13_ A broken Halleluja

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"Insomma, comportatevi come vi ho spiegato e andrà tutto bene. Ah... C'è un'ultima cosa che vorrei fare prima che andiate" dice Merlino. Io e le mie amiche ascoltiamo in ansia tutti i suoi consigli per la cerimonia da una buona mezz'ora, e sinceramente spero proprio che non ci siano imprevisti, perché come suggerimenti i suoi non mi sembrano poi molto utili. Attendiamo pazientemente, in semicerchio davanti a lui, che si giri e tiri fuori il suo libro di magia. "Oh no, Merlin, dovremmo spaventarci?" ride Erika. "Dovreste ringraziarmi, invece, perché sto per fare una cosa che potrebbe aiutarvi parecchio." "Del tipo?" "Telepatia." "COSA!?!" esclamiamo noi, tutte insieme, attonite. "Significa che potrete parlarvi nella mente, se avrete bisogno di una mano. E anche il mio cervello sarà collegato alla comunicazione, così se qualcosa va storto potrete chiedermi telepaticamente aiuto." "Che figata!" dico io, per poi aggiungere un veloce "lascia stare, roba del futuro" di risposta allo sguardo interrogativo del mago. Un paio di parole, un luccichio dorato, e la magia ha inizio: "Basta che pensiate le parole nella mente come se steste parlando a qualcuno ad alta voce, indirizzando il messaggio verso chi volete." "Ehm... vediamo tipo..." risponde Gaia. Lunga vita ai pantaloni! Oddio! La telepatia è una strana cosa, come se la voce del mittente giungesse ovattata dall'eco di un tunnel, e il tuo cervello venisse percorso da strani brividi di energia elettrica. "Sei stata tu?!" le chiede Jenny: a quanto pare il messaggio è giunto a tutti noi. Dopo qualche tentativo da parte di ognuna di noi, la smettiamo di giocare alle streghette e ci concentriamo nuovamente sulla cena. "Ricordatevi della telepatia e che, in caso di necessità, ci saremo anche io e Gaius, dato che lui fa parte del Gran Consiglio e che io sono il servitore personale del re. Per il resto, non vi preoccupate, in fondo è solo una festa d'apertura dei giochi: godetevi la serata e divertitevi!"

Mentre camminiamo l'una a braccetto dell'altra, in un modo molto poco principesco, occupando tutta la larghezza dei corridoi del castello, penso che questa è la vacanza più... epica (per restare in tema) della nostra vita. Siamo insieme, stiamo vivendo un sogno ed indossiamo i vestiti più meravigliosi che avessi mai potuto immaginare di avere. Per questa occasione, naturalmente, ne abbiamo approfittato per svaligiare l'Armadio delle Meraviglie. Il mio abito è di un rosa cipria: adoro il rosa, in ogni sua sfumatura; questa, in particolare, è molto elegante. Ha un corsetto sul davanti, proprio sotto il seno, intrecciato di fili dorati, e la gonna è più ampia del mio primo abito, ma comunque leggera e non ingombrante, mentre le maniche sono strette fino ai polsi. Gaia indossa un vestito blu in tinta con i suoi capelli colorati, non molto ampio ma leggero, in modo che si drappeggi sul corpo. Erika, invece, è vestita di verde, come la speranza, gli smeraldi e l'erba fresca del mattino, ancora coperta di rugiada. Inizialmente era dubbiosa, perché ha sempre posseduto solo abiti neri, ma... Cavolo!... siamo a Camelot, se c'è un momento in cui possiamo sbizzarrirci è proprio questo. Anche Jenny e Ilaria, poi, indossano i loro colori preferiti: arancione come il tramonto e celeste come l'acqua di cristallo di Avalon. Il primo è di tessuto leggero, drappeggiato, con una cinta di seta luminosa; il secondo è leggermente più ampio, come il mio, ed ha delle maniche decorate di fili argentati. Nel complesso, io e la mia squad sembriamo un arcobaleno e ci piacciamo così, colorate e felici.

La cerimonia di apertura si svolge nel cortile interno: Artù e Ginevra si trovano su una sorta di piccolo palco, eretto per l'occasione, dove il re tiene un discorso piuttosto formale e noioso riguardo alla gioia del regno di ospitare, come ogni anno, il torneo della stagione autunnale. Ebbene sì: abbiamo appena scoperto che il diverso scorrere del tempo ha comportato anche uno sfasamento delle stagioni. A quanto pare, dunque, ci troviamo già in autunno, anche se non ho idea di che mese o giorno sia. Sarà meglio che chieda anche questo a Merlino. Mentre Artù continua a parlare, annoiando persino i cavalieri ospiti d'onore della festa, cerco ovunque tra la folla il mio amico mago, accorgendomi solo alla fine, come una stupida, che lui era ovviamente al fianco (o più precisamente alle spalle) del suo signore.

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