Capitolo XXXVI. La partenza

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Giallo è il colore dei capelli del mio vero amore

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Giallo è il colore 
dei capelli del mio vero amore. 
Le sue labbra sono come 
la più bella tra le rose. 
Lei ha il sorriso più dolce 
e il tocco più gentile. 
E io amo la terra 
su cui lei cammina... 

«Per tutti i cinghiali imbizzarriti!» Skaracchio si tirò su le braghe sudicie d'olio, grasso e carbone. «Ma non erano neri i capelli della tua donna?»

Archibald, quel vecchio ubriacone della Britannia che stranamente quel giorno non era ubriaco, strusciò le dita callose sui tendini della lira. «Eh» fece, «ma io di donne ne ho avute tante!»

«Sì, ci credo!»

«Diamine!» esclamò Stoick, dall'altra parte della fucina.

«Guarda.» Il fabbro puntò la protesi a martello. «Non ci crede nemmeno Hiccup, che non sta ascoltando un tubo di quello che stiamo dicendo.»

«Come?» Hiccup smise di battere sull'incudine e sollevò la testa.

«Visto? Sempre distratto, sei.»

«Non ero distratto» ribatté lui, piccato. «Ero concentrato sul mio lavoro.»

«No.» Skaracchio espose il suo dentone prostetico. «Tu hai la segatura in testa, ecco cosa!»

«Lo so io, Skaracchio.» Archibald sollevò l'indice. «Lo so io che cos'ha in testa, il nostro Hiccup!»

«Penso proprio d'aver capito, vecchio sporcaccione!»

Stoick sorrise sotto i baffi.

«Che cosa?» Hic fece una smorfia sbigottita.

«A quell'età ci stanno sempre quelle cose lì, in testa.»

«Non c'è niente da fare.»

Hiccup riabbassò il capo sulla punta di lancia incandescente. «Roba da matti» disse. «Ti pare possibile che io sia nato in un villaggio di pervertiti da combattimento?»

«Suvvia, ragazzo, non te la prendere!» Archibald tese il palmo in avanti. «Quando si è puri e illibati si prova vergogna, ma poi, dopo che ci si sporca per la prima volta, il pudore va a farsi friggere!»

Il pianto dei Draghi - Saga dell'Arcipelago Barbarico, Vol. IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora