Capitolo 18

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'' Io sono una selva e una notte di alberi scuri, ma

chi non ha paura delle mie tenebre troverà anche

pendii di rose sotto ai miei cipressi ''

Friedrich Nietzsche


Edward era nervoso. Molto nervoso.

Per anni aveva nascosto agli occhi della gente, e soprattutto a sé stesso, i demoni che lo divoravano senza lasciargli un barlume di tregua.

E adesso doveva recitare il suo rosario di peccati ad un anima candida.

L'avrebbe sporcata e condotta all'inferno per suo volere suo o quello di lei?

- Siedi sulla poltrona Holly, sarà una storia lunga ma che tu devi ascoltare. Puoi farlo? Starai a sentire ciò che ho da dirti senza interrompermi? - le chiese sollecitandola. La vedeva rigida e pallida sulla porta, un fantasma colmo di paurosa morte.

Lei sobbalzò, quasi si fosse trovata all'improvviso in un luogo ostile e spaventoso. Annuì solo grazie alla sua buona volontà.

La raggiunse muovendosi cauto, come un lupo si avvicina guardingo nella steppa, pronto a fuggire al primo sentore di pericolo. Sedette sull'altra poltrona di fronte a lei, ma non la guardò nemmeno per un secondo, lo sguardo era già perso nei ricordi passati tra dolore e disperazione.

- C'è stato un tempo in cui per me il divertimento e la sregolatezza fossero il mio pane quotidiano. Non mi interessava molto il titolo nobiliare e ciò che ne comportava, volevo solo essere libero di fare quello che più desideravo e non importava quanto fosse dispendioso il mio modo d'essere, né la sofferenza che arrecavo agli altri. I miei genitori erano stanchi del mio modo di vivere, bevevo e fumavo con le compagnie sbagliate, non mi importava infangare il nome del mio casato. Perché poi? Mia madre non si curava molto di noi, troppo impegnata a nascondere l'onta del tradimento di mio padre che si trastullava in letti di giovani amanti, perché l'apparenza era ed è tutto in questo mondo di nobili privilegi. Perché dovevo comportarmi come un figlio perfetto? Ma un bel giorno decisero che ne ebbero abbastanza, i litigi furiosi erano all'ordine del giorno ormai qui dentro, a me non interessava ma non guardavo nemmeno al benessere di mia sorella che era distrutta dalle continue lotte in famiglia; fui mandato per tre anni alla scuola militare, e lì mi diedi una regolata. O meglio, in apparenza. Avevo imparato che potevo divertirmi, ma con più discrezione e perciò acconsentii a studiare economia e politica del commercio all'università secondo il volere dei miei.

Ho avuto molte storie nella mia vita, ma erano per lo più relazioni fugaci e prive di sostanza. Come dite voi giovani: la scopata di una notte o due per intenderci. Anche all'università ho avuto a che fare con ragazze che da me desideravano i miei soldi e il mio titolo, ed io le sfruttavo finché non mi annoiavano. Non avrei mai creduto di poter trovare qualcuno che sapesse guardare oltre la mia facciata da irresistibile ribelle! - sghignazzò sarcasticamente, continuando a guardare le fiamme - Fu all'inizio del secondo anno che incontrai lei. Mary proveniva da una famiglia benestante ma senza alcun titolo. Erano considerati i ''falsi ricchi'' dalla classe alta e dal sangue blu, infatti aveva potuto entrare ad Oxford solo grazie a diverse borse di studio.

All'inizio ammetto che mi era indifferente, la vedevo nel cortile da sola e sempre accompagnata da un libro da leggere. Era anonima, non cercava di attirare l'attenzione anche se alcuni la prendevano in giro ugualmente; fu solo quando la vidi ad alcuni corsi in comune che iniziammo a parlare. Piccole cose, riguardanti gli argomenti di studio e vidi in lei molto di più. Cominciai a trovarla attraente, non era bella come una modella eppure era carina. Quei capelli biondi e con i suoi occhi azzurri.. In un certo senso le assomigli. Era timida e riservata, ma quando parlavi con lei dimostrava una profonda saggezza e grande intelligenza. Ma io non ero ancora in cerca di una relazione seria, perciò finii col trattarla come tutte le altre anche se con più descrizione. Cominciò così e per un po' sembrava andare bene, o quello era ciò che credevo io. Lei voleva di più. Ma io non potevo darglielo anche se lei mi piaceva moltissimo; eravamo troppo diversi, nessuno dei due era abbastanza coraggioso per affrontare le voci maligne che sarebbero venute fuori se la nostra relazione fosse diventata platonica. Quando glielo dissi, lei sembrò accettarlo anche se a malincuore ed io, io accettai senza battere ciglio alla donna scelta da mio padre. Poi però iniziò a diventare sempre più insistente, voleva che io scegliessi lei, che era pronta ad affrontare tutto per noi ma io non lo ero, non avevo le palle per.. Litigammo furiosamente e ruppi con lei, anche se non sembrava soffrii molto ma ero così orgoglioso.. Suo fratello venne da me un giorno, furibondo. Mi disse che per colpa mia sua sorella non voleva più continuare gli studi e che stava male, ne risentiva la sua salute. Io non lo sapevo, lo avrei scoperto molto più tardi. Era incinta. - disse con voce strozzata - Quasi uscì uno scandalo, solo grazie al nome della nostra famiglia non venne reso pubblico, mio padre pagò profumatamente i genitori di lei perché si liberassero del bambino. Accettarono, ma Mary uscì di testa e fuggì. Non voleva farlo, diceva che così avremmo potuto creare una famiglia e credeva l'avrei sposata.. Le dissi che non volevo saperne nulla ma non si diede per vinta, era diventata assillante, me la trovavo ovunque e venni a scoprire in seguito che non era molto stabile mentalmente.

L'amore profuma di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora