18_ Eppure È Solo Un Ballo

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Non ho ispirazione per il titolo, quindi durante la lettura spero che ne venga in mente uno a voi. Consigliatemi tutti nei commenti!!!

Che bella la musica, in tutti i secoli, in ogni epoca: leggera e frizzante si spande tra i corpi, le gonne e i merletti che invadono la Sala Grande, accompagnando i passi di dame e messeri in una danza ora lenta ora euforica. Il suono dolce di chitarre, flauti e strumenti mai visti mi riempiono le orecchie di un'allegra armonia, mentre anch'io mi lascio andare alla danza sbirciando le mosse dei miei vicini per non sbagliare. Per questo ballo ognuno si diverte da solo, per quello uomini e donne si dividono la stanza in un botta e risposta danzante, per un altro ancora accetto l'invito di Sir Maleagant e seguo i suoi movimenti sulla pista. La cosa più bella dei balli antichi, che si è persa nelle discoteche, è che permettono la conversazione durante la danza; e così, tra note, volteggi e chiacchiere, mi ritrovo la mente pervasa di quell'atmosfera leggiadra e cortese, e la tristezza dei giorni precedenti, insieme alla mia vita prima di Camelot, mi appare un ricordo talmente lontano da sembrare impossibile. Tra le giravolte e gli inchini al ragazzo davanti a me, sbircio tra la folla: mentre Gaia è ovviamente con Galvano e ancora più ovviamente a lato sala rifiutandosi di ballare, Jenny è stata invitata in pista da un cavaliere che non conosco, probabilmente un partecipante al torneo. Ilaria danza allegra con un giovane che mi sembra di conoscere, se non sbaglio si chiama Evan ed ha un sorriso a dir poco smagliante e contagioso, credo faccia parte della seconda o terza cerchia. Invece Erika sta ridendo e conversando animatamente con... non... cosa?... Lancillotto?!

"Qualcosa non va?" mi richiama alla realtà la voce grave di Maleagant.

"Certo che no, milord... Sono solo piacevolmente colpita dall'esito di questa serata: anche le mie amiche hanno trovato dei degni accompagnatori per le loro danze."

Sorride "Sono lieto che vi stiate divertendo... Spero solo non siate gelosa dei compagni delle vostre amiche"

"Come potrei? Danzo con voi, sir Maleagant, non posso desiderare migliore compagnia." Mento ignorando lo sguardo pungente ed il sorriso acuto del giovane, che mi mettono incredibilmente a disagio. Dietro alla sua spalla l'abito celeste di Gwen svolazza nell'aria, come immagino faccia anche il mio quando i nostri cavalieri ci sollevano appena da terra per la vita. Una fitta d'invidia mi pervade il petto, ma la reprimo ricordando i miei buoni propositi. E poi, in fondo, vorrei tanto che la bugia che ho appena detto fosse vera: Maleagant è sempre tanto gentile con me e lo troverei anche molto bello se non fosse per quegli occhi che mi fanno un po' paura, taglienti come rasoi. Dicono che gli occhi siano specchio dell'anima: se fosse vero Merlino sarebbe freddo come il ghiaccio, Artù profondo come il mare, Lancillotto dolce come la cioccolata. Sir Maleagant sarebbe velenoso come gli aculei di un porcospino. Ma io non credo sia così, perché il mio amico mago ha il cuore d'oro, non di pietra, ed il re ha appena imparato a non essere solo un asino superficiale. In queste riflessioni affogo i pensieri mentre guardo senza ascoltare le labbra ferine del mio accompagnatore muoversi in una risposta probabilmente troppo cavalleresca per essere sincera. Cambiando argomento inizio a parlare dell'incendio, della mia nuova vita a Camelot, delle lezioni con Gaius, e del più e del meno, mentre Maleagant si confronta con me sulle strategie che ha intenzione di adottare per la giostra. È davvero molto scaltro proprio come si direbbe a prima vista, e sono certa che farà ottima figura al torneo. Tra le chiacchiere non penso più nemmeno ai passi del ballo, seguendo semplicemente l'istinto, che sembra guidarmi bene. Resto quasi sorpresa quando nelle mie orecchie sento mancare qualcosa, e mi rendo conto solo in un secondo momento che anche questo brano è terminato. Proprio mentre si sentono risuonare le prime note del pezzo successivo vedo arrivare una figura conosciuta al fianco del mio compagno di danze, pronta a spezzare l'incantesimo dell'allegria che temporaneamente mi ha pervasa per tutta la sera.

"Sir Maleagant" dice, poggiandogli una mano sulla spalla per farlo voltare "Vi dispiace se rubo la vostra dama per un ballo?"

Una saetta attraversa i rasoi, volevo dire... gli occhi, del cavaliere, ma subito lui dissimula la seccatura con un sorriso naturale. "Certamente no, sire" dice accennando un inchino, poi rivolto a me, baciandomi la mano "a più tardi, milady."

Non appena se ne va, la mano del suo sostituto è subito al posto della sua sul mio fianco, riaccendendo in me un'agitazione che ero appena riuscita a dimenticare. Nonostante tutto, però, non riesco a non essere piacevolmente sorpresa del suo arrivo. Tra un passo e l'altro la sua voce è l'unica musica che sento davvero.
"Non sapevo che tu e Maleagant..."

"Io e Maleagant un bel niente"

"A più tardi milady? Devi ammettere che..."

"Era solo un ballo qualunque, proprio come questo con voi ora. A proposito, credevo steste danzando con Gwenevere." Gli occhi azzurri si spalancano confusi dalla mia risposta forse un po' troppo acida. Sembra...ferito. Cavolo, devo rimediare. Lui ferma tutti i miei pensieri sospirando e cambiando del tutto argomento.

"Non ti vedo da giorni." Cazzo. Allora... è per questo che sei qui? Vorrei dirgli, ma non lo faccio, deglutisco a vuoto perché solo il vuoto trova posto in me al momento. Mi sento il nulla dentro, una bambola di pezza. Mi ha spiazzata, non credevo si fosse accorto della mia assenza. E cosa mai dovrei rispondere adesso?

"Sono stata molto occupata, tra i feriti e... tutto il resto." Sussurro in un filo di voce dopo quella che mi sembra un'eternità, abbassando lo sguardo sulla sua spalla a pochi centimetri da me.

"O forse mi stavi evitando." Cosa...? Come fa a...?

"Certo che no. Non..."

"Non serve che menti con me, ti conosco ormai." Dice lui con voce dolce.

"Voi non mi conoscete affatto..." Rispondo io allo stesso modo. Vorrei così tanto che le cose non fossero così difficili...

"Forse, ma so che è tutta colpa mia, e mi dispiace" Eh? "Non avrei mai dovuto metterti in una posizione così scomoda il giorno dell'incendio."

"Che state dicendo, Arthur?"

"Sai di cosa sto parlando... Vegliare su un re ferito è prerogativa solo dei servitori, del medico di corte o della regina."

Oddio, Artù... ma non posso fargli vedere che non ne ero a conoscenza, sarebbe sospetto, "Beh, ma io sono l'apprendista del medico"

"Il problema è che io non ti ho chiamata in quel ruolo... Senti, tutto quello che posso dire è che mi dispiace di averti messo in imbarazzo chiedendoti una cosa così ambigua, e che non so il motivo ma mentre stavo male eri l'unica persona che avevo voglia di avere accanto, e tu sei rimasta. Quindi ti prego, perdonami. Ma non sparire più: mi hai fatto sentire un verme."

"Io... mi dispiace, non volevo certo questo, è solo che..."

"Lo so, la gente parla" fa lui alzando gli occhi al cielo con un sorriso, "ma non mi interessa. Possono dire quello che gli pare. Ma per favore, non sparire."

"Arthur..."

"Tanto la gente avrà sempre qualcosa di cui sparlare. Prima questo, poi quello, oggi noi, domani chissà chi o che cos'altro." Quel noi che mi resta come un'eco. "Come in questo momento, chissà quella dama laggiù cosa sta pensando" dice indicando col mento una donna in abiti sontuosi che distoglie all'istante lo sguardo curioso; io inevitabilmente rido, "eppure è solo un ballo."

~*~

"D'accordo, abbiamo finito per oggi!"

Alle parole di Artù, i cavalieri sono finalmente liberi di andarsene tranquilli a riposarsi dopo il solito allenamento. Io e le mie amiche abbiamo preso l'abitudine, ultimamente, di assistere spesso alle esercitazioni: è così affascinante l'arte della spada che non mi stancherei mai di guardare i duellanti battersi in uno spettacolo mozzafiato. Mi chiedo come facciano ad essere così scattanti, agili, coraggiosi... senza contare, poi, che queste sono solo prove, ma chissà quanto dev'essere difficile in una situazione di reale pericolo.

Dalla panchina su cui siamo sedute, vediamo i cavalieri di primo e secondo ordine parlottare tra loro come al solito, mentre ripongono le spade; poi Galvano, Parcifal, Leon e Lancillotto ci raggiungono.

Where two worlds come to meet (Tutte le storie sono vere) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora