d i e c i: "piacere, emily"

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!!!ATTENZIONE!!!
Il personaggio Connor nella storia di Charlotte NON coincide volontariamente con quello della storia di Emily (amandasjourney ), i due Connie intraprendono due percorsi diversi con le diverse protagoniste :3, enjoy!
***

Ho ricordi confusi riguardo l'accaduto di poche ore prima, nella casa del criminale.
Ho solo una figura in mente:
Gavin.
Mi ha raccontato, una volta sveglia, di avermi tirata fuori da quella stanza piena di gas e di avermi adagiata sul suolo del tetto sotto la finestra.
Hank e Connor accorsero da me, appena dopo aver consegnato i due criminali all'FBI, arrestati nell'inseguimento.
Ora sarebbe iniziato un lungo interrogatorio per estorcere loro informazioni sul laboratorio e sullo scienziato.
Forse, avremmo finalmente scoperto dove tengono Nathan.
Mi risvegliai circa quindici minuti dopo esser stata tirata fuori, vidi Gavin a pochi centimetri dal mio volto, era paonazzo.
Mi fissava con fare preoccupato, gli mancava il fiato.
Mi aveva fatto la respirazione bocca a bocca?
Mi osservò velocemente come a controllare se fossi ferita da qualche parte, e quando si accorse che ero rinvenuta, mi fece un sorriso.
«Ciao, dolcezza.»
Lo guardai, ad occhi socchiusi, senza dire una parola.
Posai lo sguardo verso sinistra, e mi accorsi di Connor.
Sedeva al mio fianco, anche lui visibilmente in agitazione.
Il suo LED era rosso.
Era sporco del suo stesso sangue, sul petto e sulle mani.
Era ferito, il proiettile sparato dal fuggitivo in pieno petto aveva fatto danni, probabilmente gravi.
Eppure... era lì, con me.
Mi prese la mano sinistra, la strinse.
«Charlotte... come ti senti?»
Sbattei le palpebre, ed a voce roca, risposi:
«Ancora viva.»
Provai lentamente ad alzarmi, continuando a guardare i due ragazzi di fronte a me, ancora un po' confusa.
C'era anche Hank, poco lontano, in piedi.
«Cristo, mi hai fatto prendere un colpo!»
Corse verso di me.
Mi abbracciò stretta, facendomi indietreggiare violentemente.
Staccai la mia mano da quella di Connor.
«Scusami.» mormorò «È tutta colpa mia, sarei dovuto rimanere lì con te.»
Stava... tremando?
Mi strinse ancora di più a sé.
«Hank, è tutto okay, non preoccuparti.» risposi, provando a tranquillizzarlo.
Mi lasciò, qualche istante dopo, continuando a guardarmi con espressione triste, poggiando le mani sulle mie spalle.
Abbassò lo sguardo.
«Ho creduto di perderti...»
Sussultai.
Quelle parole erano molto forti.
Tiene così tanto a me?
Gli sorrisi.
«Io...» si interruppe
«Cazzo.»
Si allontanò di colpo.
Vidi lacrime scendere sulle sue guance, in modo incontrollabile.
Provò a fermarle, invano.
Io lo guardai.
Sentii qualcosa nel petto.
Una sorta di pressione.
Quanto mi ricorda quella persona...
Papà.
Iniziò a singhiozzare.
«Eri lì, distesa a terra...»
Mi avvicinai di qualche passo a lui.
«Ho pensato al peggio.» ammise, a sguardo basso.
Si portò una mano al volto, a coprirsi.
Altre lacrime scesero, senza fermarsi.
«Non me lo sarei mai perdonato.»
Alzai un braccio, presi la sua mano, che cercava di asciugare il pianto.
Lui mi guardò, con quegli occhi lucidi, di un intenso azzurro mare.
Tormentati.
Pieni di tristezza.
Hai i suoi stessi occhi...
«Sono qui, ora.» affermai, stringendo la sua mano tremante.
Che veda suo figlio Cole, in me?
Mi guardò, fece un respiro profondo.
Abbandonai la sua mano.
Fece un passo indietro, tornando ad asciugarsi il viso umido.
Gli altri due si avvicinarono.
Io e Gavin si scambiammo un'occhiata.
«Grazie per avermi salvata.» mormorai, fissandolo negli occhi verdognoli.
Il ragazzo mi sorrise.
Fece un passo verso di me, arrivandomi davanti.
Avvicinò una mano al mio volto, lentamente.
«È stato un piacere.» rispose, accarezzandomi una guancia.
Io chiusi gli occhi, al suo tocco leggero.
«Avanti, andiamo!» interruppe Connor, mentre io arrossivo come un pomodoro.
Prese la mia mano e mi tirò via, con una smorfia infastidita, sotto gli occhi confusi dei due uomini.
Oh, Connor.

My Light || Detroit: Become HumanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora