Seconda parte dell'epopea dei Cavalieri dei Draghi, ispirata alla saga di libri di Cressida Cowell e ai film d'animazione DreamWorks.
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L'esito fatale del concilio di pace indetto dai nobili di Berk e Hysteria riaccende le ostilità fra le...
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Il silenzio nella Grande Sala era pesante. Gonfio d'attesa.
Thuggory si girò verso suo padre, seduto alla sua destra al centro del tavolo del Consiglio. «Perché hai deciso di fare tutto a porte chiuse?»
«Per una serie di motivi.» Mogadon intrecciò le dita delle mani. «Per prima cosa perché la parte lesa non è una persona adulta. Capisci che cosa intendo?»
Thuggory annuì in maniera remissiva.
«Non voglio che si sappia, non voglio che si creino voci attorno alla questione.»
Junia era seduta alla destra di Mogadon, sul posto che normalmente era riservato a Osvald, il primo consigliere. Aveva le mani in grembo e la fronte abbassata, ciocche ondulate intorno al viso.
«Non voglio che lei si senta in soggezione alla presenza un intero villaggio.»
«Capisco» disse Thuggory.
«Lo stesso vale per il tuo compagno d'armi: sai cosa succederebbe se la gente venisse a sapere le cause della sua imputazione?»
«Un linciaggio.»
«Nel migliore dei casi.» Mogadon lanciò un'occhiata alla bambina. Era così immobile da sembrare un manichino. «Al momento preferisco tenere le cose tra noi, anche perché il nostro è solo un sospetto.»
«Un sospetto?»
«Åsa mi ha detto di aver notato qualcosa di strano nel comportamento della piccina» spiegò a bassa voce. «Ovviamente lei non può parlarci, ma mi ha detto che ha paura che le sia stato fatto qualcosa di brutto.»
Thuggory si stropicciò le maniche della tunica.
«Io sono l'unico che può capirla, ma lei non me ne vuole parlare. In realtà da quando l'hai portata a casa nostra non ha più aperto bocca, e questo può essere un segno.» Si soffermò sui suoi gesti. «Che hai?»
«Padre.» Thuggory alzò gli occhi al soffitto. Aveva un'ancora nello stomaco. «Hrod a me lo ha confessato.»
