17_ Can you hold on to me?

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N.B. vi consiglio di leggere il capitolo ascoltando le due canzoni che trovarete in allegato come sottofondo, perchè aiutano davvero a ricreare l'atmosfera perfetta... XXX

Nessuno di noi sa chi sarebbe stato il vincitore della sfida. Nessuno di noi sa che cosa sia successo. È arrivato sottile, subdolo, ingannevole, così che nessuno si accorgesse di niente. Ha strisciato tra noi a lungo, ma restando sullo sfondo, in modo che tutto continuasse come se niente fosse. Sembra quasi che l'abbia fatto apposta a restare quatto quatto sino alla fine della canzone, come se ci tenesse anche lui a sentirla tutta. Nessuno ha idea di cosa l'abbia scatenato, né come, né perché. Tutto quello che si va dicendo è che non sia stato un incidente, perché erano tutti lì, seduti a quel tavolo ad ascoltare la mia voce, ed è impossibile che sia entrato da fuori. Tutto quello che so io, invece, è che per cantare l'ultima nota avevo bisogno di ossigeno, ma la mia bocca ha trovato solo cenere. Quando mi sono resa conto della situazione, ormai, era troppo tardi. Ho riaperto gli occhi ed i visi di Artù e Gwen, esattamente davanti a me a qualche metro di distanza, mi apparivano confusi, sfocati da un alone di nebbia grigia. Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di elaborare quanto stava accadendo, perché la fiamma è esplosa all'angolo sinistro del tavolo in meno di un secondo. Dopo è stato il caos.

~*~

"Bene così. Adesso devi solo coprirla con questa" dico a Kate, una giovane serva del palazzo, passandole una benda con la mano sana. Stringo i denti mentre lei lega la garza bianca attorno all'ustione sul mio braccio. Mi fa un male cane, ma non c'è tempo per piangersi addosso. "Grazie" sospiro alla fine. "Adesso mi devi aiutare con gli altri. Tu occupati di Gaius, così dopo ci darà una mano, poi passa agli altri. Io inizio a dare un'occhiata a Gwaine." "D'accordo Ginevra." Le sorrido debolmente per ringraziarla ancora della sua gentilezza. Nell'incendio sono rimasti feriti molti dei commensali, un paio di guardie ed un servo. Il medico di corte, fortunatamente, non ha bruciature, ma è rimasto incosciente a causa dei fumi tossici del fuoco, proprio come molti degli ospiti che al momento si trovano sdraiati nella sala del trono, la più spaziosa del castello oltre alla Sala Grande, che però al momento è decisamente fuori uso. Non siamo molti ad essere riusciti a restare coscienti: io, Erika, Ilaria e Jenny (probabilmente grazie ai consigli ricevuti a scuola sui piani anti-incendio e di evacuazione), poi Merlino, Gwen e qualche cavaliere. Solo in pochi, quindi, abbiamo potuto assistere alla fiamma che a un certo punto, improvvisamente come si era accesa, se n'è andata. Non può essere stato un incidente. Tutto il castello si è messo all'opera per curare i feriti, ma in assenza di Gaius e Artù, siamo io e Merlino a guidare le operazioni mediche. Anche lui, come me, ha qualche ferita, ma ce ne occuperemo meglio più tardi. Nel frattempo, mentre alcuni servi illesi come Kate bendano le lesioni meno gravi, io ed il mio amico mago dobbiamo dedicare tutte le nostre attenzioni alle ustioni più preoccupanti, soprattutto quelle del re e di alcuni cavalieri, che si sono dati da fare fino allo stremo per salvare gli ospiti più in difficoltà. Mi chino su Galvano, già preoccupata per il suo stato prima ancora di aver controllato l'entità delle ferite: non ho idea di come si sia scatenato l'incendio, ma la fiammata principale è esplosa proprio accanto a lui... Sollevo piano la maglia e le maniche di tela ocra, ormai colorata di macchie scure in un insieme di sangue e cenere, svelando ai miei occhi uno spettacolo a dir poco doloroso. Il torace escoriato si alza e si abbassa quasi impercettibilmente; le braccia sono percorse da macchie rosso vivo, bianche e brune, in grosse zone in cui la pelle è stata erosa dal fuoco... mi viene da vomitare... non avevo mai visto dal vivo niente di simile, e spero davvero sia l'ultima volta. Adesso mi rendo davvero conto che è un miracolo che sia ancora vivo, che il suo bel viso non sia stato sfigurato e che le ferite non siano infette. Respiro profondamente prima di decidermi ad agire: grazie al cielo, Gaius mi aveva appena insegnato come fare per curare l'ustione di Tyr, maniscalco e stalliere reale. Imbevo uno straccio di acqua fredda, ma appena poggio, con più delicatezza possibile, il panno sulla parte lesa, il petto si alza così all' improvviso in un verso di dolore da farmi ritrarre subito la mano. Si vede che non sono proprio una brava dottoressa, forse è un bene che non potrò più studiare medicina per davvero....

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