Capitolo 17

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'' Mi sento incatenata, e allo stesso tempo mi sento così debole, che queste catene mi sembrano un sostegno ed ho paura di spezzarle ''

Il conte di Montecristo


Quando Jane corse a chiamarlo, Edward si era aspettato tutto tranne che trovare Holly in stato catatonico a fissare il nulla. Chiese immediatamente alla governante cosa fosse accaduto di grave, ma non seppe dargli una risposta esaustiva perciò con cauta lentezza le si avvicinò. Non sapeva come avrebbe potuto reagire se l'avesse toccata ma doveva sapere.

- Holly – le parlò a voce bassa ed estremamente dolce – Cosa è successo? –

La vide sbattere velocemente le palpebre e riacquistare un poco di lucidità, gli occhi erano brillanti e si chiese se fossero così per la telefonata o per quello che lui le aveva detto. Probabilmente entrambi.

Un sospiro tremulo, le labbra esangui e tagliate in più punti, probabilmente strette in una morsa ringhiosa dei denti, Holly parlò – Qualcuno.. Qualcuno ha rotto i vetri del negozio, ha distrutto molti vasi e messo a soqquadro il piccolo ufficio. Mia zia e Arold sono corsi immediatamente chiamati dalla polizia e quando sono sopraggiunti sul luogo, per mia zia è stato un duro colpo e.. Ha avuto un infarto. Adesso si trova in terapia intensiva al Royal Hallamshire Hospital.. Devo andare subito da lei, e poi vedere a quanto ammontano i danni.. Io.. – chiuse gli occhi e si coprì il volto mentre cercava di arginare le lacrime che stavano per lasciare i suoi occhi.

Edward sentì una morsa al cuore sentendola parlare con tono tanto disperato, e vederla in quel modo...

Lei che cercava di essere forte e di addossarsi fardelli troppo pesanti per il suo piccolo corpicino. Non sapeva se si sentisse male per lei, per sua zia o per il negozio, forse era tutto l'insieme che lo aveva atterrito come poche cose nella sua vita. Solo la morte dei suoi lo aveva colpito tanto duramente. E anche per Lei...

- Faccio preparare immediatamente l'auto. Ti accompagnerò io e vedremo cosa possiamo fare, anzi, tu vai da tua zia mentre io vedrò cosa si può fare per la fioreria – disse risoluto, stringendole i polsi con delicata fermezza.

- No. Non c'è bisogno che tu.. Che tu faccia questo davvero. Mi basta chiamare un taxi e.. – si zittì non appena guardò Edward. Si era irrigidito ed ora la osservava rabbioso.

- Non discutere, e soprattutto non fare la stupida perchè non ti si addice. Faremo come dico io.

Non lasciare che.. la mia stupidità interferisca con i tuoi bisogni. So perfettamente di non essere un uomo perfetto e dal meraviglioso carattere; so di essere un bastardo senza cuore ma non ti permetterei mai di vivere questa cosa da sola. Permettimi almeno di fare questo per te – disse alzandosi di scatto e allontanandosi dalla stanza.

Holly sentì una puntura fastidiosa all'altezza del petto e capì che la rabbia di Edward non era rivolta tanto a lei, quanto a se stesso. Comprese che se anche lui avesse faticato ad ammetterlo, teneva a lei molto più di quello che lasciava trasparire.

E lei era così sciocca e meschina da avergli chiaramente detto che non possedeva niente nel petto, che lui si interessava solo di se stesso quando non era affatto così. Le aveva dato modo di vederlo chiaramente; come se non bastasse poi, invece di accettare con calore il suo aiuto lo respingeva come il peggiore degli appestati.

Non lo meritava. Lui non se lo meritava un trattamento simile.

- Signorina beva questo, le farà bene un po' di tè caldo – le ingiunse Jane dolcemente, dopo averla raggiunta con una tazza in mano.

L'amore profuma di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora