8_ Perfette bugiarde

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"Dobbiamo avvertirle, saranno preoccupate! Anzi, avranno già chiamato la polizia, i nostri genitori... siamo fregate! Come facciamo a spiegare cosa è successo? Oh mio Dio... Cosa cavolo pensavo di fare? Venire qui senza dire niente a nessuno e..."
"Silvia, ti prego calmati"
"Merlin, non dirmi di calmarmi... è un disastro"
"Ha ragione, abbiamo scatenato un casino ed ora non abbiamo idea di come recuperare i rapporti con il futuro" dice Gaia, preoccupata quanto me.
"Penseremo anche a questo, ragazze, ma ora, vi prego, sedetevi e tranquillizzatevi un po': state avendo un attacco di panico di non poco conto." Gaius ha ragione, ma come possiamo stare tranquille? Mi lascio cadere su una sedia con un sospiro e cerco di respirare profondamente per tornare lucida: se vogliamo trovare una soluzione non c'è tempo per le crisi di nervi. "D'accordo... per prima cosa, non possiamo fare niente finchè Merlin non ricorda le parole che ha pronunciato per sbaglio e che ci hanno portate qui. Inoltre, se è vero che l'effetto è stato creato dall'unione di magia e desiderio, una volta trovata la formula serve che noi due chiediamo di tornare indietro, giusto?"
"Dovrebbe essere così" conferma il ragazzo.

"Però, una volta che siamo lì dobbiamo anche tornare a Camelot con le nostre amiche, che immagino debbano desiderarlo a loro volta... però ovviamente non crederanno ad una sola parola che diremo..."
"Già" aggiunge Gaia "e mettiamo in conto che ad attenderci ci sarà probabilmente la squadra investigativa inglese, la polizia italiana e persino i nostri genitori... se torniamo a casa non c'è modo che ci lascino scampo per tornare al lago"

"In effetti questo è un bel problema" asserisce Gaius.

D'un tratto, però, mi viene un'illuminazione: "E se noi non tornassimo? Se invece di andare di persona nel futuro a convincere le ragazze, inviassimo loro una specie di... messaggio?" Incrocio lo sguardo di Merlino, in cerca di conferme.
Lui sembra pensarci su, ma ad un certo punto lo sguardo si accende: ha un'idea.

"Potrebbe essere possibile" urla mentre si alza dalla sua sedia e corre nella cameretta dove tiene il suo misterioso libro di incantesimi. Quando torna lo apre sul tavolo e, in un rapido sfarfallio dorato degli occhi, si mette a far vorticare le pagine, alla ricerca di qualcosa in particolare.

"Wow, meglio di Google!" mi sussurra la mia amica nell'orecchio.

"Eccolo qui. L'incanto per far viaggiare un segnale nel tempo."
"L'hai trovato?"
"Oh, sì. Adesso devo solo capire come funziona questa magia, ritrovare la formula che ho recitato sulle rive del lago, ed è fatta. L'unico problema è che ci vorrà un po' di tempo, quindi per ora siamo bloccati."

"Grandioso" commentiamo insieme io e Gaia.
"Già... e dal momento che si tratta solo di roba magica, a questo ci penso io. Per adesso voi non potete fare nulla, quindi direi che ciò a cui dovete pensare ora è semplicemente imparare ad apparire normali e perfette cittadine del VI secolo. Il primo passo è decisamente trovare qualcosa di decente da farvi indossare: senza offesa, ma vestite così sembrate delle poco di buono da taverna. Gli abiti che indossate sono proprio fatti così o...?" "Ehi! Attento a quel che dici, nessuno insulta i miei vestiti" ribatto, ma mi rendo perfettamente conto che per un ragazzo del Medioevo, in cui la biancheria delle fanciulle consiste in un enorme paio di calzoni a sbuffo bianchi e ricamati, il nostro aspetto deve risultare simile a quello di due spogliarelliste ad un addio al celibato.
"Nella nostra epoca questo è l'abbigliamento femminile più usato, ma immagino sia diverso qui, e dato che sono ancora fradicia non mi dispiace un cambio look" interviene Gaia, così Merlino ci congeda dal medico per condurci, rigorosamente coperte da due mantelli per non sembrare volgari, in una casetta di legno, molto umile, dove siamo accolti proprio della ragazza dal vestito giallo. 

"Ragazze, lei è Gwen e vi aiuterà nell' ardua scelta dell'abito perfetto." Poi rivolto a lei: "Loro sono nostre nuove ospiti, come ricorderai. Ancora non si sono riprese del tutto quindi parlano il meno possibile." Al che, il mago, ci scocca un'occhiata di intesa: meglio che non diciamo una parola, finchè non abbiamo imparato come comportarci qui, di chi possiamo fidarci e soprattutto cosa possiamo rivelare della nostra vera natura. "Gwen, Arthur mi ha detto di usare pure il vestiario di Morgana, almeno per ora. Prenditi cura di loro." E se ne va con un sorriso di gratitudine verso la sua amica che, cordiale, ci fa subito strada verso l'appartamento della sua vecchia padrona, ancora intatto come è stato lasciato dalla traditrice; con le coperte stropicciate dal riposo ed i cassetti pieni di cianfrusaglie e gioielli preziosi.

Where two worlds come to meet (Tutte le storie sono vere) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora