia madre è sempre a parlare per i preparativi con persone sempre diverse, mentre mio padre si chiude in ufficio per evadere da tutta questa confusione. La tensione si sente nell'aria e ogni volta che passo vicino a qualcuno questo mi saluta con inchini più profondi. Insomma non sono una principessa o un reale di che altro genere e non vedo il motivo di tutta questa confusione per la preparazione del ballo del mio compleanno. Ieri sera Arella mi è anche saltata addosso tutta emoziona perche la sua bambina sta per compire diciotto anni, come dice lei; mi chiedono se sono emozionata o se sento già qualche cambiamento, ma io sento solo una grande confusione in me. In parte sarà anche dato dalla caotica situazione della mia casa, ma dall'altra ci sono anche tutti i miei pensieri rivolti a Garfield, che da quella sera si comporta più fastidiosamente che mai. Ogni volta che ne ha la possibilità si vanta di essere riuscito a farmi ridere, mettendomi in imbarazzo come non mai.
"allora la nostra regina di ghiaccio si sta sciogliendo eh?"
Questo è quello che Victor mi ripete da quando ha scoperto della mia serata con il biondo, che grazie al cielo ha evitato di parlare di quelle due o tre volte dove ho rischiato di baciarlo. Mi infastidisce parecchio che abbia deciso di gridare ai quattro venti i miei piccoli momenti di debolezza; poteva evitarselo, come poteva evitarsi di lascarmi questi grandi dubbi in testa e quel suo cavolo di bacio. Ormai ho in testa solo quello. L'immagine di lui che si avvicina pericolosamente e della sensazione delle sue labbra sulla mia testa; qualche volta mi tocco la fronte e mi stupisce il fatto che mi ricordi il preciso punto dove è avvenuto il contatto. Ho anche tentato di starli il più lontano possibile, ma nulla da fare; ormai non ne sono più in grado, non sono più capace di abituarmi alla sua assenza e questo è un guaio, un grosso guaio.
Non posso neanche provarci perche ormai me lo ritrovo ovunque; anche stasera lo vedrò, insieme agli altri che non fanno altro che mandarmi messaggi di auguri, soprattutto Kori che fino ad uno mezz'ora fa continuava a parlarmi di quanto era emozionata eccetera, eccetera. Mi ritrovo così, sdraiata sul letto ad aspettare l'ora imminente e so che dovrei iniziare a prepararmi, ma non ne ho le forze. Ormai è da tre giorni che sto fino a mezzanotte a guardare fuori dalla finestra per poi alzarmi alle cinque del mattino sudata e spaventata da incubi orribili, sotto le prime luci dell'alba.
Sento bussare alla porta e sulla soglia vedo spuntare mia madre più bella che mai: un bellissimo vestito di un rosa leggero si trascina sul pavimento, lascia scoperte le forme di Arella grazie ad una scollatura a cuore, che insieme ad una spallina, appesa alla spalla destra, decorata con un vaporoso tessuto, sostengono il suo stupendo abito. Un corpetto stretto definisce bene la sua magra struttura per poi coprire con una lunga gonna le gambe. I capelli lunghi neri sono leggermente mossi sulle punte e ricadono circondandole il volto truccato, mentre ad illuminarle gli occhi ci sono degli orecchini semplici, ma d'effetto. Ho sempre pensato che la sua bellezza sia imparagonabile e ora credo che più bella di così non lo sia mai stata. Non mi sono mai reputata simile a mia madre perché mai potrò essere bella come lei e le poche cose che avevo ereditato da lei, come i miei occhi, che prima dell'incidente erano di un verde scuro come il suo, sono andati perduti.
"tesoro ma non sei ancora pronta!? Alcuni ospiti sono già arrivati e altri ne arriveranno a momenti, cosa aspetti?!"
Mi alzo a malavoglia dal letto e mi reco verso il mio armadio per prendere una felpa e dei jeans, ma vengo subito interrotta dal suo familiare tono pacato e gentile.
"al vestito ci ho pensato io, vieni con me"
Poggio gli indumenti e la seguo verso la sua stanza; da un po' mia madre e mio padre occupano stanze diverse per volere di Trevor e credo che Arella ne sia sollevata, come me. Mi apre la porta dell'immenso vano per poi arrivare il guardaroba che ha più o meno le stesse dimensione di una stanza da letto normale. Accende le luci della seconda stanza e si dirige verso il fondo dove un manichino regge un abito di tessuto blu scuro con le spalline che cadono lungo le braccia; tutto il busto è imperlato di fiorami dello stesso colore, lasciando poi che si aprano su una pronda scollatura, diffile da riempire, a cuore fino a legarsi alla gonna liscia con una spaccatura vertiginosa sul fianco sinisto, che scende fino a coprire i piedi. Anche la bellezza di questo indumento mi lascia senza parole e non oso immaginare quanto sia costato.
"era di tua nonna, avrebbe voluto indossarlo alla festa per la tua nascita, ma non è vissuta abbastanza e nel testamento ha espressamente chiesto di fartelo indossare al tuo diciottesimo compleanno, così che possa vedere come tu sia cresciuta durante la sua assenza. In questo vestito c'è tutta la sua vita e ha voluto donartelo per il tuo giorno speciale Rachel."
Dovrò indossare questa meraviglia? Se va bene non è neanche della mia taglia e inoltre non mi sentirei a mio agio, quelle poche volte che ho indossato un abito del genere si contano sulle dita di una mano mozzata. Con una chiave mia madre apre il vetro dove sostava il manichino per poi tirare via l'abito con una delicatezza estrema. Me lo porge, ma non sono sicura di volerlo indossare;
"sono sicura che ti starà benissimo, gli abiti della nonna non mi hanno mai deluso e neanche questo lo farà"
Con un sorriso gentile mi convince, così lo prendo e mi dirigo verso lo stanzino per cambiarmi. Sento la stoffa morbida e leggera percorrere la mia pelle e un profumo di rose mi inebria i sensi. Solo dopo averlo indossato mi rendo conto che in realtà la misura era perfetta, come tutto di quell'abito; noto anche i ricami floreali dietro la schiena, mentre alcune ciocche scendono appena oltre la spalla. Esco dal quella specie di camerino trovando mia madre seduta sull'enorme letto matrimoniale che appena mi vede si alza in piedi portandosi le mani alla bocca e sgranando gli occhi dallo stupore.
"oh Rachel, bambina mia sei stupenda!"
Si avvicina per poi prendermi il viso tra le mani per guardarmi da vicino.
"ora pensiamo al trucco e ai capelli"
Cosa?
"mamma, ma non hai detto che c'è già della gente di sotto? Non pensi che non ci sia bisogno di questa perdita di tempo?"
Gira per il salone/armadio alla ricerca di qualcosa, aprendo cassetti e roba varia tirando fuori di tutto e di più.
"la tua bellezza non è mai una perdita di tempo Rachel e poi giù c'è tuo padre che sono sicura intratterrà gli ospiti di ora meglio di me, è dai tuoi amici che dobbiamo tenerlo alla larga, ma da quello che mi ha detto Kori abbiamo ancora abbastanza tempo; oh Eccolo!"
Mi fa sedere davanti ad'ampio specchio e inizia a tirare fuori qualsiasi tipo di polvere e creme varie. Deve però aver notato il mio volto preoccupato e teso.
"c'è qualcosa che ti turba Rae? Lo sai che con me puoi parlarne"
Con sguardo basso ci penso un po' su, convinta a voler lasciare stare, ma poi vedo i suoi occhi così sinceri, preoccupati e sospiro.
"ho paura, mamma; paura di quello che potrebbe succedere stasera"
"ti riferisci a quello che potrebbe fare ai tuoi amici?"
Mi chiede mentre inizia a spargermi per la faccia vari prodotti con le sue mani delicate.
"mi porterà via tutto mamma, e presto lui e te sarete le uniche cose che mi rimarranno; non si farà scrupoli e non posso, non voglio accettare che per colpa del mio egoismo possa far del male anche a te e a loro. Ho paura da tutta una vita, ma mai come stasera."
Trattengo le lacrime, non devo piangere, io non devo provare emozioni. Per un momento restiamo in silenzio e inizia a parlare solo dopo aver posato su una mensola una polvere strana.
"tuo nonno non passava mai molto tempo con me Rae, ma quei pochi momenti li ha passati a proteggermi e a darmi affetto; un giorno mi disse una cosa davvero molto importante: -la paura non esiste, lei è la rappresentazione delle tue incertezze e delle tue debolezze. Gioca con noi uomini e si nutre di questo, ma se noi invece di temerla la accogliessimo ci aiuterebbe a risolvere un sacco di problemi.-"
Ascolto quelle parole con'attenzione, ragionando e osservando il suo sorriso sereno dal riflesso della specchio. Mentre mi raccoglie i capelli lasciandosi sfuggire qualche ciocca.
"era un uomo davvero saggio e l'affetto che nutrivo per lui è davvero tanto. Quelle poche cose che ebbe la possibilità di insegnarmi le ho memorizzate, con la promesso che un giorno le avrei insegnate a te. Rae prova a fare come tuo nonno, afferra a mano della tua paura e fatti guidare"
Un lieve sorriso mi appare sul viso. La sua voce mi ha tranquillizzato, proprio come quando ero piccola. In tutti questi anni non è cambiato nulla tra me e lei. Continua ad essere lo stesso angelo di sempre.
-
-
-
"Gar ma possibile che quello in ritardo sia sempre tu?!"
La voce di Kori mi distrugge il timpano mentre salgo nell'auto di Victor. Avendo ancora la moto in riparazione sono stato costretto a chiedere un passaggio al mio amico, che ha dato uno strappo anche a Kori, Dick e ovviamente Karen. Sono tutti in tiro stasera: tutti e tre portiamo degli eleganti smoking con cravatta o fazzoletto (nel caso di Dick) abbinato all'abito delle proprie belle, mentre io ho solo una cravatte blu scura. Il completo era di mio padre, una delle poche cose che sono riuscito ad ottenere da mio zio. Le ragazze poi dovranno stare attente con chi parleranno e i miei due amici dovranno tenersele ben strette perché sono davvero belle. Karen ha un abito in seta, liscio tendente al dorato; i capelli prima riccissimi ora lisci e sciolti, mentre Kori sembra che abbia deciso di far impazzire Dick e il suo portafoglio con un'aderente vestito rosso fuoco ampiamente scollato, che risalta molto i suoi occhi e i suoi capelli, che sono legati in uno chignon perfetto
"scusa Kori non trovavo il cellulare"
Menti, ma non potev svelarglielo. Mi siedo sui sedili posteriori insieme al moro e alla sua ragazza, mentre davanti ci sono Karen e al volante ovviamente Victor, dato il suo amore spassionato per la sua macchina.
"tutti pronti?"
Chiede quest'ultimo.
"si andiamo pure Vic"
Risponde Dick, quando vede che ho allacciato la cintura. Ci mettiamo meno tempo del previsto e arriviamo davanti al cancello dove ci attende un maggiordomo che ci informa del luogo dove possiamo lasciare l'auto. Si tratta del retro della casa che non avevo ancora visto, ma sembra essere fatto apposta come parcheggio, dato che oltre alla nostra un'altra decina di vetture sono già posizionate nei rispettivi posti. Appena scesi noto i vertiginosi tacchi delle due ragazze, ma mentre con Victor non c'è bisogno di preoccuparsi, con Dick bisogna stare attenti data l'altezza della sua ragazza, che già senza tacchi avranno la stessa misura; non oso immaginare con quei trampoli.
Ci dirigiamo verso l'entrata abbellita da luci e da cespugli con le solite rose, bianche e blu, appena superata la soglia il calore della casa mi riscalda le membra, il che è preoccupante data la porta aperta e l'ampiezza di quel salone già mezzo pieno di gente. Un'enorme lampadario si innalza nel soffitto illuminando tutta la sala; infondo a questa, un'enorme scalinata di marmo lucido collegava il piano terra a un balcone chiuso con finestre che occupavano tutta la parete, da dove si poteva accedere all'esterno che se non sbaglio dovrebbe dare sul giardino di rose, in corrispondenza alla camera di Rachel. I volti dei miei compagni sembrano stupiti quanto me e si guardano intorno increduli dello sfarzo di quella sala. Arella ha fatto le cose davvero in grande.
"sembra un castello delle fiabe"
Con voce sognante, Kori mi si avvicina insieme agli altri, ancora ammaliati.
"non oso immaginare quanto tempo serva per pulirla così, contando che questa è solo la sala ricevimenti"
Le due coppie si prendono a braccetto quando un maggiordomo si avvicina a noi per chiedere i nomi, ma veniamo preceduti dall'arrivo di una bellissima donna dalla folta chioma nera con un vestito rosa pallido. Stento quasi a riconoscerla, ma il suo sorriso cordiale è inimitabile.
"oh ragazzi sono così felice che siate venuti, siete davvero bellissimi; Kori, Karen quegli abiti vi stanno davvero di incanto non sapete quanto siano fortunati questi bei giovanotti di avervi come compagne"
Imbarazzati, i due arrossiscono lievemente mentre le loro compagne ringraziano la signora Roth.
"grazie Arella sei splendida anche tu, a stento ti riconosciamo"
Inizia così una lunga conversazione sui loro abiti e una serie di elogi ai negozi di abbigliamento vari, che viene presto interrotta dall'arrivo un signore e di una signora, chiaramente sposati e sembrerebbe dello stesso ceto sociale della famiglia Roth. La salutano affettuosamente e si allontana con loro verso un gruppo di altre persone, ma prima di andarsene si avvicina a me.
"Rachel sarà qui a momenti, tieni d'occhio la scalinata"
Mi fa l'occhiolino e la vedo allontanarsi con i suoi amici mentre un sorriso triste mi spunta sul volto. Tra tutte le famiglie proprio a questa sarebbe dovuto accadere un destino così doloroso. Sento la voce di Kori che mi chiama, ma prima resto ancora a guardarmi intorno tra quella marea di persone tutti, con abiti sfarzosi e sorrisi falsi, circondati da una stana aurea di luce; poi il mio occhio cade su un uomo circa sulla quarantina con smoking e cravatta nera, insieme a un gruppo di altri signori dal viso cupo e freddo. Tra tutti però era lui quello che mi raggelava di più il sangue, qualcosa mi diceva di dovergli tare alla larga eppure sentivo anche una sorta di attrazione. I suoi lineamenti, la sua postura mi ricordavano qualcuno; quando vedo però Arella avvicinarsi all'uomo e stampargli un bacio sulla guancia mi resi conto che costui era proprio il padre di Rachel. Non so come, o per quale ragione, il suo sguardo si gira verso di me e resta a scrutarmi, come fece Rae il primo giorno che la vidi; sembrava che mi stesse guardando l'anima da quanto intensamente si fosse concentrato su di me. Poi un sorriso gelido si aprì sul suo volto.
"Gar devi assolutamente provare queste tartine di granchio, sono la fine del mondo!"
La voce di Victor mi distrae per qualche secondo costringendomi a voltarmi verso di lui. Prima di raggiungerlo, mi giro di nuovo verso quell'uomo, ora però intento in una conversazione con un'altra signora. Raggiungo i miei amici e rido vedendo Vic che si era già lanciato sul buffet, mentre iniziavo a sentirmi un po' osservato.
"davvero non sai cosa ti perdi. Voglio conoscere l'uomo che le ha cucinate e stringergli la mano"
Victor si strafogava come un matto di quelle tortine, sotto gli occhi severi di Karen che non faceva altro che ricordargli quanto fosse maleducato il suo comportamento. Intanto Kori aveva intrapreso una conversazione con una simpatica vecchietta, che si complimentava per la sua eleganza accompagnata dal marito. I due anziani stavano raccontando alla ragazza e a Dick vecchi aneddoti della loro vita da fidanzati. Tutti sembrano stare alla grande, ma un senso d'ansia mi impedisce di godermi la serata. Insomma sapevo che non ci sarebbe stato un gran che da fare, ma festeggiare il compleanno di Rachel mi sembrava un motivo più che valido per venire, per non parlare del favore che mi aveva chiesto Arella; più ci penso più sto male e l'ansia cresce. Non mi ero neanche accorto di aver immerso la mano nella ciotola di arachidi e di averla già mezza svuotata.
"allora Gar, glielo hai detto?"
Mi giro verso Vic, che aveva finito di abbuffarsi per passare ad un bicchiere di punch (l'unica bevanda presente oltre al vino rosso, che sembrava una specie di fissazione per quella casa), confuso.
"dire cosa a chi?"
Mi guarda furbo e insiste.
"oh dai, lo sai cosa intendo"
"se devo essere sincero no"
Rimane in silenzio per un po' fissandomi.
"non fare finta di non capire, l'abbiamo visto tutti che c'è un feeling tra voi e non dirmi che non è vero"
Dal tono di voce sembra leggermente arrabbiato, ma non potevo farci niente, non capivo a cosa si riferisse.
"ma di chi stai parlando?"
"di Dick, è ovvio"
Lo guardo un attimo confuso, con un'espressione che diceva tutto: eh?
"ma secondo te a chi mi sto riferendo? Alla tu Rae, no?"
Ripeto: eh?
Troppo concentrato a cercare di collegare in fili, mi persi il momento in cui la definì "la mia Rae" e trasalì nell'istante in cui compresi.
"lei non ... perche la mia Rae?"
"non è così che la chiami sempre? Rae di qui, Rae di là; mi stupisco solo che non decidiate di darvi una mossa"
Eh?
I miei sguardi da ebete stanno diventando abituali.
"Victor davvero non capisco: darci una mossa in cosa?"
Non dovevo domandarlo; non dovevo proprio domandarlo.
"mi stai dicendo che non glielo hai ancora chiesto?"
"Victor giuro che ti affogo in quel punch se non ti fai capire"
Visibilmente stupito, mette via il suo bicchiere.
"ti sto chiedendo se hai già chiesto a Rachel di uscire, e non uscire del tipo – hey ti devo un pizza quindi ti trascino per mezza città per ricambiare un debito-, ma nel senso – hey mi piaci, usciamo insieme e facciamo tanti figli-"
Modalità imbarazzo alle stelle: on
"non fare quella faccia, sappiamo tutti che gli sbavi dietro da quando l'hai vista e lei non è da meno, solo che è più brava di te a nasconderlo"
Colpito e affondato.
"io non sbavo dietro a nessuno"
Punto nell'orgoglio mi dirigo verso un piatto di non so che, e ci affondo la mano; ora come ora tutto quello che è commestibile mi sembra un buono sfogo, pur di evitare di mettergli le mani addosso.
"non direttamente almeno"
Aggiunge.
"non penso che sia il termine giusto per definire quello che provo per lei"
Dannazione a me e alla mia boccaccia.
"uh ma allora lo ammetti amico. Lei ti piace"
Sposto lo sguardo sul piatto sulla quale mi sono appena gettato. Dire che mi piace è poco, troppo poco.
" o mio Dio!"
Annuncia Vic esultante. Fa che non abbia capito, fa che non abbia capito.
"lei non solo ti piace Gar! Tu sei totalmente cotto amico!"
Mi tira una pacca, capace di farmi rigurgitare tutto quello che avevo mangiato; ora ha il dono di leggere nel pensiero?
"tu sei innamorato!"
I suoi urli attirano l'attenzione del nostro gruppo, compreso qualche altro invitato e il padre di Rachel. Dannazione Vic.
"chi è innamorato di chi?"
La chioma rossa di Kori sbuca da dietro l'afroamericano, seguita da Dick e Karen.
"il nostro biondino ha una super cotta per la regina di ghiaccio"
Lo ringrazio per il suo tono più pacato, ma ora può anche morire.
"o mio dio davvero Gar?! Ma è stupendo. Sono sicura che Rachel ti ricambia senza alcun dubbio. Ne sono certa"
Anche tu Kori, ti sei meritata i mie istinti omicidi.
"cosa ti fa essere così sicura?"
Le chiedo, e di colpo si blocca, come se sapesse di aver parlato troppo.
"Kori?"
Non ha il tempo di rispondermi che la vedo cambiare espressione e girarsi verso la scalinata. Seguo il suo sguardo mentre mi infilo in bocca un'altra tartina, che rischia di uccidermi. Senza fiato mi va di traverso il boccone mentre guardo ammaliato sopra le scalinate, dove si erige la più bella e dannatamente sexy ragazza che abbia mai visto. Mentre Vic tenta di aiutarmi a sopravvivere non faccio a meno di pensare che una morte del genere sarebbe una delle morti più belle del mondo.
ARELLA
KAREN
YOU ARE READING
DIETRO LE QUINTE DELLA MIA VITA
FanfictionRachel è una ragazza che come tanti ha una vita difficile, ma come pochi questa influisce, in modo grave, sulle sue decisioni. Scelte che la ragazza non ha mai potuto prendere in totale autonomia perché qualcosa di più grande la blocca, perché come...