Capitolo 16

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'' E a cosa serve parlare, se già sai che gli altri non provano ciò che provi tu? ''

L. Bourgeois


- Mi piacerebbe portarti in un posto domani, se sei d'accordo – le disse Edward, accostandosi al suo corpo nudo.

- E dove? – chiese Holly, mentre posava la testa sul petto tonico di lui.

Sentì le dita di lui accarezzarle dolcemente il fianco, sfiorandole poi la curva del seno senza malizia alcuna – Non ho nessuna intenzione di dirtelo. Voglio che sia una sorpresa – ridacchiò sentendola sbuffare appena.

- Nemmeno un piccolo indizio? –

- Nemmeno una sillaba. Le mie labbra sono sigillate! –

Holly si girò su un fianco, sollevandosi appena e lo guardò, sollevando un sopracciglio – Però sono curiosa ora. Un indizio piccolissimo? – bisbigliò imbronciando le labbra.

- Per quanto tu sia adorabile e sia molto tentato di discuterne con te, non dirò niente. – ridacchiò afferrandola per i fianchi e portandosela sotto di lui.

- Mmm.. Non sono mai stata un amante delle sorprese.. Non so mai come devo comportarmi –

- Ah si? – abbassò la voce mentre si avvicinava al suo viso, gli occhi puntati fermamente sulle labbra di lei, stese in una linea imbronciata.

- Si. Non mi sono mai sentita a mio agio; mi ricordo che una volta mia madre mi portò in un centro commerciale. All'epoca abitavamo a Chicago, avevo sette anni ed eravamo sotto Natale; ricordo che ero molto triste perché pensavo che Babbo Natale non mi avrebbe mai portato i regali laggiù, ma mia mamma mi assicurò che lui sarebbe venuto a portarmi i regali ugualmente. Quando lo vidi, seduto su quel piccolo trono circondato da abeti, regali e da aiutanti elfi, mi sentii davvero felice; ero raggiante per la sorpresa e ringraziai mia mamma per aver fatto venire lì Babbo Natale. Spesso i grandi magazzini organizzavano queste feste per i più piccoli, perciò era normale che ce ne fossero tanti in attesa di parlare con il papà delle feste natalizie. Un bambino che era davanti a me, aveva chiaramente sentito quello che avevo detto alla mamma e mi disse piuttosto candidamente che ero una povera scema a credere che lui fosse il vero Babbo Natale, e quando arrivò il suo turno, non so come ma riuscì ad abbassargli non solo la barba, ma anche i pantaloni rossi. Ci rimasi malissimo, perché quello era solo un uomo sulla trentina e non il caro vecchietto del polo nord. Non aveva nemmeno un filo di pancia! –

Edward tentò in tutti i modi di non ridere, ma non ci riuscì. Scoppiò letteralmente a riderle in faccia, immaginandosi una bambina dai capelli rossi tutta eccitata nel voler parlare con il sostituto di Babbo Natale, per poi scoprire che non era reale, e tutto perché un bambino gli aveva tolto barba e pantaloni di fronte a molte persone!

- Non ridere! Per me è stato traumatico! Da allora non mi sono più piaciute le sorprese in generale, finivano sempre in modo drammatico per la sottoscritta! Come quando vollero regalarmi per il compleanno un gatto, lo avevano chiuso in una scatola con i fori, ma quando aprì felice di avere un animale domestico da coccolare, quello mi si gettò addosso soffiandomi e artigliandomi la faccia! – disse mogia.

Edward continuò a ridere e dovette spostarsi sul suo lato del materasso e tenersi una mano sul ventre, gli faceva male perfino la mascella a furia di ridere e sentiva le lacrime agli angoli degli occhi. Non rideva così tanto da anni. Boccheggiò cercando di inspirare un po' d'aria e guardò Holly, che ora lo guardava con le braccia incrociate e lo sguardo corrucciato.

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