Capitolo XXXV. Il cavaliere e la regina vedova

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Il verde fitto della foresta lasciava intravedere solo spiragli di cielo grigio tra le cime

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Il verde fitto della foresta lasciava intravedere solo spiragli di cielo grigio tra le cime. Gli era stato proibito di volare, in quella zona, ma siccome era un po' stufo di proseguire lungo quel sentiero infiorato di felci, ebbe l'impulso di saltare sui rami più alti dei pini silvestri e dei pecci che ombreggiavano sulla zona come volte aghiformi.

Più saliva e più i tronchi si piegavano e scricchiolavano sotto il suo peso. Le grosse ali urtavano e spogliavano le frasche delle foglie verdi. Quando fece capolino, attorno a lui si aprì il paesaggio spettacolare dell'isola: le colline ripide, i balzi di roccia, le cascate nascoste e le praterie del lontano ovest.

«Sdentato?»

La voce di Hiccup lo richiamò di sotto. Dal suo tono trapelava la stessa severità di quando gli aveva detto di non salire in alto perché rischiava che qualcuno o qualcosa potesse scorgerlo.

Così, con uno sguardo estenuato e un grugnito basso in gola, tornò di sotto e si rimise sulle tracce dei due ragazzi, che, più avanti, stavano trasportando la carcassa di un daino appena abbattuto, accaprettato e con le zampe legate a un lungo palo di legno.

Astrid camminava davanti, con la cima del palo in spalla, e Hiccup dietro di lei.

«Dèi, quanto pesa.»

La testa e il collo del daino dondolavano flosci avanti e indietro.

Hic sfiatò per la fatica nel trasporto di quel peso morto. «Quindi» disse a lei, «come ha fatto tua madre a scoprire di Tempestosa?»

«Tu non hai idea di quanto sia tremenda quella donna.» Astrid, lanciò un'occhiata alle proprie spalle per intravedere la sagoma del suo drago che avanzava a una trentina di metri da loro, con lo stesso andazzo degli uccelli. «Sono sicura che anche se non glielo avessi detto, lei lo avrebbe scoperto comunque! Fatto sta che era un periodo in cui vedevo Tempestosa piuttosto affamata, non so ancora dirti il perché: forse non riusciva a cacciare da queste parti, visto che per lei era un territorio ancora sconosciuto. Insomma, non ce la facevo più a vederla in quel modo, così sono andata nel pollaio e ho tirato il collo a una gallina.»

Il pianto dei Draghi - Saga dell'Arcipelago Barbarico, Vol. IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora