Una lunga, lunga giornata

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"ti impedisco categoricamente di uscire conciata così!"

Era ormai la quinta volta che mia madre si lamenta degli indumenti che indosso. Lei continua a dire che per un'uscita con il gruppo di teatro ci sarebbe voluto qualcosa di più adatto ad una "signorina" della mia età. Non so quante volte ho evidenziato il mio disprezzo per i soliti vestiti che indossavano le altre ragazze per uscire.
Sinceramente non capivo neanche perché avevo accettato l'idea di andare con gli altri del gruppo. Ogni anno la Arden ci imponeva di uscire tutti insieme per prenderci una pausa dalle prove e per legare di più, ma in un modo o nell'altro riuscivo sempre a trovare una scusa per non venire. Quest'anno invece tra le minacce di Garfield e le crisi di mezz'età anticipata di mia madre, non sono riuscita a impedirlo. Ora mi trovo in quella che un tempo era camera mia e che ora è totalmente tappezzata da indumenti tirati fuori dai meandri più oscuri del mio armadio, con Arella che urla come una forsennata perche io continuavo a voler restare vestita con i miei amati jeans e la mia felpa ormai centenaria, mentre lei insiste sul voler che mi cambiassi immediatamente.
"almeno mettiti una gonna"
Ormai esasperata mi porge una delle gonne più corte e più rosa del mondo. Molto in stile Kori, ma per niente adatta a me.
"non ho intenzione di contrattare con te su come vestirmi. Resterò con la mia felpa, punto!"
Non sembrava difficile da capire, ma questa donna ,che dovrebbe essere mia madre, non voleva mollare l'osso.
"Allora mettiamola così: se ora non ti cambi immediatamente inviterò alla tua festa di compleanno tutta la tua scuola compresi gli insegnanti e i vicini, che ne dici?"
Rassegnata e depressa mi avvio verso ciò che resta del mio guardaroba.
"d'accordo, d'accordo mi cambio"
Era umiliante cadere nelle minacce di mia madre, ma già ha invitato Garfield, se in più ci si mette tutto il resto della scuola, sono rovinata.
Soddisfatta finalmente esce dalla mia stanza lasciandomi il tempo di cambiarmi, anche se non muta molto il mio abbigliamento: al posto della felpa nera metto una camicia viola che mi arriva a metà sedere coperta da una giacca di pelle nera. I jeans restano gli stessi strappati di prima e afferro un paio di scarpe sportive a caso nella scarpiera. Scoprendo di essere in ritardo già di cinque minuti sulla tabella di marcia, corro verso l'uscita e mentre scendo le scale verso l'atrio, scorgo mia madre che annuisce soddisfatta e mi saluta con il suo solito tono di voce pacato. Era da quando le ho raccontato dell' incidente con Garfield che non la vedevo sorridere così sinceramente.
Sarà giusto chiamarlo incidente? nei miei incubi continuo a vede me con le mani sul collo di Garfield, solo che questa volta non c'è nessuno a fermarmi. La mia più grande preoccupazione è che in fondo fossi cosciente di ciò che stavo facendo e sapere di non essere più in grado di controllare me stessa mi fa solo accogliere l'idea di andarmene, ma tutte le volte che mi sento pronta per lasciare, mi tornano in mente le parole di quel ragazzo incredibilmente saggio: " tutti noi compiamo degli errori! Quindi ora, per una volta, piantala di piangerti addosso e impara dalla preziosa lezione che la vita ti sta dando"
Noi tutti compiamo degli errori, ha ragione, ma i miei errori sono troppo gravi per trovarvi rimedio, o almeno così credevo. Da un po' stavo iniziando a pensare che forse certe mie decisione potessero essere prese diversamente.
Mentre camminavo immersa nei miei pensieri, vengo svegliata dai soliti saluti squillanti di Kori e dalla voce di Dick che tenta di calmare i bollenti spiriti della sua fidanzata, che aveva attirato l'attenzione di qualche persona sul marciapiede.
"insomma Rachel non ti pensavo tipa da ritardi simili, è da dieci minuti che ti stiamo aspettando, inoltre non rispondi neanche al cellulare!"
Questo è quello che mi viene detto, appena raggiungo il gruppetto. Effettivamente ammetto di aver notato una vibrazione proveniente dalla tasca anteriore della giacca, ma non ci avevo fatto troppo caso.
"scusate ho avuto qualche complicazione e non ho sentito il cellulare"
"oh non preoccuparti"
Il viso già più calmo della rossa mi fa iniziare a credere che questa ragazza stia diventando un po' bipolare.
"Garfield ha appena chiamato e ha detto che raggiungerà direttamente al bowling per via di alcuni problemi con la moto, ma secondo Vic e Dick si è solo addormentato"
"teoria del tutto accettabile, conoscendo Garfield"
"è quello che ho detto anche io"
A parlare era Dick che intanto aveva appena inviato un messaggio, probabilmente al soggetto della discussione.
Ho notato che ultimamente il moro e il suo inseparabile gel sono ancora più affiatati del solito, soprattutto oggi, che è più che evidenti dato che i raggi del tiepido sole, brillano tra quei suoi lisci capelli neri pece; nonostante ciò, continua però ad attirare gli occhi di tutte le ragazze che gli passano affianco, causando quelle stridule ed insopportabili risate e le occhiatacce di Kori su ogni una di loro.
Senza giri di parole ci dirigiamo verso la meta decisa (non da me, per la cronaca), ovvero l'ampia sala da bowling all'interno del centro commerciale più visitato della mia cittadella. Non ci sono mai stata; in casa quella che si occupa delle spese dei vestiari miei e di mio padre è mia madre e spesso mi chiedeva se volessi andare con lei, ma una forza maggiore chiamata orgoglio e lavoro mi spingevano sempre a rifiutare.
In ogni caso arriviamo davanti all'ampio edificio in meno di dieci minuti e tra le fervide risate di Kori, le battutacce di Victor e i sfreccianti commenti di Karen, mi rifugio tra quel gruppo di casinisti osservandoli e apprezzando la loro compagnia, per quanto caotica sia.
"ah a proposito Rachel, mi è arrivato un messaggio da tua madre ieri, dove ci invitava tutti al ballo per il tuo compleanno. Mi spieghi quando avevi intenzione di dirmelo?!"
"non lo chiamerei proprio ballo-"
Vengo subito interrotta dalla possente voce di Victor
"aspetta tu festeggi il tuo compleanno? In tutti questi anni non ti ho mai visto festeggiare o quanto meno avvisare che fosse il tuo compleanno e ora te ne esci con addirittura un ballo?!"
"ho detto che ballo non mi sembra la giusta-"
Un'altra interruzione viene fatta, ma sta volta proviene dalla voce di Karen, che con un sopracciglio alzato si rivolge contro Vic.
"non parlarle in quel modo, avrà avuto le sue ragioni per non festeggiarlo gli altri anni; quest'anno si sarà stufata e avrà deciso così, giusto Rachel"
"non le stavo parlando male, sei tu che fraintendi sempre tutto!"
Inizia così un'altra delle loro tate litigate , mentre io cerco di trovare le parole per risolvere il diverbio.
"ecco che ricominciano, loro e il loro dannato orgoglio"
Commenta Dick ormai spazientito
"se mi lasciaste spiegare- "
Di nuovo interrotta dalle urla del loro ennesimo ligio
"se solo ti sforzasti di guardare oltre ed evitare di dare pregiudizi!"
"ah io do pregiudizi, senti bello o la finisci di sparare cazzate o giuro che ti faccio vedere le stelle"
Ho sempre amato il carattere forte di Karen
"vediamo se ne hai il coraggio, bellezza!"
Ok ora si esagera
"ora basta! Giuro che vi faccio arrestare tutti per disturbo della quiete pubblica se non la piantate di fare i bambini!"
Tutte le volte i loro diverbi bisogna aggiustarli così e si finisce sempre con loro che mi danno retta, o in questo caso, con gli sguardi di gran parte del centro commerciale puntati su di noi. Mentre io continuo a fissare i due soggetti, vedo Dick e Kori scoppiare a ridere seguiti a ruota da Victor e Karen che , come se non fosse successo nulla, si abbracciano continuando a ridere.
"s-scusa Rachel ma dovevi vedere la tua faccia ahaha"
Dice Kori mentre si asciuga una lacrima per il ridere. Cerco di riprendere la calma inspirando profondamente e chiudendo gli occhi, ottenendo il risultato che volevo.
"mia madre sta organizzando questa specie di festa, perché quest'anno è il mio diciottesimo compleanno e lei è convinta che sia un anno importante e che vado festeggiato in modo particolare, solo che più che una festa per me, sarà una scusa per mio padre per invitare tutti i suoi vari colleghi di lavoro per parlare di affari o robe del genere"
"a me basta che ci sia da mangiare"
Esclama Victor per poi essere ripreso da una feroce gomitata da parte della sua ragazza.
"e dai stavo scherzando"
"io invece al posto tuo sono disperata, devo ancora trovare un vestito adatto abbinarci scarpe, trucco e acconciatura, per non parlare del fatto che devo trovare il vestito di Dick e tutto in meno di sei giorni!"
Vedo già la faccia terrorizzata di Dick e mi sembra anche di sentire gli urli disperati che partono dal suo portafoglio. Povero, non lo invidio affatto e se conosco Kori, scommetto che lo costringerà a passare un'intera giornata a provare vestiti su vestiti.
Chiuso il discorso del ballo/festa/suicidio mentale, ci dirigiamo verso la sala da bowling, fortunatamente non troppo affollata. Ci dirigiamo subito ad affittare le scarpe, mentre Victor e Karen si dirigono in una delle tante piste libere per prendere i posti. Da quello che ho capito loro si definiscono dei professionisti e come scarpe hanno già le loro. Purtroppo i "professionisti" hanno la splendida idea di mettersi in una fila accanto proprio a quella di alcuni ragazzi che non sembrano avere buone intenzioni. Tutti piuttosto alti, continuano a gridare cose senza senso mentre si pavoneggiano come solo appunto un pavone potrebbe fare. Sembrano però neanche accorgersi della nostra presenza, ma le caotiche urla non cessano portandomi a capire che sarà una lunga giornata.
Oltre a me a quanto pareva sapevano già tutti come giocare e le varie tecniche, ma questo non risultò un problema. Infatti, sotto consiglio di Karen mi metto a fare qualche tiro di prova, riuscendo a buttare giù tutti i birilli. Con gli sguardi stupiti dei miei compagni torno a sedermi in una delle comode poltrone aprendo il libro che mi ero portata dietro.
"Rachel sei sicura di non aver mai giocato?"
Chiede Victor quasi sconvolto.
"ne sono più che certa, ma ammetto che pensavo di trovare qualcosa di più difficile che un semplice gioco di aerodinamica."
Alla fine si usavano le stesse tecniche per sparare con una pistola: si attende, si prende la mira e si preme il grilletto.
Dopo aver fatto un lancio ciascuno Kori ha l'idea di iniziare una specie di gara tutti contro tutti.
"chi perde verrà con me e Dick al centro commerciale, che ve ne pare?!"
Detto questo le face disperate del gruppo diventano paragonabili all'urlo di Munck, ma nessuno si tira indietro dando così inizio a quella che potrebbe sembrare un semplice gioco tra compagni, ma che in realtà è una lotta alla sopravvivenza. Sotto lo stupore di tutti continuo ad ottenere il massimo dei punti con qualche strike consecutivo, ma, come ho già detto prima, secondo me era fin troppo semplice. Victor invece sembrava non pensarla così; era infatti lui quello che per ora aveva raggiunto il punteggio minore, ma nonostante ciò continuava a dare la colpa a qualsiasi cosa inanimata si trovasse nell'ampia sala: prima era il troppo rumore, poi era la sua borsa tra i piedi ... sembrava quasi che il mondo ce l'avesse con lui o forse era solo il detto "chi si loda s' imbroda" che iniziava a fargli brutti scherzi. Dopo tutto la modestia è una qualità sempre ben accettata.
Dopo qualche tiro inizio però ad avere sete e mi dileguo verso la macchinetta non molto lontana dalla nostra postazione. Nonostante i prezzi, a mio parere davvero troppo altri, spesi la bellezza di un dollaro per una semplice bottiglietta d'acqua, che non arrivò mai. Al suo posto però scorgo dietro di me uno dei ragazzi pavone che poco prima stava di fianco alla nostra postazione e, con un sorriso troppo sicuro di sé, si avvicina pericolosamente appoggiando un braccio sulla macchinetta bloccandomi. Lo fulmino subito con uno dei miei soliti sguardi, rimanendo impassibile, ma questo non lo allontana minimamente; anzi sembra divertito.
"hey bellezza hai bisogno di aiuto?"
Dice mettendo in bella mostra qui denti ingialliti dal troppo fumo.
"per niente, più che altro sembri tu quello che ha bisogno di un dentifricio nuovo"
Dico stizzita dal suo alito pesante.
"uh che caratterino che abbiamo, ma non preoccuparti ora ci penso io a farti rilassare"
Lo vedo che fa per afferrarmi il braccio per portarmi chissà dove, ma sono abbastanza veloce da fermare la mano e alzargliela in alto, per poi portargliela dietro la schiena e spiaccicarlo contro la macchinetta, causandogli un mugolio di dolore.
"no ora a rilassarti sei tu e ti consiglio di tenere giù quelle manacce se non vuoi ritrovati senza"
Il mio tono continua ad essere freddo come al solito, ma si sente perfettamente la nota spazientita che prende.
"tu brutta stronza, non sai con chi ti sei messa contro"
Neanche il tempo di replicare che vengo circondata da quella che poteva sembrare un gruppo di teppisti e che molto probabilmente è. Scorgo in ogni uno dei sette ragazzi un ghigno poco rassicurante.
"ehy c'è qualche problema?!"
Sento un voce troppo familiare alle mie spalle, dove posso scorgere i soliti capelli biondi e la corporatura magrolina. Garfield, sbucato da chissà dove si mette di fianco a me con in volto un'espressione dura che non credevo sua. Continuava a fissare ognuno dei ragazzacci intorno a noi soffermandosi particolarmente su quello che aveva attaccato briga con me, che nel mentre si era liberato dalla mia presa.
"non penso siano affari che ti riguardino biondino, sparisci prima che ti faccia male!"
Ora sul suo volto appare un sorriso visibilmente divertito.
"farmi del male? Voi?, personalmente mi fate solo ridere, siete quasi patetici; da soli non riuscite neanche ad abbordare una ragazza e dovreste farmi paura in gruppo?"
Il tono sarcastico di Garfield fa notevolmente infastidire i miei aggressori portandoli ad avvicinarsi ancora, soprattutto il fumatore incallito di prima, che sembrava essere il boss della situazione. Fissa accigliato il biondo dietro di me, che intanto fa la medesima cosa, solo con un sorriso molto sicuro di sé.
"Rachel c'è qualche problema?"
A fronteggiare il gruppetto ora c'èrano anche Victor e Robin, che con una postura severa si avvicinano fissando con sfida i disturbatori. Si sente la tensione che è nell'aria, contornata dal mio notevole fastidio: avrei potuto fronteggiarli facilmente da sola, dopotutto sono abituata a cose ben peggiori che i semplici lamenti di qualche adolescente con un alto tasso di ormoni nel cervello. Vista da un'altra prospettiva questa scena poteva perfettamente sembrare l'inizio di una guerra tra bande, eppure i sette ragazzi sembravano notevolmente impauriti dalla presenza di Victor e dagli sguardi di Dick. Indietreggiano lentamente, mentre il capo mi fa capire con uno sguardo che no finirà lì.
"no, va tutto bene se ne stavano giusto andando."
Mi dileguo verso la postazione con addosso gli sguardi preoccupati di Kori e Karen, seguita dagli altri due, mentre Garfield si sofferma a fissare il gruppo uscire dalla porta.
"ti hanno fatto qualcosa?, stai bene tesoro?"
Mi chiede Karen sempre in'ansia.
"no va tutto bene, ma sarebbe andata anche meglio se non vi foste impicciati, avevo la situazione sotto controllo."
"ora ricominci con la solita sceneggiata? Un semplice grazie basterebbe sai?"
Lo sguardo di Garfield notevolmente infastidito, mi da solo che sui nervi , ma devo ammettere che sta volta o apprezzato il suo aiuto anche se continuo a ribadire che avrei risolto la situazione anche senza di lui.
Come risposta rimango in silenzio mettendo il muso e mi risiedo nella mia postazione, come se nulla fosse.
"e tu quando pensavi di arrivare? Iniziavamo a pensare che non saresti più venuto!"
Inizia Kori così a sgridare il ritardatario per non avere chiamato e le solite cose.
"cerca di capirmi, mi è la moto. Qualche deficiente si è divertito ieri notte a smontarla e ho dovuto chiamare un mio amico per farmela aggiustare; inoltre ci ha messo più del previsto ad arrivare e sono corso, a piedi, da casa mia fino a qui e non è proprio una passeggiata!"
"questo non ti giustifica; avresti potuto benissimo chiamare"
"Kori ti prego sono in lutto, ma non capisci che ora la mia moto si trova a lottare tra la vita e la morte?"
Con la disperazione negli occhi vedo Garfield inginocchiarsi pregarla di smettere con la ramanzina.
"che ne dite di smetterla e di continuare a giocare piuttosto?"
Si vede che l'idea di passare un'intera giornata con la coppietta non andava proprio giù a Victor, ma alla fine dovrà rassegnarsi. Un punteggio così misero non penso l'abbia mai fatto; già diverse volte non è riuscito a colpire neanche un birillo. Anche Kori se ne è resa conto e da quello che ho capito costringeràe il malcapitato a pagare il pranzo ai due piccioncini domani, che inoltre dovrà seguire per tutta la giornata in giro per i fitti corridoi di questo centro commerciale. Già ora li sento organizzare per domani, ma le loro voci diventano solo un suono di sottofondo mentre rimango concentrata nella lettura, l'unica cosa che ora come ora è capace di darmi conforto. E mentre continuo a immaginare come avrei potuto passare la giornata se non fossi venuta qui, sento la continua stridula voce del ritardatario farsi strada tra quella di Kori e Victor, probabilmente per prendere in giro quest'ultimo. Do per l'ennesima volta una controllata all'orologio appeso alla parete arancione della vasta sala, in'attesa che arrivi un orario adatto per andarmene; le quattro del pomeriggio: troppo presto per allontanarmi e troppo tardi per trovare una scusa.
"hai intenzione di passare tutto il pomeriggio a leggere?"
Vedo sbucare da dietro il libro dei vivaci capelli biondi, intenti a portare la mia attenzione su di lui, ma con pochi risultati.
"si era il mio intento"
Giro pagina continuando ad ignorarlo, ma, come mi aspettavo, continua ad insistere. vuole assolutamente che gli faccia vedere se sono brava come gli altri dicono, a bowling, arrivando quasi a pregarmi.
"Dai che ti costa, ti prego fallo per me"
Chiede imitando il musetto di un cane.
"dovrei trovarlo un buon motivo?"
"direi che è un ottimo motivo"
"continua a crederci"
Lo vedo andarsene facendo finta di offendersi, mentre io esulto internamente per essere riuscita a togliermelo di torno, ma neanche il tempo di riprendere la lettura che lo vedo tornare con in mano una palla da bowling. Mi ero dimenticata con chi avevo a che fare.
"facciamo così se riesci a fare un punteggio più alto del mio stasera ti offro una pizza"
Vedo una luce di determinazione accendersi nello sguardo del ragazzo, che si dirige verso la pista di lancio. Con lentezza si mette in posizione di lancio e mentre fissa meticolosamente la pista noto che sembra sta facendo dei calcoli. Sposta lo sguardo verso tutti i birilli e solo dopo aver perfezionato la presa sulla palla, lancia quest'ultima riuscendo a beccarli tutti, tranne uno. Un sorriso soddisfatto spunta dal suo viso, ora rivolto a me.
"non mi abbasso sciocchi giochetti del genere"
Per quanto mi costi ammetterlo, aveva fatto davvero un ottimo tiro, aveva solo sbagliato l'angolazione, ma per il resto un ottimo tiro. Nonostante stessimo parlando di Garfield sono stupita dalla precisione con la quale ha studiato il modo in cui lanciare.
"sei troppo orgogliosa per tirarti indietro fai sto tiro e falla finita"
"ti romperà per tutto il resto della giornata Rachel lo sai, ti conviene accontentarlo. Magari ci guadagni anche una pizza"
A parlare fù Dick che ora sta seduto di fianco al depresso Victor mentre Kori mi osservava speranzosa. Purtroppo devo dare ragione al moro, così ripongo sul tavolino davanti a me il libro e mi alzo sbuffando infastidita. Prendo la prima palla che mi capita e mi metto in posizione. Sento lo sguardo di tutti posarsi su di me, mentre muovo il braccio per lanciare, facendo Strike.
"contento ora?"
Torno a sedermi riprendendo la lettura ignorando palesemente gli altri.
"molto"
Vedo il solito sorriso da ebete spuntargli sulla faccia infastidendomi solo di più. Tanto insistere per poi perdere e trova ancora il coraggio di ridere.
Passo il pomeriggio più inutile della mia vita a leggere e fare qualche commento durante le conversazione degli altri, che saltavano da un argomento all'latro come grilli in un campo di fiori.
"secondo me si atteggia troppo, è brava a cantare e tutto quello che vuoi, ma se la crede troppo; qualcuno dovrebbe dirglielo di abbassare la cresta"
La voce di Victor mi risveglia dal mio momento di concentrazione nella lettura, portandomo ad alzare lo sguardo e ascoltare la conversazione.
"secondo fa bene: a talento, è una bella donna e ha carattere. se non si atteggia lei non lo può fare nessuno"
Insinua Karen.
"io no credo neanche che si atteggi. Semplicemente è il suo carattere"
La voce flebile di Kori si intromette nella conversazione facendo nascere un dubbio sul volto di Dick.
"come si fa a capire se una persona si atteggia o se è semplicemente il suo carattere"
"credo sia tutta una questione di sguardi. Chi lo fa per carattere lo fa bene, la gente non se ne accorge neanche; il contrario quelli che lo fanno per vantarsi"
Teorizza Garfield portando gli occhi al soffitto per cercare le parole, sotto lo sguardo indagatore del gruppo.
"tu sapresti riconoscere una persona che si vanta apposta?"
Chiede curiosa Kori, ora molto attenta alla piega che sta prendendo una conversazione.
"io no, non credo, ma sicuramente Rachel ci riuscirebbe"
"cosa centro io, ora?"
"tu Rachel sapresti capirlo?"
Ora l'attenzione di tutti si posa su di me, che mi guardano in'attesa di una risposta.
"si lo saprei capire. Come ha detto Garfield è una questione di sguardi, tutto qui"
"come fai?"
Vedo gli occhi di Kori che brillano di ammirazione; un'ammirazione che non capisco da dove venga. A me capire le persone risulta facile e per un po' ho pensato che fosse così per tutti, ma grazie a diverse esperienze ho scoperto che ad avere questa abilità sono solo io. è come se parlassi con loro però attraverso gli occhi, ma forse è troppo complicato da spiegare.
"è complicato da spiegare, lo faccio e basta."
Liquido così la domanda di Kori, per nulla soddisfatta.
"ma avrai pure qualche trucco, qualche rito particolare ... "
"rito? Non faccio mica parte di una setta"
"non era quello che intendevo"
Lo sguardo confuso di Kori fa quasi tenerezza.
"basta osservare"
"osservare che cosa?"
La curiosità di Kori non ha limiti; ormai è come se avessi distrutto la diga che teneva a freno la marea di domande della ragazza, irrefrenabile e sotto gli sguardi divertiti degli altri continua fare domande su domande.
"come si comporta una persona. Noi uomini tendiamo ad avere determinare reazioni a seconda di determinate circostanze e per quanto una persona sia brava a nascondere ad'esempio la propria agitazione, il suo sguardo la smentirà sempre."
"come mai?"
"perché gli occhi sono lo specchio dell'anima. Infatti non troverai mai due persone con gli stessi, uguali e identici occhi. Avranno sicuramente qualche impercettibile differenza nello sguardo, nel colore o nella struttura."
La ragazza sembra finalmente comprendere, portandomi a sperare che abbia finito con la sua sfilza domande, ma ora ad impegnarsi ad infastidirmi c'è anche Victor.
"è per questo che da quando Gar è entrato nel gruppo non fai altro che fissarlo?"
Sento un leggero rossore sulle gote e lo stesso vale per il diretto interessato, che non fa a meno che spostare lo sguardo su di me. Riesco però a controllare il tono e a rispondere in modo netto.
"esatto, non c'è modo migliore per capire una persona che osservare i suoi comportamenti"
Vedo la delusione sul volto del'afroamericano, per aver distrutto i suoi piani cospiratori e una punta di soddisfazione si fa strada nel lieve sorriso compiaciuto appena spuntatomi.
"sicura che non ci siano altri motivi?"
Chiede Garfield, più per infastidirmi e auto compiacersi, che oer curiosità, come solo lui sa fare.
"più che certa"
"eppure io pensavo che quello più interessato all'altro, dei due fossi tu Garfield! "
Esclama Kori, facendo aumentare il rossore sulle guance del biondo, mentre io tendo a nascondermi dietro il mio libro fingendo indifferenza.
"perche dovrei essere interessato a lei!"
"la vera domanda è perche non dovresti esserlo"
Chiede Dick. Noto lo stato di forte imbarazzo di Gar che non sa più che inventarsi, ormai messo alle strette. Penso quindi che per il bene di tutti debba intervenire.
"è ovvio che non è interessato a me"
"come fai a dirlo?"
Un'altra odiosa domanda di Victor mi porta ad aumentare il mio istinto omicida nei suoi confronti. Sempre pronto ad impicciarsi in cose che non lo riguardano, come tutti in questo gruppo. Per questo ammetto di preferire molto di più la loro compagnia, quando si evita di parlare di me. La loro sete di curiosità è insaziabile e forse è anche colpa mia. Non sanno niente di me eppure mi vogliono bene; ripongono spesso la loro fiducia in me ed io l'unica cosa che faccio è evitare di farmi conoscere da loro. Non sapevano neanche che giorno fosse il mio compleanno, ma non perché non me lo chiedessero; più volte Kori ha insistito per passarlo insieme, ma l'ho sempre liquidata. A me stessa dicevo che era per il loro bene. Meno cose sanno di me meglio è e lo penso tutt'ora, ma mi sento comunque in colpa.
"c'è da chiederlo? Siamo completamente diversi. Io seria e distaccata, lui sciocco e infantile; lui amante della vita e del divertimento, io pessimista e scontrosa. Chi mai potrebbe essere attratto da me? Soprattutto uno come lui"
Vedo gli altri restare in silenzio e fissarmi seriamente, mentre io continuo a leggere impassibile il libro. Sento però un forte senso di pesantezza, portato forse dell'intensità dello sguardo di Garfield posatosi su di me da quando ho scansato attenzione da lui su di me. Non so neanche perché l'ho fatto. Forse perche lo trovavo in difficoltà e il tuo tentativo di formulare un frase che non feisse nessuno, mi ha portato a non avere altra scelta.
Chiudo il mio libro tascabile, per riporlo al suo posto nella giacca mia giacca nera.
"è tardi per me, penso sia il caso che vada"
Prima però che possa raggiungere la porta vengo interrotta da una vivace voce
"aspetta Rachel veniamo anche noi"
Mi raggiungono quindi Dick, Garfield e Kori, mentre Karen e Vic restano ancora per qualche partita. Depositate le scarpe e pagato la nostra quota vi dirigiamo verso l'uscita del vasto edificio. Mi accorgo che all'esterno è già tutto avvolto dal buio e la città è decorata con le varie luci prodotte dai lampioni e dai fari delle macchine. Un freddo pungente attraversa la mia giacchetta causandomi un brivido. Cosa mi ha portato ha mettermi solo questa giacca prima di uscire?!
"io e Dick ci giriamo di qua; i miei genitori ci stanno aspettando, ci vediamo lunedì"
Salutiamo entrambi la coppietta che si dirige verso la direzione da loro indicata, lasciandomi così sola con Garfield. Appena vedo i due svoltare l'angolo, lo saluto e mi dirigo verso casa mia.
Mi guardo intorno notando quanto sia piacevole l'atmosfera creatasi. I fari del traffico illuminano con varie tonalità la strada regalandole un forte senso di calore. Il chiarore della luna piena mi illumina la strada e le voci di sottofondo mi fanno sentire meno sola. Tutto questo mi porta distarmi. Sento il forte frastuono di un clacson rimbombarmi nelle orecchie e risvegliarmi dalla contemplazione dei dintorni. Giro la testa in direzione del suono e mi ritrovo davanti un'auto che a tutta velocità sfreccia verso di me, ma neanche il tempo di agire che un peso mi prende per riportarmi sul marciapiede. Sento la folata d'aria causata dal passaggio della sfrecciante auto rossa che senza alcun contegno continua a suonarmi contro nonostante mi fossi spostata; o meglio, nonostante fossi stata spostata. Mi giro verso il braccio che mi ha afferrato per ritrovarmi davanti la solita persona che incontro nei momenti meno opportuni.
"che ci fai qui?!"
"prego non c'è di che"
Risponde sarcastico.
"ti sto inseguendo, mi pare chiaro"
"e potrei sapere per quale ragione?"
"per la pizza, hai fatto un punteggio più alto di me ricordi? In palio c'èra una pizza"
"ah"
Noto il suo volto confuso. Non mi ero dimenticata dell'episodio, ma mi stupisce la sua demenza. Se una persona non vuole riscattare la vincita di una scommessa, solitamente la persona che ha perso non glielo và a ricordare, ma dopotutto stiamo parlando di Garfield, quindi la logica si annulla, letteralmente.
"che c'è, non ti va?"
"ora devo tornare a casa, me la offrirai in un altro momento"
Sperando che se ne dimentichi
"non ci pensare neanche, ora vieni con me e ti compro sta benedetta pizza, così stanotte avrò sonni tranquilli!"
Mi prende per un braccio e mi trascina letteralmente verso chissà dove.
"se non sbaglio questo si chiama sequestro."
Dico tentando di divincolarmi.
"puoi chiamarlo come vuoi, tanto viene con me lo stesso"
Il suo tono di voce deciso, mi spinge a temere che sarò a costretta a seguirlo veramente quindi con uno sbuffo spazientito accetto.
"va bene vengo con te, però lasciami il braccio"
Fa come gli ho detto e rallenta il ritmo con la quale stava camminando, per permettermi di raggiungerlo. Intanto prendo il cellulare per mandare un messaggio a mia madre, ma vedo che mi ha preceduto.
-ciao tesoro, spero ti stia divertendo io stasera vado a cena con i vicini e a casa resterà solo tuo padre, quindi ti consiglio di restare a mangiare fuori.
Ti voglio bene.
Baci. –
Se andassi a casa, dovrei restare da sola con mio padre e farei restare in'ansia mia madre, quindi penso che approfitterò dell'occasione. Non sono mai stata sola con mio padre per una serata intera, quindi non so cosa potrebbe accadere, ma non sono pronta scoprirlo sta sera.
-Stasera mangio fuori non preoccuparti –
inviato il messaggio lo ripongo al suo posto per proseguire verso la meta ancora a me ignota.
"posso almeno sapere dove stiamo andando?"
"nella pizzeria migliore che conosco"
Wow molto indicativo.
"fidati ne varrà la pena"
Mi dice convinto.
"lo spero per il tuo bene; mi aspetto anche che sia ben farcita."
"basta che non mi svuoti il portafoglio, devo ancora trovare il modo per far riparare la moto"
Porta lo sguardo al marciapiede con un triste sorriso.
"mi spieghi che cosa è successo?"
Domando curiosa
"qualcuno si è divertito a smontarla ieri notte, ma non si è neanche posto il problema di portarli via."
Ti consiglio di stare attenta ai tuoi amici. Le parole di mio padre mi trafiggono come solo una lancia potrebbe fare, facendomi spalancare gli occhi. Sta iniziando, sta ricominciando a fargli del male. Non so più che fare; mi ero ripromessa di allontanarlo se fosse successo, ma non riesco. Per la prima volta in tutta la mia vita non riesco ad allontanarmi da una persona. Il suo sguardo è troppo forte, il suo braccio mi affererebbe subito e non mi lascerebbe più, ma non voglio che gli faccia ancora del male.
"pensavo di portarla dalla carrozzeria del padre di Karen, ha detto che mi farebbe un buon prezzo, ma al momento non potrei permettermi nulla."
Lo guardo, ma non vedo alcuna forma di tristezza; forse dispiacere, ma niente a che vedere con tristezza, odio o altri sentimenti simili.
"sembra che la stai prendendo bene però"
Mi lascio sfuggire un commento, che non sembra infastidirlo.
"stai scherzando vero?! Sono in lutto, per non parlare delle bollette che devo pagare e dell'affitto. Di questo passo finirò in strada"
Disperato inizia a deprimersi mentre rallenta il ritmo del passo, costringendomi a fermarmi per farmi raggiungere.
"muoviti vorrei mangiare ad un orario decente"
Raddrizza la postura e accelera il passo.
"volevo ringraziarti, per oggi intendo; stavano diventando insistenti gli altri, soprattutto Kori, non sa mantenere la bocca chiusa quella ragazza"
"non devi ringraziarmi, eri in difficoltà e ti ho aiutato, come tu hai aiutato me; alla fine ho solo ricambiato un favore."
"quale dei tanti? Quando ti ho salvato la vita, quando ti ho riportato a casa nonostante il diluvio o quando oggi ti ho aiutato?"
Imbarazzata spostò lo sguardo. Non mi ero più chiesta come ripagare tutte le volte che mi ha aiutata senza chiedere nulla. Spesso mi domando perché lo faccia, ma penso che neanche lui lo sappia;
"quello che vuoi. Troverò il modo di sdebitarmi anche degli altri, così poi sarò apposto con la coscienza"
Un sorriso furbo fa capolino sul suo volto. Uno di quei sorrisi dove ti viene voglia di prendere a schiaffi il proprietario.
"Rachel Roth che ha problemi di coscienza per me? Incredibile, ma quindi è vero che sei attratta da me"
Lo fulmino con lo sguardo.
"vogliamo parlare di te che non riesci a dormire la notte per me?"
lo vedo arrossire e mettere il broncio.
"lo sai che non era quello che intendevo!"
"la stessa cosa vale per me"
Di nuovo un profondo silenzio mi avvolge portandomi a pensare di aver finalmente spento questa specie di macchinetta vivente potendo tornare a concentrarmi sui miei pensieri.
Attraversiamo la strada per arrivare davanti d un edificio bisognoso di immediata riparazione; le grigiaste crepe sui muri sono evidenziate dalla rosea pittura delle pareti esterne, dove, poco più in'alto della porta a vetrate, è appesa una pericolante insegna con su scritto "The pizza". Un nome banale e per niente orecchiabile, un po' come il mio accompagnatore, che alla sola vista dell'edificio ha accelerato il passo. Prima di entrare però, mi ferma sulla soglia della porta e si porta una mano dietro la testa.
"prima di entrare ti devo avvisare; in questo posto potresti trovarti in situazioni imbarazzati, dato che la persona che ci lavora è ... come dire ... particolare? Qualsiasi cosa accada ti prego non tentare di uccidere nessuno soprattutto il sottoscritto."
Rimango un po' spiazzata da quella richiesta e una brutto presentimento fa capolino nella mia testa.
Non mi lascia neanche il tempo di replicare che lo vedo già prepararsi per aprire, la porta, ma si volta ancora una volta verso di me.
"sei pronta?"
Annuisco poco convinta, ancora un po' confusa e forse impaurita.
"speriamo bene"
Deglutisce rumorosamente mentre porta lo sguardo al cielo. Non so perché, ma ho il presentimento che sarà davvero una lunga serata, come tutta la giornata di oggi d'altronde.


A.A

ciao a tutti e buon lunedì

lo so, la volta scorsa non sono riuscita ad aggiornare, ma ho avuto qualche problema di salute, per non parlare che la pesantezza della scuola ha iniziato a farsi sentire. Ho appena finito di studiare inglese e giuro che questa lingua mi sta sfuggendo di mano: se vi dico che stavo correggendo tutto il capitolo in inglese ci credete? Giuro.

devo dire che non ho la più pallida idea di quello che pensate su questa storia; tranne le visualizzazioni (quasi dimenticavo, grazie mille a tutti) non capisco davvero se abbia fatto bene a pubblicarla anche qui. fatemelo sapere con un commentino o una stellina.

passando ad argomenti più importanti: solo io amo il trailer del nuovo film degli X-man ... LA VITAH. Non vedo l'ora di andare a vederlo.

con questa informazione di vitale importanza vi lascio. buona serata.

ASMIDISCHE

DIETRO LE QUINTE DELLA MIA VITAWhere stories live. Discover now