3_Un fondale rosso sangue

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Il resto della mattinata passa velocemente e nel pomeriggio con il camper ci dirigiamo verso il fiume Camlann. Sono molto curiosa di vedere questo posto, ma allo stesso tempo lo temo: è qui che ha avuto luogo la Grande Battaglia tra gli eserciti di Artù e Mordred. È qui che migliaia di soldati sono morti invano. Qui i due condottieri si sono uccisi a vicenda, lasciando il regno di Camelot senza un vincitore.
Quando vedo la sterminata pianura di Camlann, inizialmente sono delusa. Mi sembra un posto qualsiasi e non mi trasmette alcuna emozione particolare. Dopo un po', però, sento lo stomaco iniziare ad attorcigliarsi, come su una giostra troppo veloce. Stringo i denti per non darlo a vedere... Non voglio rovinare la giornata alle mie amiche per una sciocchezza simile. So cosa devo fare. Ogni volta che mi sento così ho bisogno di isolarmi, per restare sola con i miei pensieri per un po': non sono una persona introversa, anzi, ma proprio per questo, come tutte le persone empatiche, talvolta ho bisogno di solitudine, per non caricarmi di troppe emozioni in una volta sola e per scaricare l'energia negativa. Respiro profondamente la fresca aria bretone e cerco di scacciare i brutti pensieri. Tutto qui, infatti, mi ricorda l'incubo di questa notte... Il pensiero che Artù, se mai è esistito davvero, sia morto proprio qui su questa terra, magari esattamente dove mi trovo io ora, mi toglie il fiato... Ma devo cercare di pensare ad altro e di togliermi quel brutto ricordo dalla mente. Per farlo mi concentro sul vento, che soffia violento a quest'ora del giorno e a cui affido i miei pensieri: vento, agile messaggero, che porta con sé le voci degli uomini che camminano verso il fronte, le urla dei guerrieri, i rumori della battaglia. Tra quei rumori chiudo gli occhi e, finalmente, li vedo... I cavalli agghindati d'oro e quelli dai paramenti neri si corrono incontro in uno scalpiccio di zoccoli che fa tremare la terra, per scontrarsi nel clangore delle spade. Le trombe e le grida dominano il combattimento. Qualcuno cade, qualcuno muore, ma altri resistono e vivono. Ed io odio la guerra perché, se per ogni vincitore deve esserci un perdente, ogni soldato gioisce nel vedere un nemico soccombere, contento che la Falce non è lì per lui, felice di poter vivere ancora, seppur per un solo giorno, magari un'ora o un minuto... Ma per fortuna, io sono nata nell'Italia del XXI secolo, un periodo pacifico per uno Stato pacifico, e tutto ciò non è, in realtà, altro che il rumore di questo vento impetuoso mentre agita le acque del fiume, che a causa della rena sul suo letto di morte, si colorano di rosso. Come l'erba di Camlann sotto ai corpi dei soldati caduti.

~*~

Tornata dalle ragazze, il resto della giornata è passato in un baleno ed ora, essendo scesa la sera, ci incamminiamo verso il camper per la cena... Sarà la lunga passeggiata ma sto davvero morendo di fame! «Hey, guardate un po' qui!» Erika ci indica una costruzione di legno con un cartello appeso alla porta "Ancient Tavern of the drunk knight". «Mi sa proprio che qui c'entra qualcosa il nostro Galvano». Sir Gwaine, o Galvano, era in effetti noto per il suo amore incondizionato per le taverne e per le due cose che esse assicuravano: alcool e risse.
Alla battuta della mia amica scoppiamo tutte a ridere, perché effettivamente il nome della locanda pare fatto apposta per il bel cavaliere di Camelot. Nonostante le risate, però, noto che Gaia è pensierosa e dal suo sguardo capisco subito che, come è successo a me prima, la sua mente sta viaggiando nel tempo e nello spazio. Non so dove si trovi ora, ma secondo me è al fianco di Galvano a bere idromele caldo e a vincere scommesse (è sempre stata abile e fortunata in questo genere di cose). «Perché non facciamo un'eccezione per stasera e ceniamo qui invece che al camper? Potrebbe rivelarsi divertente!» propongo allora. Le altre sono entusiaste, soprattutto Gaia, e così entriamo nel pub. L'atmosfera è davvero euforica, il cibo delizioso e così ridiamo e scherziamo per tutto il tempo. È davvero una serata memorabile! Per non concludere qui il divertimento, una volta tornate alla nostra provvisoria dimora iniziamo una maratona di film romantici, ma al termine del secondo le altre stanno già tutte dormendo... A quanto pare il riposino di stamattina mi è almeno servito a resistere fino alla fine di questo film. Sono comunque stanca, quindi mi avvio a letto e, dopo un tempo che pare infinito mi addormento pensando di essere un cavallo al galoppo lungo il pendio di un colle erboso.

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