Capitolo 9 -parte prima-

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'' Ricordati di osare sempre ''

Gabriele D'Annunzio


- Verrà qualcuno ad insegnarle come ci si comporta ad un gala di beneficenza -

Quel giorno iniziò così.

Con quella frase detta in modo spiccio ed incurante, durante la colazione; Holly rimase a fissare l'interlocutore a bocca oscenamente aperta, con ancora un poco di porridge masticato al suo interno.

- ..Ne avrà molto di lavoro da fare - disse sarcasticamente il padrone di casa, mentre tamponava la bocca con un tovagliolo di seta.

Quel pomeriggio, puntuale come il tè delle tre, una donna tarchiata e con sguardo da generale, irruppe nella sua giornata lavorativa. Sapeva fin troppo bene che quelle lezioni sarebbero divenute un inferno in terra, non era tagliata per il bon ton e il galateo; la signora Trudy, un nome assai dolce per una donna che sembrava più un generale sadico tedesco; come prima cosa aveva decretato dovesse capire dove arrivava la sua cultura,quanto conoscesse della storia in generale, i vari titoli, la definizione di nobiltà.. O più precisamente sulla cultura e la storia dell'Inghilterra secondo la visione dell'aristocrazia inglese.

Fu così che iniziò la scalata verso la tortura, una strada in discesa rapida verso l'inferno; la sua insegnante si era rivelata un vero comandante delle forze naziste, usava il fischietto per richiamarla all'ordine, emettendo dei veri e propri fischi striduli che sembravano più per ammaestrare un cane che per insegnare le regole basilari del bon ton aristocratico. Per Holly era esasperante, la mattina veniva usata per continuare il suo lavoro all'interno della villa, mentre il pomeriggio era costretta a starsene seduta e circondata da libri su innumerevoli argomenti a cui lei non interessava minimamente. La vecchia Trudy, aveva iniziato come prima cosa, ad insegnarle i vari titoli nobiliari esistenti e le loro differenze sul piano politico e sociale, e poi associandoli ai nomi dell'aristocrazia dagli albori fino ai tempi moderni. Se dal piano estetico non era il massimo, sul piano di apprendimento Holly era piuttosto svelta e molto reattiva; era come una spugna, lo era sempre stata fin da piccola e compensava l'intelligenza con la timidezza di cui era nata. Le ci volle una settimana di studio continuo ma almeno su quel lato era ad un buon punto; un'altro paio di maniche era però l'apprendimento del galateo. Forse era il fatto che non le interessava, o forse era il fatto che aveva paura del giudizio delle altre persone ai suoi movimenti, fatto stava che imparare il diverso uso delle posate, o i comportamenti da tenere e non tenere in pubblico, non le riusciva bene.

Erano così passate diverse settimane, ed erano cominciate le lezioni di tortura: la postura su quei trampoli. I tacchi alti! Aveva imparato almeno le basi del galateo, ma imparare a vestirsi, a camminare su quei così, e tentare di essere una persona con del carattere era decisamente una cosa che non riusciva a fare. Proprio per niente. Quella giornata era piuttosto soleggiata per essere sul suolo inglese, perciò dopo essersi messa i guanti da giardinaggio e armatasi di paletta, aveva preso una vecchia carriola sgangherata, del terriccio e alcuni fiori da esterno e li portò in una delle aiuole non ancora allestite. Se la prese stranamente comoda, conscia ovviamente di farlo a solo beneficio della sua salute mentale per evitare di dover provare a camminare sui tacchi e dover fare conversazione davanti allo specchio; Trudy le aveva detto che doveva imparare a mantenere i nervi saldi e quindi di non far trapelare nessuna emozione dal suo viso, giocando però con le espressioni quando l'occasione lo richiedeva. Inutile dire che le aveva riso in faccia. E altrettanto inutile fu l'espressione arcigna della donna, probabilmente se avesse avuto una canna di bambù in mano le avrebbe bacchettato le mani e non solo.

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