Intermezzo. La battaglia del Monte Villainy (Atto II)

1.2K 42 474
                                    

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

—   1   —

Lo aveva visto cadere.

Sparire di netto, tra il fumo e le fiamme, ma non sapeva dire con certezza se fosse crollato sul ponte o precipitato in mare, dall'altra parte.

L'alito freddo e salino della risacca spargeva gocce sulle sue gote e sulle ciocche ondulate dei suoi capelli. La schiuma marina frizzava tra gli scogli sporchi di alghe nere e sangue di drago.

Iridi adamantine imperlate di lacrime, una voragine d'angoscia nel petto. Le sue labbra tremavano.

Dall'altra parte, Testa di Tufo si mise l'arco in spalla.

Moccicoso risalì la bassa scogliera facendo attenzione a non scivolare sulla roccia ghiacciata. «Bel colpo, Tufo!» gridò per farsi sentire. «L'hai fatto fuori.»

Tufo si limitò a un'espressione pressoché indifferente. Si mosse in direzione del proprio drago, che stava in allerta sul limitare della spiaggia con entrambe le teste sollevate.

«Però era compito mio spedirlo all'altro mondo, dannazione!» continuò Moccicoso.

«Mi spiace» gridò Tufo da lontano, «ma la cosa stava andando un po' troppo per le lunghe!»

Moccicoso scambiò un'occhiata con Testa Bruta, che era rimasta ferma nello stesso punto. «Ehi!» Alzò il braccio. «Andiamo, Bruta!»

Lei lo udì, ma restò comunque immobile, con le braccia lungo i fianchi e le spalle ricurve, senza mostrarsi intenzionata a obbedire.

Si voltò un'ultima volta dalla parte in cui Moccicoso e suo fratello erano spariti in mezzo alla neve e al fumo. Lasciò cadere l'elmo e si mise a scendere i gradini di pietra fino a immergere gli stivali nel dondolio delle onde.

Andò avanti finché il suolo non svanì sotto i suoi piedi e l'acqua gelata non trapassò l'armatura e la pelle. Saltò in avanti e si spinse a calci e bracciate contro la forza della marea.

Costeggiò le acque che circondavano lo scafo della nave e, raggiunta la parete di poppa, si aggrappò al groviglio di funi con entrambe le mani. Si issò col peso degli stivali, del ferro e dei vestiti bagnati.

Il pianto dei Draghi - Saga dell'Arcipelago Barbarico, Vol. IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora