Capitolo 24

586 30 1
                                    

'' Sperare che il mondo ti tratti bene perché sei una brava persona

è come pensare che un toro non ti attaccherà solo perché sei vegetariano ''

Dennis Wholey


Due mesi.

Erano passati due mesi esatti dal giorno della festa, e di lui nessuna notizia.

Semplicemente di punto in bianco l'aveva allontanata con crudele freddezza; le sue cose le erano state impacchettate con cura e messe sulla prima auto a sua disposizione e riportate a casa.

Marge aveva osservato sgomenta la nipote tornare a casa bianca come un cadavere, lo sguardo spento e tremende borse sotto agli occhi e al suo fianco diversi pacchi con i suoi vestiti. L'aveva afferrata nonostante la sua debolezza e l'aveva accompagnata nella sua stanza; aveva tentato in tutti i modi di farla parlare ma non era servito a nulla. Sembrava un fantasma e solo dopo quasi una settimana era uscita dalla sua camera e si era recata in cucina per farsi un tè. L'unica cosa che aveva ingerito in quel periodo.

Era successo qualcosa di brutto, sapeva che presto o tardi quell'uomo l'avrebbe calpestata con le sue costosissime oxford, eppure aveva avuto una flebilissima speranza che non accadesse.

Buttata nel cesso, ecco dov'era andata la sua fottuta speranza.

Ed ora si ritrovava una nipote che non voleva saperne di spiaccicare parola, e che a mala pena voleva uscire di casa.

Holly era diventata insensibile agli stimoli.

Da quando era tornata a casa con le lacrime secche sul viso non aveva fatto altro che riflettere sue quella schifosissima serata. Il loro ultimo amplesso, il loro ultimo abbraccio e infine quelle parole.. L'aveva abbandonata senza troppi problemi, senza nemmeno darle una spiegazione sincera.

Oh no, non era stupida, sapeva perfettamente che le parole che le aveva rivolto erano false. Aveva visto amore e rimpianto nel suo sguardo prima che i suoi occhi si velassero di freddezza. Aveva sentito il suo amore avvolgerla, lo aveva sentito sulla sua pelle, sulle sue labbra. Ovunque.

No, c'era qualcos'altro che non voleva dirle. Qualcosa di brutto.

Elizabeth l'aveva cercata dopo due settimane, era venuta perfino a casa sua in cerca di spiegazioni ma lei non aveva nulla da dirle. Perché una spiegazione non ce l'aveva. La sua amica era furiosa, con il fratello e con lei. Le aveva dato della codarda per non aver tentato di tornare da lui.

Ma come potevi salvare una persona che non voleva essere salvata?

Era stanca. Aveva tentato in tutti i modi di stargli vicino, di supportarlo, di non giudicarlo. Nonostante fossero distanti anni luce si era fidata, si era messa nelle sue mani e il risultato era stato un allontanamento forzato. Come se non bastasse, l'aveva liquidata dandole l'intera somma che le spettava per aver concluso il progetto alla tenuta; non le aveva permesso di rimanere con lui nemmeno per terminare il lavoro, e l'aveva pagata per intero, forse per espiare del suo comportamento schifoso. I vestiti, le scarpe e i gioielli che le aveva comprato glieli aveva lasciati. Le piangeva il cuore buttarli, così con rabbia più moderata li aveva semplicemente impacchettati e rispediti al mittente. Non voleva nemmeno accettare l'assegno fattole, ma quei soldi le servivano e a mal in cuore li aveva presi e aveva pagato la banca. Il problema era il negozio. Ma non aveva voglia di pensarci, non le interessava nemmeno; sua zia non aveva mai accennato al negozio di fiori e le sembrava strano, ma per il momento non voleva rifletterci troppo.

L'amore profuma di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora